Garageland: The Tunas

(The Mojomatics, foto di Antonio Campanella)

Mai come quest'anno il garage'n'roll italiano ci ha dato così soddisfazione. Se dei Mojomatics, ormai, sapete tutto e dei Tunas e dei Movie Star Junkies avete ascoltato qualcosa, ci sono ancora moltissimi nomi a cui vale la pena dare attenzione. Un lungo articolo di Mario Panzeri dedicato al Garage in Italia.



Il liberismo ha i giorni contati? C'è crisi dappertutto? E allora stappiamo le migliori bottiglie di Prosecco e brindiamo alla salute della scena garage nazionale, mai così pimpante e di qualità come nell'annus horribilis 2008. Naturalmente non ci sono tornelli all'ingresso di questo ipertesto, e si può entrare anche se il genere non è di gradimento: una bella storia per diventare ancora più fortunata ha bisogno di orecchie curiose come le vostre, che hanno voglia di ascoltare senza inutili paraorecchie di lana caprina, che magari la prossima volta ci si vede al concerto invece di passare le serate a guardare i video sul computer, dai, che siamo Giovani e la vita là fuori è bella e che per i Vecchi invece l'estate sta finendo (dentro le fredde mura di una casa, davanti ad una TV accesa sulla pubblicità di una poltrona reclinabile in pelle, di quelle per addormentarsi col telecomando in mano mentre si guarda comodamente la TV).

(Outside / Inside Studio, foto di Antonio Campanella)

Dunque, parlavamo di Prosecco e non è un caso perchè si parte proprio dalla frizzante provincia di Treviso: c'è un gruppo rock'n'roll dalle venature folk-blues che si chiama Mojomatics che, arrivati nel 2008 e con un po' di MI AMI sulle spalle, tutti voi frequentatori di queste pagine dovreste conoscere bene. Dopo aver suonato negli ultimi anni dalla Svezia al Sud Africa ed in procinto di sfidare il Nuovo Continente, Mojomatt (chitarra e voce nei Mojomatics) ed il suo socio Nene (vi spiegherò tra poco di lui) decidono di aprire nell'impoverito Nord-Est una nuova sala di registrazione tutta in analogico, al fine di produrre dischi in maniera professionale e continuativa. E non l'avessero mai fatto, perchè tra le accoglienti mura dell'ormai famigerato Outside / Inside Studio di Montebelluna (TV) hanno catturato alcune tra le più intriganti uscite di questo anno solare (aggiungeteci che la sala ospita anche concerti ad inviti ripresi in streaming e capirete quanta passione c'è dietro a questa piccola ma preziosa officina musicale). Ma concentriamoci sulle registrazioni: dovete infatti sapere che a spartirsi le notti dietro bobine e cursori oltre al buon Mojomatt c'è appunto Nene, bassista nei torinesi Movie Star Junkies e nei freschissimamente folk Vermillion Sands.

(Movie Star Junkies, foto di Rockito)

Come forse intuite, i Movie Star Junkies non sono esattamente un gruppo di educande: dal 2006 ad oggi, dopo una manciata di dirompenti 7 e 10 pollici ed un paio di avventurosi quanto disastrati tour europei, il blues famelico iniettato di scorie punk della band comincia a solleticare l'appetito della più importante etichetta garage del mondo, la fondamentale In The Red di Los Angeles (un po' come se il talento del vostro cuginetto che gioca a basket interessasse a qualche franchigia NBA, solo che nel ruvido mondo del garage non si diventa miliardari... anche se forse ci si diverte molto di più e sicuramente si dorme più scomodi). La corte si protrae ma nel frattempo la scuderia rosso-crociata Voodoo Rhythm mette sul piatto un vero contratto farcito da una bella campagna promozionale a supporto di "Melville", l'esordio ufficiale a lunga durata dei nostri ragazzi (un po' come se il cuginetto che gioca a basket finisse in qualche blasonata squadra in lizza annualmente per l'Eurolega, mica male). L'album è una bomba atomica e le prime duecento copie in vinile vengono polverizzate ai banchetti del loro terzo tour europeo: i Movie Star Junkies questa volta riescono addirittura a schiacciare sogni di gloria in veri letti durante la tournée...

