La serietà è morta nel 14

La serietà è morta nel 14

7After

2019 - New-Wave, Dark

Descrizione

COMUNICATO STAMPA EP “La serieta' e' morta nel 14” di 7After
La band romana 7After a distanza di un anno e mezzo dall'ultimo EP “ Torneranno i Russi a Fiuggi annuncia l'imminente uscita del nuovo EP di inediti, prevista per il 5 Novembre. Sara' presente nei principali store digitali e nei migliori negozi di dischi indipendenti in versione CD.
La serieta' e' morta nel 14 e' un disco dalle sonorita' dark che evocano la scena della migliore new wave italiana degli anni 80 con richiami al presente sia nelle sonorita' che nei testi, un viaggio critico nell'Europa delle sfaccettature piu' nere.
“La serieta' e' morta nel 14” è un EP New Wave/Dark Wave, inciso registrando in presa diretta gli strumenti affinché in tutto risuonasse l’urgenza del lavoro di una live band di lungo corso. Le canzoni dei 7After descrivono un’attualità socio-politica di feroci diseguaglianze erede di un passato irrisolto pronto a tornare. “La serieta' e' morta nel 14“ è un esempio di immediata comprensione.
Volevamo un titolo che identificasse uno stato interiore, un malessere diffuso e contemporaneo.
“I generali amano le viole” è ispirata dal controverso scrittore francese Louis-Ferdinand Céline. Un’istantanea di uomo sconfitto, imbrattato dall’assurdità del male del proprio secolo, prigioniero del personaggio da sé stesso costruito ma capace di librarsi ancora, in cerca di redenzione, oltre le miserie, le macerie del proprio io scavalcando i confini dell’esilio con la sensibilità di un’ultima scrittura che è un grido contro la guerra dei popoli e dei poveri, contro la grande beffa del potere che porta gli umili uno contro l’altro (“...di intere nazioni spedite sotterra partite in baldanza per fare la guerra… di pane e parole, che il popolo vuole, da ogni beccaio che ama le viole...”), come infine parafrasa il titolo: (“Gli piacevano i bei giardini e i roseti, non ne mancava uno di roseto, dovunque passassimo. C'è nessuno come i generali per amare le rose. Si sa --- L.F. Céline, “Da un castello all’altro”). Una simile inquietudine che si ritrova anche nella successiva
“Nessuno fara' nulla” (“Noi giocavamo bambini a comportarci da grandi soldati, spade e mostrine e cavalli di legno senza mai rimanerci ammazzati”) che attualizza i versi dolenti che furono di Nedžad Maksumić (“Indicazioni stradali sparse per terra”) e dei CSI di Zamboni – Ferretti (“Nessuno fece nulla”). Negli orrori balcanici di un passato recente i 7After individuano l’incombenza di un’irrazionalità senza scrupoli che serpeggia irrisolta nell’Europa di oggi.
“La cantica dei disertori” è il tributo a chi il fucile infarcito di retorica della guerra dei potenti combattuta dai pezzenti non ha voluto imbracciarlo pagando il prezzo più alto. Obiettori, disertori, rifugiati, bibelforscher, egualmente sacrificati nell’immane massacro di popolo e non ancora riabilitati. (“...da chierici, fanatici, di ogni confessione, sempre genuflessi allo stivale di un padrone devoto alla retorica del sangue popolare: negata è la memoria a chi non l'ha voluta fare”). Testi che esprimono rabbia e avversità nei confronti di una diseguaglianza, che nei tempi cambia volto e nome ma continua a tirare i fili di ognuno , come ne
“La carne da cannone” che canta le due facce della strumentalizzazione che il potere opera sulle masse: da un lato i meno abbienti, gli ignoranti del cosiddetto “primo mondo”, costretti ad arruolarsi in cerca di un salario, dall’altra le vittime della guerra imperialista costrette a scappare dal proprio paese. (“...la carne da cannone truppa d'occupazione in nome di un padrone che una faccia non ce l'ha/Scappa la carne da cannone, la chiamano invasione, ma è mistificazione di una tragica realtà...”). Testi che ci riguardano.

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