Biografia wewe

Nomade è colui che si muove in uno spazio. In uno spazio che però è fisso (una città, il mondo). Ma se colui che si muove, oltre al suo movimento genera un movimento dello spazio che lo circonda, tutto diventa più complesso e si deve ricorre a concetti diversi. Come quello di interzona. Interzona non è però solo una categoria geografica, ma anche culturale e/o psichica. Un ambito che non può essere messo semplicemente in una mappa. La musica che Wewe propone ha questa ambizione. E' il tentativo di essere rock, punk, grunge, jazz, folk allo stesso tempo. Ma a differenza del crossover non è un attraversamento di generi diversi. Piuttosto è la ricerca di una ricostruzione in una unità stilistica, anche molto semplice nei fraseggi musicali. Molti all'ascolto, nel provare a cercare riferimenti e si troveranno a ricorrere a citazioni che appariranno quasi ossimori musicali. Le atmosfere, che qualcuno ha definito amniotiche, sono costruite a partire da arpeggi di chitarre acustiche, che si sviluppano loop quasi mantrici, su cui si intarsiano riff psichedelici, ritmi quasi jazz e una voce che non può non far ricordare Seattle. Il deserto, i suoni del deserto. E poi il mare prima calmo. Variato dagli infinitesimali movimenti ripetitivi delle onde. E poi a volte dei crescendo, fino alla tempesta: le chitarre elettriche, soniche. Un insieme che la rivista BLOW UP ha definito come quelle di “un gruppo con le foto di Cave e Lanegan nel portafoglio: cuore nero blues più che wave, spoken word epico dalle suggestioni letterarie e desertiche.”. I cinque musicisti dei Wewe arrivano da alcune variegate esperienze della Torino dei gruppi di base e punk dei primi anni '80. Alcuni hanno poi suonato in alcune formazioni noise e punk negli anni '80 e '90 (tra questi i Fluxus, gli Ifix Tcen Tcen). Dopo alcuni anni di pausa nel calpestare i palchi, ma di attenti, approfonditi e vari ascolti, nel 2008 hanno avuto la fortuna di re/incrociarsi decidendo di costruire questo nuovo progetto musicale, che ha avuto il suo debutto nel 2009 in uno dei club più importanti e innovativi della scena indie italiana (Spazio211). Hanno poi partecipato al festival internazionale di Polverigi nel 2009 con il progetto Concerto 10 pezzi e una favola. Nel 2010 hanno lavorato al disco di esordio presentato ad ottobre allo sPAZIO 211 e alla FNAC, e ora in vendita su cd e in tutti i principali negozi online, e quelli di musica alternativa a Torino.

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