W-XNG s/t 2005 - Rock

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Confesso un certo stupore. I W-XNG scelgono di presentare le sei tracce del loro primo demo non per intero. Cioè: ognuna di esse sfuma dopo al massimo due minuti di registrazione. Voi siete lì, che ascoltate quel loro sound easy listening e melodico. Vi siete appena immersi nel primo brano ma quello, ad un tratto, vi sfugge come vasellina dalle mani, appena dopo l’acuto vocale. E così per tutte le successive. Allora uno, prima d’ogni riflessione musicale, si chiede: è un nuovo modo per fustigare l’ascoltatore, lasciandolo a bocca asciutta sul finale? Come quando alla radio senti un brano che ti piace e poi lo speaker attacca a sparare cavolate quando manca ancora un minuto alla fine? Una specie di fustigazione sadica, stile coito interrotto? Oppure è come se dicessero: tanto la nostra struttura melodica la capisci già dopo un minuto che suoniamo e, quindi, checcefré di fartela sentire tutta? Non lo so, il dubbio temo resterà.

In effetti le sei tracce puntano ad un’immediata riconoscibilità, che difficilmente incontra sorprese, rispettando appieno lo strofa-ritornello-strofa tradizionale. La voce, calda e profonda, e l’abilità tecnica del gruppo salvano un po’ una situazione che comunque non mi convince fino in fondo. Sarà che mi sento defraudata di alcuni minuti d’ascolto, sarà che odio le cose troncate a metà (sono qui che provo a fantasticare… e mi dico che forse è stato un loro voluto escamotage, magari per stuzzicare la mia voglia d’immaginare quello che manca… Eh? Ditemi che è così, ditemi che tutto ciò è un’originalissima tattica promozionale per accattivare chi ascolta… Aspetto fiduciosa la risposta.)
Per il resto, i testi dei W-XNG amano la rima facile per concetti immediati, con qualche rischio di essere più hype che contenuto. Perché, nei testi, l’immediatezza e l’abile descrizione del circostante sono qualità. Ma il limite da non oltrepassare si chiama banalità. Ed i W-XNG sembrerebbero capaci di lavorare su questo, per il futuro. Sono brani radiofonici, in questo senso, un po’ global relax, nonostante ritmiche non così soft (bello l’intro sospeso di “Anima e corpo”). Eppure riconosco loro capacità d’esecuzione e tecnica, frutto d’esperienza e mai d’improvvisazione. E queste vanno sfruttate, per dare più sostanza al sound complessivo e meno al dettaglio sonoro. Perché mi resta il sospetto che un buon lavoro di post-produzione ed una spinta su altri lidi sonori, meno melodici, li aiuterebbe.

Io, però, la prossima volta, vorrei i brani per intero. Almeno potrò spaziare dall’alfa all’omega, come si conviene.

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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2005-04-20 00:00:00

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