Damien*Mart/Art2008 - Rock, Indie

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Respiro. Baci. Dentro questo “Mart/Art” c’è tutto il rock che deve suonare “leggero” da qualche anno ad oggi, né più né meno. Melodie che si appigliano in pochi nanosecondi e si schiodano solo molto dopo. Midollo post-punk e cuore british, quello col solito, famoso, charleston in levare. Facile fare scontate illazioni sulla deriva modaiola del l’indie-rock nostrano che eleva a modello il suono dei coetanei inglesi; eppure, ancora una volta siamo costretti a stupirci di fronte a episodi effervescenti e di semplice quanto immediata presa come “Mart/Art”. Non solo righine orizzontali e montature fluorescenti, frangette e derivati cheap-chic. Orpelleria varia che spesso offusca il reale (e dubbio) valore di tanti pretendenti ai 15 minuti di indie-celebrità. La realtà è che i Damien*, dopo tre pubblicazioni divise fra quattro-piste nel garage di casa e sbattimenti auto-finanziati, si ritrovano con le idee giuste per osare qualcosa di più: scrivono una manciata di hits da levarsi il cappello. La struttura sonica del trio rimane sostanzialmente immutata nello stile sbilenco e dolcemente-ingenuamente crudo. Affiora quella delicatezza indie-pop un po’ ruffiana, di chi il pop lo strattona e lo rilava prima di indossarlo. Il non fregarsi dell’urletto stonato quando a vibrare sul pavimento sono il cuore e la creatività dei vent’anni compiuti con gli strumenti in mano. Scegliete voi da quali emozioni farvi dominare, perché l’album è anche un ruvido contenitore (in)differenziato di chitarrine twangy diluite da sincopi tremende alla Red Worms’ Farm. “Hollow Bodies, Sir”, non ha niente fuori posto. Certo, gli Arctic Monkeys (ma chi non li cita?). Se certe schitarrate sbarazzine (“Backbone & Trapdoors”) ricordano anche i recenti Bikini The Cat, è pur vero che i tre si muovono con disinvoltura dai momenti (disco) garage post anni novanta alle ballate da cameretta zuccherata (“Bunburying” e “’80’s Toons”). Ma di certo non sono l’ultima controfigura dei Canadians, anzi. 30 minuti e sgoccioli d’urgenza che filano via come una biciclettata primaverile alle sei di pomeriggio; da godere in fretta, subito.

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La recensione Mart/Art di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-03-19 00:00:00

COMMENTI (7)

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  • massimo17 anni faRispondi

    Tutto merito del blog di Chuck Norris. E delle nostre controfigure :)

  • sovietstudio17 anni faRispondi

    Per inciso il tam tam seguito a questo disco disco dei Canadians mi sembra assolutamente esagerato.

  • marcos17 anni faRispondi

    Complimenti Damien, bel disco!

  • enver17 anni faRispondi

    lo ha scritto anche il recensore che non lo sono, mi veniva da ridere che a sua detta ci fossero già le 'solite controfigure dei Canadians' :)

  • sovietstudio17 anni faRispondi

    Direi che non sono assolutamente le controfigure dei Canadians,ma un gruppo di grande spessore e personalità.
    Grandi Damien!

  • enver17 anni faRispondi

    fatemele conoscere! [:

  • fake17 anni faRispondi

    Grazie per la recensione Marco!:)