Karhys, un'infanzia maltese

La songwriter cresciuta tra Reggio Calabria e Malta pubblica “Hanini” (che significa “tesoro mio”), il singolo che anticipa il suo debutto, "Stuck": un album di ricordi e nostalgia cantato in inglese. La dimostrazione che anche il pop, il genere più radiofonico di tutti, può essere originale

Karhys - dalla cover art del singolo Hanini - foto di Clarissa Cuzzocrea
Karhys - dalla cover art del singolo Hanini - foto di Clarissa Cuzzocrea

Karhys, moniker di Carmen Chirico, 28 anni, cantautrice, non è l’unica talentuosa scappata da Reggio Calabria per inseguire la sua passione. La diaspora dei giovani dal sud verso il mondo (e verso il nord Italia) riguarda anche il produttore della giovane cantante – da pochissimo uscita con Hanini, il singolo che anticipa il disco, previsto per gennaio – Emanuele Triglia, producer e bassista che collabora anche con Alex Han, Ainè, WrongonyouDavide Shorty. E fa parte dei Figùra con Alsogood, anche lui calabrese volato altrove per concretizzare i suoi progetti. Infine, il batterista Federico Romeo e la bassista Gaia Leone, arrivata fino a Los Angeles per fare musica. 

Karhys, invece, ha scelto di fermarsi a Milano. Nata e cresciuta a Reggio Calabria, è italo-maltese: "Mio padre è di Reggio, mentre mia mamma è di Malta. Si sono incontrati in Calabria quando entrambi facevano volontariato", dice. L’artista conosce bene l’arcipelago, e il suo nome d’arte è un omaggio alle sue radici maltesi, perché è un anagramma del cognome materno: "Sin da quando eravamo piccoli, io e i miei fratelli abbiamo passato mesi a Malta, soprattutto durante le vacanze. Adesso è un anno che non ci vado, ma conosco tutto di quella terra, è la mia seconda casa", racconta Carmen.

Karhys - foto di Clarissa Cuzzocrea
Karhys - foto di Clarissa Cuzzocrea

Cresciuta parlando entrambe le lingue, Karhys studia pianoforte classico al conservatorio di Reggio, ma scrive da sempre canzoni: "Quando ho cominciato non sapevo bene cosa stessi facendo, ma ricordo che quando avevo una pausa dallo studio, invece di fermarmi, trovavo ristoro nel cantare o nello scrivere. Dopo il diploma, ero convinta di voler diventare una pianista classica, ma allo stesso tempo combattevo con la voglia di creare musica in maniera diversa", racconta. Così, dopo l’attività concertistica come pianista classica, Carmen decide di cambiare mondo e comincia il progetto solista.

No Problem è il primissimo singolo uscito "fuori di sé", inserito nel primo ep Insight (Beyond My Eyes) del 2019, prodotto e distribuito in maniera indipendente: un perfetto mix tra la voce pop-oriented di Karhys e i beat hip-hop dalle sfumature jazz della produzione del trio Figùra (Illa J, Maro, Melodiesinfonie). Un sound molto diverso da Stuck, il disco in uscita a gennaio e anticipato dai singoli Come On Over e Hanini, fuori tra novembre e dicembre 2020: "Il sound del mio disco di debutto sarà molto più pop. Mi sono sentita molto vicina a Meggie Rogers e ad Ana Whiterose", spiega la cantante.

Anche se i nove brani raccolti in Stuck e quelli presenti in Insight (Beyond My Eyes) sono stati scritti nello stesso periodo, i due approcci alla scrittura sono molto diversi. In Insight, Carmen ha confezionato le sue parole sopra i beat dei Figùra, mentre le canzoni del prossimo disco sono state prodotte a partire da musica scritta da lei: "Ho scritto tutto io, testi e musica, in collaborazione con altri due songwriter e con la produzione di Emanuele Triglia, tranne due pezzi affidati ad Alessandro Donadei, che si è occupato anche della registrazione e del mixing. Le canzoni erano pronte e ho mandato le mie produzioni a Emanuele per fargli intendere il sound che cercavo. Lui ha dato ovviamente la sua impronta ai pezzi, e a breve usciranno. Sono molto felice", dice la ragazza.

