Brani oracolari che suonano l'attuale smarrimento: i Sycamore Age sono dannatamente bravi e si può morire dalla voglia di ascoltare "Castaways" sottopalco.
Approcciano il nuovo decennio con un concept quasi visionario i Sycamore Age, band attiva da circa dieci anni negli ultimi giorni del 2020 ha pubblicato ufficialmente “Castaways”, il nuovo disco per Woodworm / Universal.
Otto tracce il cui nucleo pulsante appare, come si diceva poco prima, quasi divinatorio: è scaturito tutto dalla open track “Castaways Without a Storm”, il cui spunto, esteso poi a tutto il long play, è focalizzato sullo smarrimento e l'apatia generalizzata che si vive in questa società fatta di agiatezza. Tutto molto a fuoco, drammaticamente contestualizzabile al presente, ma la magia sta nel fatto che le idee risalgono al 2019, ben prima di Covid e canzoni sui balconi. Ma i superpoteri dei cinque stregoni oracolari che formano il progetto toscano non si fermano qui, perché un disco bisogna poi suonarlo e loro sono dannatamente bravi. Anarchia ragionata per eccessi di grande qualità tecnica e campi sonori che travalicano il funk ed il jazz per banchettare sul common field del rock: le estrazioni personali variegate dipingono frammenti compositivi dalle multiformi ed eterogenee pennellate, per un'esperienza d'ascolto che pretende (con merito) il giusto tempo e l'attenzione che solo una proposta magnetica può meritare.
Si rivela, quindi, un disco da ascoltare e da mettere nuovamente in play senza troppe remore: “Castaways” è così, è l'affermazione che la musica suonata continua ad esistere (che sia benedetta!) nonostante le tendenze dell'arte siano orientate verso altri lidi.
Si muore dalla voglia di sentirle sottopalco queste canzoni, ed andiamo avanti con la speranza che sia possibile godersele molto presto.
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La recensione Castaways di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-01-26 12:59:52
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