Marti Unmade Beds 2006 - Cantautoriale, New-Wave, Dark

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Guarda la copertina di questo disco. Capisci tutto. Affacciati alla finestra su questa notte. Scosta le tende. Troppa notte. Non dire subito che la decadenza è un lusso, saresti banale. Cerca parole nuove o apri il cuore e ascolta. Intanto allenta la cravatta se vuoi, ma non toglierti la giacca e accenditi una sigaretta. Guarda la copertina, chi ci vedi? I dEUS? Già. Vai avanti. I Cousteau? Sì. Nick Cave? Forse. Tindersticks? Yes. E uno sguardo carico di ciò che non sai. Vai o resti? Chiaroscuri al neon. Marti, chi sei/siete? Fuori per un’etichetta sempre più da tenere d’occhio: la Green Fog Records. “Unmade Beds” disco d’esordio per Andrea Bruschi (autore e compositore) e un’ensemble di amici/musicisti. Produce (e suona) Paolo Benvegnù (senza calcare troppo la mano, viene da pensare e ringraziare).

Un disco splendido. Una sorpresa assoluta. Non diciamo insperata perchè poi ci speriamo sempre. Un tappeto di velluto che copre l’immondizia che in realtà tutti siamo. I Soft Cell meno eccessivi che cantano la Genova perduta che più o meno ti immagini di notte. I vicoli bui e le luci del porto. Letti sfatti e puttane che non sono più dolci come una volta. Ma non solo. 12 canzoni. Una linea scura che attraversa l’animo inquieto d’Europa e traccia rotte per tutte le città insieme industriali e portuali, sù fino a Manchester. Indie canzone d’autore swing jazz noir urbano: te lo immagini un David Bowie se non avesse fatto successo e, depresso, si fosse trasferito in qualche angusto monolocale e avesse cantato in una band genovese? Qualcosa così, un’eleganza dimessa. Un disco che gronda spleen a ogni solco. Ci siamo capiti.

Portami via di qui. Ti prego. Portami Lontano. La notte, affacciati su troppa notte, ascolteremo questo disco. Non so dirlo meglio. Sarà perfetto.

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La recensione Unmade Beds di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-09-25 00:00:00

COMMENTI (17)

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  • pons 15 anni fa Rispondi

    Sì. Il live alla collinetta al MI AMI fu molto bello.

  • harno 15 anni fa Rispondi

    La sommiglianza vocale di Bowie,come certe atmosfere musicali alla Cousteau,sono evidenti ma dico...questa però è una bella voce,che molti si sognerebbero di avere,se poi ci aggiungiamo della musica come questa...bingo!
    Assomigliare vocalmente a delle icone del pop, o del rock a volte sembra essere una colpa.
    L'omologazione non è sempre bella, ma quando si canta bene come in questo caso,ascoltare diventa sempre un piacere.
    Voglio immaginarmi che live,il vero phatos emerga ancora di più.

  • utente0 15 anni fa Rispondi

    Mah, mah, mah
    Esordio convincente, secondo me, atmosfere malinconiche. A me sono piaciuti, vediamo il seguito.
    S.

  • utente0 16 anni fa Rispondi

    spiace essere una voce fuori dal coro. personalmente, a me non riesce a interessare, sembra sia composto apposta per essere stravagante; cosa che viene bene a qualche raro genio ogni secolo.

    ad esempio, citate tutti bowie, eppure le sue canzoni sono nettamente più orecchiabili - sì, sto dicendo nel senso di pop.

  • utente0 18 anni fa Rispondi

    Complimenti ancora per il disco, la prossima volta che suonate a portata di macchina non mi lascerò distrarre da gonnelle anni '80. Promesso.

  • utente0 18 anni fa Rispondi

    nelle vibrazioni vocali mi' e' balzato subito nella mente il paragone con lui...nulla di che a mio avviso

  • rudi 18 anni fa Rispondi

    bel disco davvero...
    io personalmente ho trovato inflenze fortissime dei Tuxedomoon, (talvolta al limite del plagio): la drum machine, il sax, ma non solo...
    E' solo una mia impressione?

  • el 18 anni fa Rispondi

    "...they say...jump!"

    ...azzo, nel primo pezzo sembra davvero di ascoltare David Bowie! La voce, gli svarioni di pianoforte, i cori... Ma questa non è una critica...come potrebbe? I pezzi sono ben fatti ...eppoi ADORO il Duca!!! Inoltre, odo che la voce e la musica hanno anche altre sfumature (terzo pezzo). Ora, sono all'ottavo pezzo e proseguo con l'ascolto...in effetti pure il paragone con i Cousteau ci sta. Però quell'alito gelido di vento che mi viene in mente quando ascolto Bowie continua ad essere presente...se a qualcuno non piace quello, dubito che possa piacere questo gruppo... Comunque, ho già deciso di vederli live.

  • xalex 18 anni fa Rispondi

    A me non sembra che qualcuno stia scherzando, poi la linea da seguire in questo disco non è solo una. Ascoltalo bene perfavore, è un disco d'esordio sorprendente.
    P.S. complimenti a Fiz.
    Ciao :)

  • xalex 18 anni fa Rispondi