TESTO
Egregio presidente le scrivo questa mia                                                     
risponder non è obbligo, anche se è cortesia.
Mi scusi intanto se io mi rivolgo a lei in tono confidente,                          
magari apprezzerà, egregio presidente.
Le scrivo da lontano, lavoro in Inghilterra,                                                                          
sono un cervello in fuga, in fuga da una guerra
Come chiamare anni di esami e di concorsi, di lotte e di ricorsi                 
per mille euro al mese e un posto da precario.
Sa dirmi che succede  al nostro bel paese                                                    
visto da qua è  un disastro, , veleni, ricatti, scandali a più riprese.
Lo sa che qua un politico solo per il sospetto di malversazioni dà le dimissioni              
Come spiego agli Inglesi che gli Italiani in massa votano Berlusconi 
e in Parlamento siedono decine di inquisiti e pregiudicati
e la morale è un lusso, la norma un'eccezione,  il vizio una virtù
La, la, la la
Com'è bello far l'amore da Trieste in giù                                                         
accà nissuno è fesso, finché la barca va                                    
amami Alfredo, dov'è la Vittoria
che schiava di Roma/Lazio 3 a 3  
Qual'è quel male oscuro che rode la nazione                           
la mafia, la politica, la Storia, o la rassegnazione
La verità è offesa, la realtà negata, la legge  disprezzata             
e l'Italiano cambia, al massimo canale  
Egregio Presidente, le scrivo da lontano                                 
faccio fatica a volte a dir: sono Italiano
Amnistie, condoni, e scudi e prescrizioni,                              
finché la barca va
amici, parenti, nipoti, picciotti, compagni o camerati
La realtà è questa, questa è la situazione                               
l'unica  difesa la costituzione                                                                                                
L'Italia di Leonardo, di Verdi e di Puccini, di Gramsci e Pasolini
di Dante e di Petrarca, di Croce e di Manzoni   
ma gli Italiani in massa, si sa,  votano Berlusconi
 L'ipocrisia trionfa, trionfa  l'omertà, il merito è deriso 
i soliti che pagano e i furbi in paradiso    
il vaticano tace  se a farlo è uno che conta     
che importa un peccatuccio, c'è poi la confessione 
l'ora di religione pagata dallo Stato    
economia a brandelli, paesi alluvionati 
terremotati show, si tratta con la mafia,      
si attacca lo straniero                       17
e la lotta politica un gioco delle parti   
e il metodo mafioso è la normalità   
Com'è bello far l'amore........
PLAYER
Premi play per ascoltare il brano Londra 14-04-08 di Adriano Iurissevich:
CREDITS
Musica e testo  Adriano Iurissevich
Adriano Iurissevich, voce, chitarra classica, chitarra acustica, flauto traverso  
Stefano Gajon, clarinetto, sax tenore
Davide Michieletto batteria
Daniele Novello sax contralto
Andrea Zennaro basso tuba
ALBUM E INFORMAZIONI
La canzone Londra 14-04-08 si trova nell'album D'Amore e di Politica uscito nel 2012.

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L'articolo Adriano Iurissevich - Londra 14-04-08 testo lyric di Adriano Iurissevich è apparso su Rockit.it il 2014-08-19 12:01:32
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