Greta dei miracoli

A 19 anni Damien Rice la fa salire sul palco con sé e da quel momento non scende più. Ora per Greta Zuccoli, 23enne napoletana cui tutto pare capitare quasi per magia, arriva la sfida di "Sanremo Giovani", dove avrà dalla sua anche Diodato

Greta Zuccoli - foto di Luisa Carcavale
Greta Zuccoli - foto di Luisa Carcavale

Con Ogni cosa sa di te, Greta Zuccoli, 23enne di Napoli, parteciperà nella sezione Nuove proposte alla prossima edizione del Festival di Sanremo, dal 2 al 6 marzo 2021. Un bel brano, "classico e d'atmosfera", scritto testo e musica dalla cantautrice napoletana. Con la produzione artistica di Tommaso Colliva e Diodato, che ha voluto Greta nella sua band per il tour estivo Concerti di un’altra estate del 2020.

Il percorso insolito e ricco di collaborazioni importanti di Greta comincia a 19 anni. A pochi mesi di distanza dal rilascio del suo primo EP (autoprodotto con la sua band, il trio pop-folk Greta & The Wheels), c’è stato un incontro che le ha cambiato la vita: quello con Damien Rice, uno degli artisti che più ha influenzato la produzione della giovane artista. "Ero a un suo concerto a Napoli, nel 2017, al Teatro Acacia. Finito lo spettacolo e usciti dal teatro, lui iniziò un aftershow per la folla di fan fuori ad aspettarlo, nella speranza anche solo di vederlo di sfuggita", racconta Greta.

Greta Zuccoli - foto di Luisa Carcavale
Greta Zuccoli - foto di Luisa Carcavale

A un certo punto, ironicamente, Damien disse di essere stanco e chiese a qualcuno di suonare al suo posto. Greta era lì di fianco, e per caso il cantautore irlandese si girò verso di lei e le mise la sua chitarra addosso: "Cominciai a cantare una canzone, dimenticando gli accordi per l’emozione. Allora, improvvisai ad occhi chiusi. Ero volata via da un’altra parte. Fu una magia, non lo dimenticherò mai".

"Di lì a poco Damien Rice mi ha ricercato per chiedermi di fare musica insieme. Quella è stata la svolta della mia vita: avevo 19 anni ed ero molto giovane, studiavo canto jazz al Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli", ricorda Greta. Che fino a quel momento aveva vissuto la musica come un amore incredibile, ma solo come una passione, e non era del tutto sicura di quello che avrebbe fatto in futuro.

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Nè poteva immaginarlo: una corsa incredibile a partire dalle prime esperienze fuori dalla sua città, la partecipazione al live di Damien Rice nel 2017 all’Olympia di Parigi, passando per la sua tourneè europea Wood Water Wind Tour nel 2018, fino all’Ariston (e al futuro disco da solista): "Sognavo da sempre di salire su quel palco, accompagnata da quell’orchestra incredibile. Guardare il Festival in tv è sempre stato come prendere parte a un rito, un momento che mi ha sempre lasciata molto meravigliata", dice Greta.

"Pensare di partecipare è surreale, soprattutto in un anno così delicato e difficile per il mondo dello spettacolo e dell’arte. Cantare qualcosa di mio dal vivo è un privilegio. La vivrò come un’opportunità per scavare ancora più a fondo nella persona e nell’artista che sono diventata. Un punto di partenza di un percorso nuovo", da inaugurare con una delle prime canzoni che la giovane cantautrice scrive in italiano, Ogni cosa sa di te.

Greta Zuccoli - foto di Luisa Carcavale
Greta Zuccoli - foto di Luisa Carcavale

Un brano che affronta, tra echi brit-folk e cantautorato, il tema delle distanze che ci separano dall’altro e che a volte sembrano incolmabili: "Nel brano ho cercato di esprimere, da una parte, il peso di sentirsi molto distanti da una persona che fino a quel momento era vicina, e la nostalgia di quel rapporto. Dall’altra, il desiderio fortissimo di avvicinarsi ancora a lei, e la conseguente liberazione da quel peso", spiega la cantautrice.

Non a caso, Greta utilizza nel testo la metafora degli alberi, per restituire quel senso di leggerezza e tensione verso il cielo, una volta avvenuta la riconciliazione con sé stessa. Anche nel videoclip (per la regia di Ludovico Di Martino) si rende l’idea di questa rappacificazione interiore: "Nel video si ricostruisce il ricordo una storia d’amore attraverso la performance di due amanti-ballerini, Giulia Federico e Adriano Bettinelli", racconta.

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"I due amanti, in un primo momento non hanno alcuna interazione con me, a rappresentare un ricordo che sembra esistere solo nella mia mente. Ma pian piano quel ricordo prende vita, colmando ogni distanza, e inizia a prendersi cura di me, a guidarmi verso una nuova consapevolezza", continua. E verso la riconciliazione con sé stessa e con l’altro, che si realizza finalmente nell’abbraccio finale: "Lì, per un attimo, mi rappacifico con me stessa, e parte la mia rivoluzione".

Ogni cosa sa di te porta con sé gli echi delle suggestioni musicali che fanno parte del background artistico di Greta Zuccoli. Quindi trip hop, cantautorato, brit rock: "A casa mia si ascoltava Joni Mitchell, Cat Stevens, tantissimo folk, oltre al cantautorato italiano. Fuori dalle mura casalinghe, il confronto con tantissimi musicisti ha contaminato i miei ascolti e con il tempo mi sono aperta a mondi diversi, in particolare quelli di Björk, dei Massive Attack e dei Portishead", dice Greta.

A differenza della produzione in inglese con i Greta & The Wheels e il primo singolo da solista Golden Cracks, l’italiano di Ogni cosa sa di te permette all’artista di porgere le sue emozioni senza nessun filtro o timore: "La cosa a cui tengo di più nel momento in cui scrivo è che la mia musica arrivi nella maniera più sincera possibile a chi ascolta. È bellissimo quando qualcuno mi confida di essersi riconosciuto nelle parole che scrivo. Se la mia storia si intreccia con quella degli altri, significa che l’emozione è arrivata. E a prescindere dalla gara, da Sanremo, da tutto, per me è davvero questo ciò che conta".

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L'articolo Greta dei miracoli di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2021-02-22 10:00:00

COMMENTI (1)

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  • solanas 3 anni fa Rispondi

    Forse l'intervistata intendeva Joni Mitchell, non John.