(Vermillion Sands, foto di Antonio Campanella)

Nene è però anche un uomo molto fortunato: succede infatti che la sua ragazza Anna, dilettandosi a comporre canzoni con la chitarra acustica, riscriva in chiave folk un vecchio pezzo gospel. La cosa piace al nostro produttore che, non pensandoci troppo, invita Anna in studio a dar sfogo alla propria creatività, supportata tra una registrazione e l'altra dai Mojomatics e dai sintetizzatori di Be Invisible Now! Il risultato è un 45 giri di rara bellezza per Rijapov Records, etichetta bresciana specializzata in "esordi" su vinile che difficilmente mancano il bersaglio: il country giocoso, stropicciato e subdolamente indolente del progetto comincia a mietere consensi un po' ovunque, e l'accento italiano di Anna per una volta regala ai pezzi un accattivante mood esotico (provate ad ascoltare "Mary" e ditemi se non è vero). Il gruppo strappa così un contratto per un nuovo 45 alla statunitense Fat Possum, altra monumentale etichetta che nell'ultimo ventennio ha ridefinito gli standard del blues-folk alternativo, garantendosi così una più che meritata esposizione globale. Un progetto nato quasi per caso che, come tutte le cose più belle, inaspettatamente comincia dare i suoi primi succosi frutti: e siamo solo all'inizio... teniamoli d'occhio e guardiamoli germoliare con calma (che il primo tour europeo è dietro l'angolo).

(Miss Chain & the Broken Hells, USA Tour 2008 Video)

Ma dalle parti di Montebelluna gironzola un'altra ragazza armata di sei corde (stavolta si tratta di una Silvertone Anni Cinquanta che, pensate un po', ha anche la custodia per il rossetto... non si sa mai): lei si chiama Astrid (già nelle travolgenti Nasties), ed è la titolare della suadente voce che spezia il powerpop dal respiro Anni Sessanta dei Miss Chain & The Broken Heels, gang di malinconici Casanova sparsi tra Veneto e Lombardia: il primo 45 giri (registrato in casa) esce su Rijapov e per l'americana Sonic Jett, facendo impazzire il boss della giapponese Dream On Records, che contatta il gruppo con il traduttore in linea per stampare il più spensierato "Boys & Girls", secondo 7 pollici prodotto all'Outside / Inside Studio nel marzo 2008. Al solito non c'è due senza tre e stessa sorte tocca al terzo e più amarognolo "Lie", stavolta su Shake Your Ass (permettetemi di aprire un'altra lunga parentesi per questa stagionata etichetta di Gorgonzola (MI), se non altro perchè i Mojomatics, molti dei gruppi citati in questo articolo nonché leggende del garage italiano come Hormonas e John Woo sono tutti partiti da qui, vero e proprio trampolino di lancio verso etichette estere e/o tour internazionali).

Quello che ancora non vi ho detto è che i Broken Heels, formati solo ad inizio gennaio 2008, hanno già concluso un primo tour americano supportati dall'entusiasmo di Eric dei New Bomb Turks (seminale gruppo che i più punk tra voi ricorderanno negli Anni Novanta edito su Epitaph). Il documentario molto DIY che trovate qua sopra racconta di quell'esperienza estiva tra BBQ party, zattere galleggianti vicino al Lago Huron ed il festival 30 Years of Rock di Boston... e le aragoste a colazione che vedrete sono il simbolo del successo conquistato dalla band in giro per gli States (per il gruppo in arrivo un LP su Screaming Apple, brand leader nel settore powerpop ed una probabile licenza per l'australiana Off The Hip... e chissà che non ci scappi un bel tour anche laggiù).

(Motorama, live in Serbia 2008)

Proseguendo per lo Stivale inciampiamo nella Capitale tra gli stivali delle capitali Motorama (come vedete, nessun problema di quote rosa da queste parti): Daniela e la sua fidata Diavoletto (più una "batterista X" che ad ogni disco, sfortunatamente, lascia il gruppo) dal 2003 ad oggi hanno macinato km e junk food mettendo a soqquadro Europa e Stati Uniti con un gioioso vortice punk'n'roll a bassa fedeltà, stregando perfino Maximum Rock'N'Roll, l'ultra-ventennale fanzine-bibbia della musica dei tre accordi. Nel 2008 le ragazze registrano in casa "Psychotronic Is The Beat!", che esce a maggio in vinile per la Dead Beat Records di Cleveland (e qualche mese più tardi in Italia su Radiation Records). Come ci racconta Daniela, alle registrazioni partecipa con un pezzo autografo Margaret Doll Rod, icona della scena lo-fi di Detroit: "Lei (Margaret, NdR) alla voce e chitarra e noi con una tastierina sbilenca e una batteria - di pentole però, perché era tutto quello che avevamo in quell'occasione - a fare un coro ancora più sbilenco". Altro che in garage, in Italia la rivoluzione si fa in cucina! Scherzi a parte, nel 2008 le Motorama riescono finalmente a suonare per tre date in Serbia, dove da tempo immemore le stavano aspettando (sempre Daniela racconta: "Beh a parte il tempo da schifo (...) ci hanno trattato come delle regine. La mamma (del promoter, NdR) ci preparava tutti i giorni succulenti manicaretti, mentre il padre (sempre del promoter, Ndr) ci intratteneva con i suoi idoli della musica italiana Anni Sessanta!).

