E se MYSS KETA avesse un festival tutto suo?

Abbiamo parlato con MYSS KETA di moltissime cose, alcune inaspettate

- Foto di Beatrice Mammi

MYSS KETA è passata in redazione qualche giorno fa in una giornata splendida, di quelle che ti fanno capire che sta arrivando l'estate. Ci siamo fatte una lunga chiacchierata partendo dal disco uscito qualche tempo fa PAPRIKA, di come è nato, del perchè ci siano dentro così tanti artisti e cosa ne è venuto fuori da tante collaborazioni così diverse. Con MYSS però abbiamo parlato anche di molte altre cose, lì per lì inaspettate: delle donne e della musica con esse, del grande atto di coraggio che si compie ogni giorno a provare ad essere libere di fare ciò che si ama, della lotta contro chi altro non ha che odio ingiustificato, di come ridendo ci si protegga anche un po' dalle cose strane del mondo in cui viviamo oggi. In FA PAURA PERCHE' E' VERO mi ha detto di essersi anche spogliata di tutte le sue corazze come mai prima d'ora. Le ho anche chiesto di essere la direttrice artistica del MI AMI festival per un giorno e mi ha dato la sua personalissima line-up, che ha uno scopo ben preciso: far ballare, sempre. 

 

COME HA PRESO FORMA DAVVERO L’UNIVERSO DI MYSS KETA? 

Abbiamo iniziato perché ci divertiva, siamo partiti proprio con le canzoni, ci siamo mossi sia con la musica che parallelamente con i video, c’era già un immaginario dietro il brano, c’era già un’idea di video, di visual, ed era una cosa che principalmente ci divertiva, la facevamo volentieri e lo abbiamo fatto sempre in gruppo. Con Motel Forlanini siamo sempre state delle persone un po’ particolari e il fatto di esserci trovati tra di noi dal punto di vista dell’immaginario, delle reference visiva ci divertiva ancora di più. Trovare questa persone e capirci tra di noi è stato come trovare delle lucciole molto rare. Con il passare degli anni, passando tantissimo tempo insieme, e passandolo essenzialmente come amici e famiglia, alla fine ci ritroviamo a lavorare come un cervello unico quando ci mettiamo dentro queste cose; quando abbiamo fatto la cover di PAPRIKA e il video di PAZZESKA a tutti è venuta in mente quell’immagine lì. E non è scontato per niente. Lo scopo principale è divertirci, e poi a posteriori credo che fosse anche un’esigenza di espressione, ma non era quella la prima spinta. 

 

UN GRUPPO COESO CHE PERÒ’ QUESTA VOLTA HA FATTO ENTRARE NEL PROPRIO MONDO UN SACCO DI PERSONE, BASTI PENSARE AI TUTTI I FEATURING DEL DISCO

Chi ha accettato di collaborare a questo disco, PAPRIKA, si sono ritrovati davanti un mondo davvero ben definito, myssketiano, una presenza abbastanza tosta e sono tutte persone che non hanno mai avuto paura ma si sono confrontate con noi, sono persone mentalmente molto open, aperte, hanno trovato uno stimolo. Soprattutto se vedi i testi si percepisce che ognuno di loro si è studiato il proprio pezzo, per noi è fondamentale lavorare con persone diverse dal nostro immaginario, così che ti puoi arricchire uscendo anche dalla propria comfort zone ogni tanto, altrimenti non si impara nulla, ma proprio in generale nella vita. Di base la regola era quella di avere persone con una mentalità aperta, che fossero ricettive in tutto e per tutto, era la caratteristica fondamentale per noi per poter lavorare insieme, non ti devono piacere tutti i riferimenti myssketiani, non sarebbe giusto e corretto ma sono persone che hanno accettato questo mondo e che possiedono anche il dono dell’ironia, dell’autoironia, e l’attitudine di base è stata fondamentale per scegliere gli artisti da mettere nel disco, perché sono tutte persone che si sono prestate a stare a questo gioco. Il fatto di non avere delle reference comuni in realtà è stato solo fonte di arricchimento; la cosa che più mi è rimasta nel cuore son state le giornate in studio con tutti i diversi artisti, impari un sacco di cose perché ognuno a un modo di lavorare diverso ed è bellissimo capire come ognuno in maniera diversa si prepari a incidere un brano, è stato un bello scambio.

keta redaz
keta redaz
 

 

