Flamingo Records, punk in Genova

A Genova c'è un'etichetta che è anche un negozio di dischi, gestita da una coppia di sposi amanti di rock, creste e DIY. Fa uscire solo formati fisici, supporta la scena locale. Abbiamo chiesto ad Albe, il proprietario insieme a Emi, che si prova ad avere questo tipo di attitudine nel 2021

Maso, Emi e Albe di Flamingo Records
Maso, Emi e Albe di Flamingo Records

"La nostra è una storia quanto mai semplice e banale: eravamo due fidanzatini alle prese con lavori che odiavamo, senza particolari capacità e aspirazioni lavorative che passavano le giornate a girare in macchina ascoltando cd e le serate a sentire vinili sul divano. Uno dei posti più fichi di Genova era Taxi Driver, il negozio di dischi di Maso e Sara (oggi nostri collaboratori), specializzato in stoner, doom, sludge e simili, abbiamo pensato di riprendere la loro esperienza e riportarla in ambito punk, dando vita a negozio ed etichetta. Dopo tre anni abbiamo pensato di allargarci alla musica alternativa in generale e farci aiutare dai ragazzi di Taxi Driver per creare quello che ad oggi è uno dei negozi di dischi (sì, me la tiro) con più personalità in Italia. Diciamo che lo considero il paradiso di chi ama la musica post '77".

Così parla Alberto Canale, titolare della label Flamingo Records e del negozio di dischi dallo stesso nome con la moglie Emi. Un'etichetta punk che crea solo supporti fisici nel 2021: CD, cassette, vinili. Dovrebbe essere da preservare dall'UNESCO come patromonio dell'umanità: "È un'attività abbastanza controproducente se non si punta alle ristampe, cosa che (per ora) non ci interessa. A farti venire la voglia di continuare è la passione dei gruppi stessi ed il fatto che ci sia tanta musica fichissima che nessuno conosce e che, per i motivi più disparati, affonda nel calderone di internet senza lasciare traccia. Poi ti dirò, sono poco pratico con il computer, perciò se mi piace un album mi viene quasi più comodo proporre al gruppo di stamparlo che ascoltarlo online".

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Ci dice che il motivo per cui non accetta file ma supporti fisici dalle band che lo contattano è perché: "Serve  per scremare i 'culi molli' da quelli che vogliono sbattersi sul serio", quindi capite da soli che qui si parla di attitudine, che o ce l'hai o non la compri. Mi viene una gran voglia di fargli una domanda scomoda e mi metto a fare il paragone tra punk e ascesa della trap e affini, i cui dischi  nascono spesso in una cameretta o in un garage e vengono distribuiti online senza intermediari. Fuori dal contesto musicale, è un approccio non del tutto diverso.

"Io non ho nulla contro nessun tipo di musica, anche se faccio fatica ad ascoltarla. L'approccio che ogni generazione ha nei confronti della musica è sempre dettato dalla realtà del momento e non dall'attitudine, quarant'anni fa fare musica elettronica era per esempio ad appannaggio dei pochi che potevano permettersi costose apparecchiature, a tal proposito è molto interessante quanto detto da David Byrne nel suo libro Come funziona la musica, nel quale spiega come la musica si adatti al contesto di esecuzione e riproduzione: nelle pianure africane un tamburo si poteva sentire per chilometri, mentre in una cattedrale gotica le percussioni rimbombano in modo indefinito e quindi organo e canti gregoriani si adattano meglio, infine al Cbgb's qualunque tentativo di portare melodia era del tutto privo di senso, l'acustica faceva schifo e proprio per questo lì si svolgevano feroci concerti punk".

 

Maso, Emi e Albe di Flamingo Records
Maso, Emi e Albe di Flamingo Records

E ancora: "Ora la musica si fruisce da impianti piuttosto scadenti (cellulari per lo più) e si può facilmente fare a casa, è normale che un ragazzino squattrinato scarichi un beat e ci improvvisi sopra, non lo vedo diverso dal cantare su un vecchio disco riprodotto da un system ad Harlem, costa sicuramente meno che comprare chitarre e batteria ed affittare una sala prove. E ti dirò di più, tanti "vecchi" si stanno spostando sul garage punk con batteria elettronica, quello che volgarmente si definisce Devocore, semplicemente perché in pandemia non si poteva andare in sala prove e persino le vecchie cariatidi come noi si sono adattate al contesto. Penso che la musica sia un po' come una brutta infiltrazione d'acqua, trova sempre una fessura per venire fuori".

A proposito della pandemia e di tutte le difficoltà per la musica in generale, pare opinione comune che la vendita di dischi in vinile sia andata piuttosto bene, per tutti quelli che se ne stavano a casa con un sacco di tempo libero a spulciare discografie online: "Credo che le vendite di dischi siano aumentate, soprattutto usati e vecchie stampe da collezione. L'etichetta non è andata male, aver fatto uscire copie limitate ha aiutato a non finire in un bagno di sangue economico".

 

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Mi ha stupito vedere i Klasse Kriminale, storica band savonese di Oi!, punk e ska, nel catalogo di Flamingo, insieme a molti nomi nuovi della scena. "I Klasse non sono usciti per Flamingo, ho aiutato Marco Balestrino, che è ormai un amico, a far girare un po' l'album essendo lui fermo a livello di concerti e dovendosi dedicare a lavoro e famiglia, anzi, ne approfitto per ringraziarlo, dare una piccola mano a un gruppo come i Klasse Kriminale è un onore ed ha aiutato noi a crescere, inoltre penso che Vico dei Ragazzi sia uno dei dischi rock 'n' roll più belli dello scorso anno".

La label è nata per supportare la scena ligure, quella conosciuta e frequentata, poi si è allargata a tutta Italia: "Per quanto riguarda le scelte, con i genovesi siamo un po' meno formali, se c'è un gruppo che ha bisogno lo aiutiamo 9 su 10 almeno nella promozione o con qualche consiglio, i gruppi invece da fuori devono essere già un po' più 'pronti' oppure giovani con idee un minimo innovative, deve vale la pena di far uscire un disco, ci sono già troppe porcherie in giro, vedi per esempio i dischi degli Small Thing (la mia band) che mi produco da solo e quindi fa uscire ogni schifezza possibile (ride n.d.r)". 

 

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Il futuro non può che sorridere a chi vive di passione, ma la passione dev'essere supportata dalla partecipazione, altrimenti rischia di andare tutto a farsi bendire. Perché anche un negozio di dischi e un'etichetta hanno bisogno di concerti: "Anche perchè, diciamocelo, gente che va ai piccoli concerti non è che ce ne sia tanta, i Metallica possono pure non suonare per dieci anni e star bene, i gruppi 'medi' hanno bisogno di un'intensa attività per campare e meriterebbero più supporto". Amen.

 

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L'articolo Flamingo Records, punk in Genova di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-01-27 15:56:00

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