Avanzo della Massa Do it Yourself 2015 - Rap, Hip-Hop, Pop rock

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“Questa notte ho fatto un incubo: ho sognato di essere uguale a tutti gli altri.” Per fortuna era solo un sogno perché “Do it Yourself” è davvero tutt’altro.

Disagio, disincanto, sfogo, sperimentazione musicale. I quattro elementi che in sintesi compongono questo progetto e lo portano lontano da tutto il resto. Un’intro senza troppi fronzoli, poi, le presentazioni: "Avanzo della massa” non è solo la prima traccia manifesto dell’album ma anche il nome che Mirko e Giuliano, due fratelli di Roma apparentemente agli antipodi quanto a stile musicale, hanno scelto per realizzare insieme “Do It Yourself”.
L’avanzo, il residuo, quello che pensa fuori dagli schemi e si sente intrappolato dai sistemi. Ma anche l’avanzo come atto dell’avanzare, di andare oltre. L’album è l’espressione di un forte dissenso, una critica nei confronti delle caste di qualsiasi tipo: politiche, musicali, ideologiche; è una critica al panorama odierno attraverso testi rappati senza peli sulla lingua.
Ci sono momenti più cupi (“The Others”, “Brighton Hotel”, “Supernova”) caratterizzati da produzioni più hip hop che rock, altri più militanti (“Rage”, “Avanzo della massa”), alcuni dedicati all’amore e alla fuga (“Lontano”, “Over The Clouds”). L’unico modo per fare la differenza per discostarsi dal mondo che conosciamo è quello di fare da sé, come da titolo, uscendo dalla mediocrità, scappando, se necessario, da quell’acquario dove l’uomo medio nuota convinto di essere al sicuro. Un’autoanalisi matura e disincantata delle sensazioni di rancore, delusione e rabbia, riversate in un prodotto musicale ben riuscito.
Il tappeto sonoro piacerà agli amanti del rock melodico nella sua semplicità, proponendo giri armonici che restano impressi e ritornelli cantati in inglese, questi ultimi presenti in quasi in tutti i brani, a volte di ispirazione cinematografica (“Bentornato nel Far West”), altre volte di spunto classico con chitarre e batterie imponenti e onnipresenti, come nelle migliori produzioni di questo genere.
L’esperimento, riuscito bene in questo caso, è stato quello di far convivere il ritmo deciso del rock dominato dalla grancassa, con l’extrabeat del rap preciso non solo nella tecnica ma ricco di contenuti senza mai svuotare le parole del loro significato.
Un esempio lampante e piacevole di commistione di genere.

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La recensione Do it Yourself di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-03-10 00:00:00

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