IN PAPRIKA SONO PRESENTI ANCHE VARI REMIX  

Volevamo dare una versione più contemporanea, nei singoli casi: LE RAGAZZE DI PORTA VENEZIA è una canzone importantissima per MYSS, è super positive vibe, il messaggio è uno dei nuclei dell’universo di MYSS quindi le ragazze di Porta Venezia rappresentano il melting pot culturale di Porta Venezia, la queerness di Porta Venezia, rappresentano la libertà di fare quello che si vuole, rappresentano la possibilità di fare quello che si vuole; è una canzone piuttosto iconica. Avendo a che fare sempre con persone nuove, ne conosco tantissime ed è uno degli aspetti più belli di fare questo mestiere, conoscevo la Joan (Thiele) conoscevo la Elo (Elodie) mi piaceva la Priestess che ho conosciuto durante questo remix, e volevo calcare sulla sorellanza, sul fatto di essere tante, diverse ma unite da un valore di base. Nel video della versione iniziale le ragazze sono tutte diverse, proprio tipo Power Rangers ognuna con un colore, ognuna particolare ma tutte amiche, tutte che fanno questa pazza passeggiata in Porta Venezia. In questa versione c’è anche un  livello artistico in più, un valore aggiunto se si vuole, siamo tutte ragazze diverse con un modo di esprimerci diverso, ma è un canzone talmente chiara negli intenti che ci ha permesso ad ognuna di noi di esprimersi nel proprio modo, e comunque la canzone la trovo super armonica. Ne sono molto orgogliosa, sopratutto quando ti rendi conto che una canzone contiene tanto significato. Per UNA DONNA CHE CONTAa me piaceva l’idea di avere un uomo dentro il pezzo, essendo la narrazione dell’educazione sentimentale di MYSS, mi piaceva avere un uomo nella canzone che ci mettesse del suo; Wayne è sempre stato fan della canzone e ovviamente sia con lui che con tutta la Dark Polo Gang l’ironia non ci manca, anzi sono persone che se la ridono di brutto e hanno sempre sostenuto MYSS. Invece BOTOX è una canzone completamente clubbing, disco e volevamo darle una chiave di lettura un po’ più narrativa e infatti Gemitaiz è capitato a fagiolo: noi ovviamente non abbiamo dato indicazioni particolari a nessuno sul pezzo, perché doveva rimanere una cosa open, quindi senza avergli dato linee guida specifiche lui ci ha messo del suo, e lui ci ha scritto praticamente la premessa del pezzo: ce lo vedo Gemitaiz che entra dal club con una spallata al maniglione antipanico, si fa i corridoi con tutte le persone poi arriva a vedere me che sono su un cubo a ballare. 

 

UNA DELLE COSE PIU’ BELLE DI MYSS KETA É LA SUA LIBERTA’ DI ESSERE E DI POTER FARE QUELLO CHE AMA , PESA QUESTA CONDIZIONE? 

Io ho la fortuna di avere intorno a me delle persone che hanno la mia stessa mentalità; forse stando a Milano viviamo un po’ in una specie di bolla, ma con Motel Forlanini da quando ho conosciuto loro e da quando ho iniziato con MYSS mi sento sempre più libera di essere quello che sono, di fare veramente quello che desidero e di accettarmi completamente, è una cosa che mi viene sempre più naturale. Istintivamente mi viene sempre di muovermi così, nonostante a posteriori sono una che riflette molto su quello che fa. Alla fine tu quando fai quello che veramente desideri, quello che credi sia giusto per te in quel momento, come puoi pentirtene o come puoi sentirti giudicata, nonostante legga giudizi, commenti tutto sfuma e come se a un certo punto non ti toccassero neanche più, perché sono talmente sicura di quello che ho fatto che per me è ok così. Più ti esponi, più prendi giudizi è la regola. Leoni da tastiera e hater vari non mancano mai. 

 

FORSE IL MIGLIOR MODO PER SENTIRSI DAVVERO DELLE DONNE LIBERE É PROPRIO NON DOVERSI GIUSTIFICARE PER QUEL CHE SI E’ MA “ESSERE” E BASTA. 

