Nomadi Una storia da raccontare 1998 - Rock

Una storia da raccontare precedente precedente

E' l'inconfondibile stile dei Nomadi, semplice ma d'impatto, che ci accompagna per l'intero disco; e noi rimaniamo incollati ad ascoltarlo, attenti a non perdere neanche un minuto della storia che hanno da raccontarci, cosi' ricca di spunti per riflettere, per ricordarci la grandissima importanza della vita. Cosi' partono dalla disperazione del condannato a morte, impotente verso il proprio stesso destino, passando poi all'importanza che ha l'affetto degli amici, fino al rispetto delle tradizioni secolari di un popolo, di una tribu' a cui non deve mai mancare la liberta' di vivere... Sogno o realta', i testi dei Nomadi sono sempre molto poetici ed introspettivi; hanno infatti fatto la fortuna di questo gruppo dalla lunga storia. Pero' attenti a non lasciarsi trasportare troppo da questi moralismi magari a volte cosi' evidenti da lasciare l'amaro in bocca. Forse questa "storia da raccontare" sa un po' di gia' sentito? L'originalita' non e' certo a grandi livelli; c'e' da tener presente anche che il vastissimo e affezionatissimo pubblico di questo gruppo non accetterebbe per niente al mondo che i Nomadi fossero diversi da come sono. Allora per non rischiare e magari cadere malamente, meglio rimanere fedeli alla propria ricetta musicale, consapevoli pero' di risultare un tantino per cosi' dire "passati". Sara', ai posteri l'ardua sentenza; un elogio particolare va comunque alla canzone "Ti lascio una parola (Goodbye)", dalla notevole spontaneita' e ricca di sincere emozioni.

---
La recensione Una storia da raccontare di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-03-18 00:00:00

COMMENTI (5)

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia
  • elisa 17 anni fa Rispondi

    nooooooooooo!!! avete baccato una recensione di Camillo!!! storico!!!! stampate ed incorniciatene tutti!!!! :[

    ...i nomadi sono il primo gruppo di cui ho memoria live.... ero una piccola bimba che scorrazzava sotto il palco nella verde emilia, davanti a daolio... mi ricordo che strano era vedere che le voci delle cassette di mamma e papà avevano un corrispettivo umano...
    poi sono diventati quello che tutti avete sotto gli occhi, ma per me i nomadi sono quelli di "Utopia", della gucciniana "Ofelia" e di "Come potete giudicar". e ci sono affezionata.

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    è del 1998. oggi non credo succederebbe

  • gabriel 17 anni fa Rispondi

    il prossimo passo sarà recensire lo zecchino d'oro.

    chemmerda

  • nicko 17 anni fa Rispondi

    credo di non aver mai odiato un gruppo quanto i nomadi, anzi posso tranquillamente dire che per me la più brutta canzone italiana di sempre è "io vagabondo", quando la sento mi vengono i crampi allo stomaco e i conati di vomito.
    bleah!
    :=

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    BELLISSIMAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!sempre nomadi...vvb:[