Blanco si è messo in mutande per la musica

Il diciassettenne bresciano pubblica il suo primo singolo, "Belladonna (Adieu)", in cui esprime tutto il suo amore per Dalla e le immagini poco nitide. Fino a mettersi del tutto a nudo, non solo metaforicamente, per creare musica

Le foto di Blanco sono di Giulia Bersani
Le foto di Blanco sono di Giulia Bersani

Parlando con Blanco, musicista bresciano classe 2003, si ha la sensazione d’interfacciarsi con uno di quei ragazzi svogliati ma svegli stipati nei meandri dei nostri ricordi scolastici. Il compagno di classe con le materie insufficienti che, pur senza studiare, eccelleva per naturale propensione nella matematica. Uno di quei calciatori slavi – che ricorda anche nei connotati estetici – che si contraddistinguono per talento e indolenza.

Riccardo – questo il suo nome di battesimo – inizia a comporre giovanissimo, senza finalità artistiche pre-impostate: il suo unico intento era far colpo su una ragazza, scrivere un’unica canzone e chiudere nel cassetto dei desideri l’ipotetica eventualità di una carriera da rapper. La situazione sfugge di mano da lì a poco: su YouTube e Spotify compaiono tre brani che raggiungono un buon numero di ascolti grazie al passaparola all’interno del suo istituto superiore, fino ad arrivare alle orecchie dei manager che ancora oggi seguono Blanco e allo spalancarsi delle porte dell’Island Records, sotto Universal, che decide di scritturarlo a sedici anni pur senza un’effettiva canzone all’attivo.

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Blanco è più un punk raver dell’est che un rapper, e proprio in queste sue caratteristiche risiede la sua peculiarità. Approcciarsi al genere urban con lo spirito nichilista dei Sex Pistols, o forse semplicemente con la – apparente – spacconeria ignorante di un sedicenne. La stessa spacconeria che gli fa pronunciare frasi come: "Mio padre mi ha fatto ascoltare una canzone che s’intitola tipo La via delle puttane, aspetto che guardo tra gli ultimi ascolti". La canzone di cui parla è Via del Campo di De Andrè. Poi continua: "È incredibile come si possa utilizzare un linguaggio così crudo e risultare così poetici, parlare di una prostituta e scrivere una delle canzoni più sensibili nella storia della musica italiana".

Le influenze dal cantautorato italiano non si fermano qua: nei lunghi viaggi in cui il padre scarrozza un Riccardo ancora minorenne e spatentato per i vari studi di registrazione della Lombardia, a fare da colonna sonora c'è Lucio Dalla nello stereo. "Hai sentito? È così che si scrive una canzone!" dice il padre, sottolineando i passaggi più evocativi della musica del cantante bolognese.

Belladonna (Adieu), la sua prima canzone ufficiale, verte sull’amato contrasto tra la fragilità della bellezza e la sua brutalità. Come nel caso dell’omonima pianta, delicatissimo quanto velenosissimo fiore. "Belladonna è stata scritta pensando a una relazione in cui due sentimenti opposti come amore e odio sembrano confondersi indissolubilmente in un connubio coinvolgente ma autodistruttivo". Un brano che fa risaltare l'eclettismo di Blanco e la sua sana follia artistica, che ancora non sappiamo verso quali lidi musicali lo condurrà, ma sicuramente lontano da quelli del Lago di Garda, dal paesino di poco più di 3000 anime in provincia di Brescia in cui abita.

"La città è stata fondamentale per crearsi un nome, non credo nel mio caso la provincia si sia rivelata limitante. Mi sono sempre fatto ispirare dalla musica che ascoltavo più che dalla gente che frequentavo, probabilmente avrei scritto le stesse canzoni anche fossi nato in tutt’altra zona d’Italia".

La cover di Belladonna (Adieu)
La cover di Belladonna (Adieu)

"Al lago mi piace andare, ma non a scrivere. Ogni tanto mi ci reco quando mi sento veramente rilassato. Per me il mood è la componente più importante nella stesura di una canzone. A essere sincero preferisco scrivere in garage". Il motivo? "Io scrivo nudo, in mutande, a volte completamente spoglio. So che può sembrare una cosa strana, lo faccio da qualche anno. Credo sia una cosa mentale, quando scrivo mi piace essere rilassato, stare in garage e fumarmi la mia sigaretta. Sentirsi a proprio agio da nudi vuol dire essere nella propria confort zone".

Perché nudi si è tutti più brutti e più veri, cantava qualcuno, e Blanco ci tiene a precisare: "le immagini pulite non mi attraggono, non mi sentirei rispecchiato. La mia immagine è una conseguenza della mia musica, o viceversa: se un giorno decido di raparmi a zero è conseguenza di un sentimento che si riverserà anche nelle mie canzoni". E In fondo, mettersi a nudo non è altro che un modo per esprimere la propria sincerità.

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L'articolo Blanco si è messo in mutande per la musica di Marco Beltramelli è apparso su Rockit.it il 2020-06-25 17:04:00

Tag: singolo

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