Sono d’accordo, io non mi devo giustificare se ho voglia di raccontare quella canzone. O quella data situazione, lo faccio perché mi va, io non devo dare giustificazioni se ho voglia di cantare una canzone come 100 ROSE (feat. Quentin Quaranta). Gli uomini non devono giustificare nulla, sia che piangano o che ridano, perché dovrei farlo io? Sono fatta così. Molti magari ti dicono: “cerchi la provocazione, cerchi l’eccesso” io non la cerco! E’ il nostro modo di comunicare, di buttare fuori le cose: è super saturo, super vivido, mi rendo conto che per una persona che non ha il mio stesso background o il mio stesso modo di pensare è uno schiaffo in faccia, però that’s life raga. 

 

NELLA SFERA FEMMINILE MUSICALE CERTE COSE STANNO CAMBIANDO, MYSS KETA CREDO SIA PARTE DI QUESTO CAMBIAMENTO MANIFESTANDO LA PROPRIA ARTE. UN MODO PER DIRE IO SONO QUI E FACCIO QUESTO, SENZA IMPOSIZIONI. 

Io lo sento del cambiamento ultimamente e mi fa piacere che il mio modo di fare si percepisca in questa ottica, è un modo di ragionare molto maturo. I discorsi che solitamente mi fanno è quello di voler essere a tutti i costi una donna che vuole prendere il potere, anche no, sono semplicemente fatta così. Capisco che si cada nella polemica sterile però, perché a un ragazzo certi tipi di domande non vengono fatte? Stoppiamo questo mondo fatto di femminile versus maschile; esiste il rap, esiste l’hip hop, esiste l’indie esistono semplicemente delle persone che fanno cose diverse, non esistono dei sessi. Io sarei anche per unire i bagni pubblici, lanciamo la petizione! Accetto ogni tipo di commento sulla mia musica, la critica grazie al cielo esiste, vuol dire che quello che produco fa parlare e fa scattare un confronto costruttivo, c’è una reazione ed è fighissimo; i commenti di bassa lega indirizzati solo ed esclusivamente alla mia persona o al mio aspetto fisico sono francamente gli unici commenti che non sopporto, perché non portano a nulla di concreto o intelligente, l’odio puro e gratuito che si scatena molto spesso contro le ragazze sui social è davvero ridicolo, hanno anche rotto il cazzo. Questa tendenza a dover etichettare un certo ruolo a noi donne, che sia quello di moglie, di amante, la business man, quella troppo poco femminile, quella isterica perché si incazza, quella troppo grassa o troppo magra, dai facciamo anche basta, ci siamo proprio stufate. La vera sfida è che questo modo di ragionare non ci sia più, secondo me tutte queste cose lentamente spariranno, il problema è molto grosso e viene sempre più a galla ma sono sicura che piano piano lo smantelliamo, qualcosa sta già cambiando. 

keta readaz
keta readaz

 

C’É TANTO CITAZIONISMO E CI SONO TANTI GENERI MUSICALI DENTRO QUESTO DISCO, TALMENTE TANTI CHE NE CREANO UNO A SUO MODO ATIPICO E QUESTO VA DI PARI PASSO CON LA VOSTRA ATTENZIONE AL VISUAL SEMPRE MOLTO COERENTE, TUTTO QUESTO BACKGROUND CULTURALE DA DOVE ARRIVA MA SOPRATUTTO COME DIVENTA UN RISULTATO FINALE CHE FUNZIONA? 

Secondo me le fai funzionare nel momento in cui diventano parti di te e le ributti fuori a tuo modo; usando la metafora della mortadella che sta sulla copertina di PAPRIKA: se tu ci pensi la mortadella unisce tantissimi pezzi di carni diverse, li mescoli tutti, metti le spezie super contate al grammo, mischi di nuovo tutto e viene fuori una cosa nuova, realizzata da un sacco di ingredienti, ed è più meno la stessa cosa.

