Un pezzo istintivo, sporco e imprevedibile, che dopo una "falsa partenza" indie deflagra in una folle cavalcata nu metal
Quando ascolti i primi secondi di 27, l’ultimo singolo degli Aurevoir Sòfia, la prima cosa che ti viene da pensare è: “Che due palle, pure loro si sono ammorbiditi e hanno deciso di mettersi a fare pop punk!” E invece no. Il quintetto di Cinisello Balsamo ti piazza davanti alla faccia un bel dito medio, mandando bellamente a fare in culo le previsioni che ci siamo fatti nei primi quaranta secondi di ascolto. Per fortuna.
Licenziato dalla milanese Kick and Snare Production e distribuito da ADA Music Italy, 27 si apre infatti con un mood inaspettatamente blando, se si guarda ai precedenti dagli Aurevoir Sòfia. Un intreccio tenue di chitarre acustiche ed elettriche che sembra voler spingere l’ascoltatore verso territori indie pop. Ma attenzione, perché è soltanto un'esca pronta a lasciarti lì come uno stoccafisso.
Perché appena superata la soglia dei quaranta secondi le cose cambiano, e non poco. Introdotta da un giro di basso lercio come un ristorante sotto sequestro dai NAS, la "nuova pelle" assunta dal brano preme sull’acceleratore dei decibel, sparandoci addosso una sassaiola di riff e groove di batteria belli chuggosi, trascinando il pezzo verso un nu metal abrasivo, contaminato da atmosfere urban.
Un connubio siglato da Luca D’Aniello, frontman del gruppo, che si muove su strofe rappate, dense di immaginario giovanile, con allusioni al leggendario "Club 27". Un flow che, nella parte finale, deflagra in un ultimo ritornello urlato a squarciagola che, nonostante mantenga viva la sua ruvidità, richiama in parte il tema melodico presente nell’incipit.
Questa ciclicità strumentale rende la traccia sorprendentemente dinamica, nonostante la sua durata contenuta, inferiore ai tre minuti. A conti fatti, 27 è un pezzo crossover solido ma estremamente imprevedibile, costruito su sonorità "imbastardite" che si incontrano e scontrano con una velocità a dir poco schizofrenica, senza farti mai capire il loro passo successivo.
L’ennesima conferma della qualità del progetto messo in piedi dagli Aurevoir Sòfia: una band capace di creare un’estetica definita ma anche colorata e ibrida, in grado di guardare oltre i confini della propria "comfort zone" musicale senza però mai tradire il proprio DNA.
---
La recensione 27 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-11-18 22:09:28

COMMENTI