Kabo100 Anime2025 - Cantautoriale, Indie

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Una ninna nanna che restituisce dignità a un bambino inghiottito dal mare, trasformando una tragedia recente in memoria viva e umana.

Non è una canzone di cronaca, 100 anime di Kaba, ma un atto di restituzione. Prende una tragedia recente, una di quelle che hanno riempito titoli e svuotato coscienze, e sceglie di sottrarre il racconto alla statistica per riconsegnarlo a un volto, a un nome implicito, a una storia possibile. Il protagonista è un bambino affidato al mare da una madre che tenta l’unico gesto rimasto: immaginare un futuro. Quel futuro non arriverà mai, ma la canzone decide di non fermarsi alla caduta.

Kaba evita la retorica dell’urlo e della condanna. La sua scrittura si muove in punta di piedi, ricostruendo una vita dove tutto sembrava già perduto. Ogni verso agisce come un gesto di cura, come se il racconto potesse rimettere insieme ciò che la storia ha spezzato. La pace, alla fine, arriva sotto il mare, in una dimensione sospesa che non ha nulla di consolatorio eppure riesce a essere dolce: “non è poi così tanto male riposare sotto il guscio di una perla”. È una frase che pesa come una carezza, che trasforma l’abisso in rifugio senza mai assolvere il mondo che l’ha reso necessario.

L’immagine della pagella cucita nella tasca interna del gilet è il centro emotivo del brano. Un dettaglio minuscolo, potentissimo, che dice tutto ciò che non è stato detto: le aspettative, l’orgoglio, la speranza ostinata di una madre. È ancora lì, intatta, e in quel restare al suo posto c’è una forma di resistenza silenziosa. La canzone lascia che siano questi frammenti a parlare, a ferire con una precisione chirurgica.

Musicalmente, il rap di Kaba si apre alla melodia e si lascia cullare da un andamento che ricorda una ninna nanna. La voce smette di colpire e comincia ad accompagnare, scegliendo un registro intimo, quasi confidenziale. In filigrana emergono echi di Samuele Bersani per la capacità di raccontare l’umano attraverso simboli semplici e potentissimi, e dei Negrita per quella tensione emotiva che non ha bisogno di esplodere per farsi sentire.

Il Premio Amnesty International 2025 riconosce in 100 anime qualcosa che va oltre l’impegno civile. Qui la musica diventa spazio etico, luogo in cui una vita negata viene finalmente guardata, nominata, rispettata. Kaba non salva il mondo e non pretende di farlo. Fa qualcosa di più raro: si ferma, ascolta, e restituisce dignità a chi era stato ridotto a silenzio. In quella ninna nanna c’è tutto il peso di una perdita, ma anche la possibilità di un ricordo che non affonda.

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La recensione 100 Anime di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2025-12-16 07:13:44

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