Karhys - foto di Clarissa Cuzzocrea
Karhys - foto di Clarissa Cuzzocrea

E continua: "È troppo importante per me pubblicare questo disco. Ci ho speso tanti soldi, tante energie, incluso tante persone e messo in gioco me stessa". Dopo anni al pianoforte in cui Karhys pensava di poter fare solo quello, la necessità di pubblicare un album dal titolo emblematico – Stuck, che significa "incastrata" ­– ricorda il periodo in cui si sentiva intrappolata in una vita che non sentiva sua: "Non è stato facile scoperchiare la mia musica agli altri, e il fatto che abbia sempre rimandato la pubblicazione del disco spiega tante cose", dice la ragazza, e continua: "Una volta pubblicato, sento che sarò libera di potermi approcciare a diversi sound e a diversi modi di scrivere".

Un album introspettivo, intimo, che scava in profondità su ritmi pop conditi da melodie originali. Con questo disco Karhys parla di amore verso persone che non ci sono più o che vorremmo ancora accanto per diversi motivi. Un disco nostalgico, che parla del look back, di quando guardiamo indietro, pensiamo al passato e ci sentiamo ancora legati a eventi che non possiamo più cambiare. Ma Stuck è anche sapere di non essere soli, che è naturale ricordare chi ci manca ed è umano sbagliare: "Proprio per questo ho voluto aprire e chiudere il disco con un’intro e un'outro con due titoli significativi: Starting to Break Not Alone", spiega la songwriter.

Karhys - foto di Clarissa Cuzzocrea
Karhys - foto di Clarissa Cuzzocrea

Dopo una serie di singoli in collaborazione con diversi producer ­– Square One (feat. Kuranes), Maroon (feat. Alsogood), The Trees Still Know e Fresh oj prodotti da Torna –, a novembre Come On Over è il primo assaggio di quello che sarà nel disco: "Ho scritto questa canzone una sera, dopo aver ascoltato la tristezza di mia cugina per non sognare più la madre, cioè mia zia, venuta a mancare anni fa. La stessa cosa era successa a me, quando era mio morto mio nonno: mi mancava e speravo venisse a trovarmi, in sogno. Così è nata Come on Over in my sleep".

Hanini, invece, l’ultimo singolo uscito l’11 dicembre 2020, è una parola utilizzata in maltese, vuol dire tesoro mio: "Spesso mia mamma utilizza questo termine per rivolgersi a me a ai miei fratelli. Ho scritto questo pezzo una sera, travolta dai ricordi dell’infanzia. Pensavo a com’era la mia vita tanti anni fa, quando con i miei fratelli giocavamo per le strade di Malta e nostra madre ci chiamava per rientrare a casa, che era pronta la cena", racconta Karhys.

La nostalgia e i ricordi sono al centro degli ultimi singoli e di tutto il disco in uscita a gennaio, interamente in inglese, come sempre nella musica della giovane songwriter: "L’inglese è una parte essenziale di me. Anche nella vita di tutti i giorni questa cosa mi divide a metà. Non so dirti se sogno in inglese o in italiano, perché non penso mai alla lingua che uso, ma so che scrivere in inglese mi viene naturale", dice Karhys. Che, comunque, non esclude l’ipotesi di scrivere in futuro altri pezzi in italiano: "Quando ero più piccola avevo già sperimentato di scrivere nella mia seconda lingua, ma non lo sentivo un approccio davvero mio".

Cover art di Hanini, ultimo singolo di Karhys
Cover art di Hanini, ultimo singolo di Karhys

È il sogno di chiunque faccia musica vivere di questo, ma al momento Karhys non ha fatto di quest’arte il suo lavoro al cento per cento: "Sappiamo tutti quanto si difficile, soprattutto in questo periodo storico, lavorare in questo settore. Devi essere versatile: io, ad esempio, do lezioni di pianoforte e di inglese, oltre che scrivere. Ma non riesco a immaginare una giornata in cui la musica non sia presente", dice.

Per ora, Stuck è in arrivo. Un disco pop, ma accurato nel suono e nei testi. In futuro, Karhys ha già musica pronta, deve solo capire come e quando farla uscire: "Attendo con ansia di poter suonare live, anche perché non ho fatto tantissimi concerti. Nel 2019, ero in tour con i Figùra, ho suonato in acustico alla House of Vans, a Barcellona, ma sempre troppo tempo fa!", dice la ragazza.

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L'articolo Karhys, un'infanzia maltese di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2020-12-14 12:30:00

Tag: singolo

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