Mamma Roma nasconde però un altro gustoso segreto che vorrei condividere in questa sede: si tratta degli Intellectuals, due ragazze e un ragazzo che spingono un furioso post-punk in territori wave aiutati da una giocosa tastierina analogica. Il gruppo, oltre ad aver inciso una selva di 7 e 10 pollici (transitando pure lassù in quel di Treviso), vanta anch'esso un album su Dead Beat (l'ottimamente recensito "Invisible Is The Best", uscito nel 2006) e sono certo che in futuro faranno ancora parlare di sé. Teneteveli a mente.

(Love Boat, foto di Nils Schwarke)

Il nostro viaggio continua, e visto che ci troviamo in Centro Italia che ne direste se adesso prendessimo un bel traghetto per quell'isola dalle spiagge in quarzo che ci accoglie puntuale e sorridente per le meritate vacanze? Tutti in Sardegna per i Love Boat: sono un'altra fantastica sorpresa di questo 2008, un trio da Cagliari che suona uno scanzonato powepop tutto da ballare frullando ad alta velocità coretti gospel, suggestioni blues e la lezione zuccherina dei gruppi vocali Anni Cinquanta e Sessanta. Forse li avrete inconsapevolmente incrociati in qualche bagno pubblico in giro per la Sardegna, quando stavate smaltendo la troppa Ichnusa ingerita (l'ottima birra isolana, già inglobata dalle multinazionali, non fatevi illusioni), visto che il gruppo ha iniziato così a farsi conoscere: "Imaginary Beatings Of Love", che esce per la tedesca Alien Snatch! (esattamente come per l'esordio su LP dei Mojomatics) ed in Italia su Here I Stay Records è un'altra chicca registrata all'Outside / Inside Studio, ed è un lavoro di una freschezza tale che magnificherebbe le vendite di qualsiasi marchio discografico multinazionale (e speriamo che il trio prima o poi faccia la fine della birra locale). Nei Love Boat oltre al batterista dei Golf Clvb militano inoltre il bassista e chitarrista dei Rippers, storica e potentissima garage band isolana da esportazione da tempo in combutta con i Mojomatics.

(The Tunas, foto di Müge Yilmaz)

Ma ritorniamo in Continente per l'ultima tappa di questo Giro d'Italia musicale. Insomma, vi avevo chiesto attenzione per il garage e vi ho raccontato di blues, di punk, di folk, di powerpop e adesso sul piatto ci metto anche le suggestioni soul e r'n'b dei Tunas da Bologna. Il secondo album della band, "We Cut Our Fingers In July", esce nel 2008 per Tre Accordi (indovinate dove è stato registrato... esatto!) e taglia con l'accetta la spinta propulsiva del garage rock con un cantato molto black (e d'altronde, i Tunas con il loro look da boscaioli non potevano certe avere mezze misure... e poi tra i loro idoli c'è niente meno che il magnifico Rocky Roberts, come si fa a non amarli a priori?). Grazie a divertentissimi concerti animati da una splendida "Dancing Queen" personale, il gruppo può essere considerato tra i numi tutelari di una scena che, mai come nel 2008, ha dimostrato di essere magmatica e immaginifica proprio perchè fondata su amicizia, stima reciproca ed altruismo.

Tutti i gruppi citati in questo articolo si conoscono, collaborano e cercano di sostenersi l'un l'altro (e di sicuro non perdono il loro tempo a riempire di invidia i forum delle webzine musicali). Insomma, anche se la rotta del Titanic sembra ormai irreversibile da queste parti le scialuppe di salvataggio non mancano: aggrappiamoci allora, con le unghie e con i denti, e stiamo sicuri che non si affonderà tanto facilmente. Dream On.

[Un ringranziamento particolare a Franz Barcella, per l'amichevole aiuto (e le birre offertemi) durante la stesura di questo articolo, MP]



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L'articolo Garageland: The Tunas di Mario Panzeri è apparso su Rockit.it il 2008-09-23 00:00:00

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