Brano che respira sonorità e urgenze anni '90
Con La Mannaia, i Treccani firmano un brano che colpisce con la lucidità tagliente di un gesto necessario. La band monzese formata da Luca Spataro (chitarra e voce), Alessio Capatti (basso e voce) e Alessandro Fedele (batteria), costruisce un pezzo denso e vibrante, dove la parola si fa strumento di verità e la musica amplifica il peso delle domande che non trovano risposta.
Il testo si muove sul filo della disillusione contemporanea, denunciando con urgenza un mondo che sa riconoscere il valore solo a posteriori, quando “il varco oltre il quale ci mettono i fiori” è ormai stato attraversato. “Non puoi darmi ora fiori mentre vivo?” diventa così un verso manifesto, un appello che trascende la sfera personale per toccare quella collettiva: un invito a guardare, ad ascoltare, a riconoscere la presenza dell’altro nel presente, prima che sia troppo tardi.
Musicalmente, La Mannaia respira la stessa aria inquieta dell’alternative rock italiano degli anni ’90. Le chitarre ruvide e la tensione melodica rimandano alla scuola Afterhours, con echi di Agnelli che si intrecciano a una ricerca timbrica personale e coerente.
C’è una maturità sorprendente nella capacità del trio di fondere rabbia e lirismo senza cedere alla retorica.
Un brano che profuma di verità e di memoria, capace di risvegliare, anche solo per un istante, la coscienza assopita del nostro tempo.
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La recensione La Mannaia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-11-11 07:23:16

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