Io personalmente sono sempre stata molto curiosa, ho sempre cercato di informarmi, è un momento di ricarica personale, non riesco a stare fuori dal mondo, a non guardare, non osservare, a rimanere all’oscuro, proprio non ce la faccio, sono sempre affamata di nuove cose. La letteratura è un grande amore per esempio, non sono esperta in nessun campo però amo molto i film e la musica di tanti generi diversi. Sono partita da ascolti più indie, per poi virare verso l’elettronica, il rap, contemporaneamente rimaneva l’amore per la musica hardcore sia strumentale che da discoteca, son sempre state davvero tante le cose che mi interessavano, non sono mai andata in verticale quanto in orizzontale. Per esempio a me piace la fidget house, mi piace la musica gabber, mi piace andare ai concerti metal, che sono una delle cose più potenti per l’animo che puoi fare, mi piace anche andare a concerti pazzi di musica elettronica strana, son tutte cose che ti arricchiscono; la curiosità è un motore che ti porta a sbirciare sempre fuori dalla tua comfort zone, non devi mai essere la citazione di te stesso. Anche PAPRIKA è venuto fuori perché c’era un’esigenza di vedere “ fuori”, di fare qualcosa di diverso, a far parlare MYSS su altre basi, su altre sonorità, dialogando anche con altri artisti, sono cose che ti fanno evolvere. La cosa bella di MYSS che è passata è che MYSS è abbastanza forte da passare attraverso ambiti musicali, se domani mi dovesse andare di fare un EP voce e violoncello lo farei, o un EP hardcore metal, perché no? E’ giusto tenersi aperti in tutte queste direzioni, non è giusto auto incasellarsi, non bisogna chiudersi. 

 

CON MYSS KETA NON PUÒ NON ESSERCI UNA COSA: L’IRONIA, IL NON PRENDERSI TROPPO SUL SERIO AIUTA A FAR ARRIVARE MEGLIO IL MESSAGGIO, RIMANE IMPRESSO E SI VEDE CHE TI VIENE NATURALE.

Assolutamente sì, per forza, sono fatta così e siamo fatti così con Motel Forlanini, e questo è il mio tipo di linguaggio. E’ una cosa che non può prescindere perché è intrinseca a me, per me è una cosa scontata, ovvia. E’ il mio modo di guardare il mondo: quando tu ironizzi su qualcosa cosa fai? Osservi, ti distanzi e ironizzi. La distanza che crea l’ironia in realtà è un senso anche di auto protezione volendo, è il mio modo di guardare al mondo e in un certo senso di poterci stare in questo mondo, anche di fronte alle cose bizzarre, strane o brutte, come se fosse la mia arma nei confronti dello sguardo che do al mondo.  

 

MA GABRY PONTE?

Prima cosa Gabry è super sul pezzo, seconda cosa è open minded a dei livelli incredibili, tera cosa incredibile è che ci chiamò lui per la prima volta, ed eravamo tutti scioccati, con il batticuore, lo chiamavamo “maestro”, ci propose di fare qualcosa assieme e noi non ci abbiamo pensato neanche mezzo secondo, era ovvio accettassimo. Gabry oltre che essere bravo a produrre è bravo a produrre anche per altre persone, è una specie di psicologo, ci vuole molta empatia. Ci è venuto subito in mente questo specie di viaggio, con le giostre, la sala degli specchi del luna park, siamo partiti da quello, in realtà potrebbe anche essere una Theresa May che tenta di uscire dall’Europa ma non ci riesce, “vorrei andare casa ma non riesco a fare exit”, una cosa così. Ci siamo trovati da subito, ma siamo andati molto d’accordo, è andato tutto super liscio.  

 

SEI LA DIRETTRICE ARTISTICA DEL MI AMI PER UN GIORNO, QUAL’É LA TUA LINE UP? 

Il MI AMI DI MYSS KETA (in ordine casuale) 

Gomma, Verdena, Carmen Consoli, Giungla, Any Other, Birthh, i 72-HOUR POST FIGHT (5 ore di concerto minimo che me li voglio godere), Populous, Generic Animal, Achille Lauro, Ninos Du Brasil, Congorock dj set, SXRRXWLAND, Young Signorino, Sick Luke special dj set, Cazzurillo, guest stranieri se si può fare direi Vince Staples, Caneda, la Garage Gang, Massimo Pericolo, se fosse ancora con noi vorrei davvero Enzo Carella, i Naftlalina degli anni 2000, sarebbe bellissimo chiedere a Connan Mockasin se viene ma non so se può, però dai proviamo a chiederglielo; se posso continuare a immaginare sarebbe molto bello far fare un dj set sperimentale a Piero Umiliani, e poi Priestess, Joan Thiele, la Bebe e Chadia Rodriguez sarebbe stupendo vedere queste ragazze suonare assieme una volta, potrei andare avanti tutta la vita. 

Se avete bisogno il prossimo anno chiamatemi.  

 

Il 25 maggio MYSS KETA sarà su uno dei palchi del MI AMI festival, prevendite in vendita qui. 

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L'articolo E se MYSS KETA avesse un festival tutto suo? di Chiara Lauretani è apparso su Rockit.it il 2019-04-30 18:00:00

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