Descrizione

"Giochi Stupidi" è il nostro primo disco. Contiene tre anni di storia Gbresci. Si chiama Giochi stupidi perchè è anch’esso un gioco stupido.
Lo scorso ottobre Nic è quasi morto cadendo da una rupe in mezzo al deserto. Edo era lì accanto a osservare impotente la scena. Gli si è spezzato un sasso in mano mentre ci arrampicavamo. Quando si è reso conto che Nic era sopravvissuto, un amico che era lì con noi ha commentato, “play stupid games, win stupid prizes”, da cui il titolo. L’album inizia raccontando la storia della caduta e poi si allarga a una riflessione più generale: a volte ci mettiamo a repentaglio per sentirci vivi, ma ce ne accorgiamo solo quando cadiamo. La musica allora è uguale a quella rupe? E i rapporti umani? L’amore? Chi fa musica, o arte in generale, sentirà almeno una volta di stare giocando un gioco stupido. Glielo faranno pensare i genitori, gli amici, i fallimenti, il tempo che passa. La risposta che ci diamo - e che abbiamo racchiuso in questo disco - è che forse tutto è un gioco stupido, e ognuno sceglie il proprio. Ci sembrava il giusto titolo per un disco che in sostanza dice: o siamo i rischi che corriamo, o quelli che non corriamo. È stato scritto in almeno posti diversi, registrato in
Giochi Stupidi
Lo scorso ottobre Nic è quasi morto cadendo da una rupe in mezzo al deserto. Io ero lì accanto a osservare impotente la scena. Gli si è spezzato un sasso in mano mentre ci arrampicavamo. Una terza persona che era lì con noi ha commentato, quando si è reso conto che Nic era sopravvissuto “play stupid games, win stupid prizes”, da cui il titolo. Questo pezzo racconta la storia della caduta e poi si allarga a una riflessione più generale: a volte ci mettiamo a repentaglio per sentirci vivi, ma ce ne accorgiamo solo quando cadiamo. La musica allora è uguale a quella rupe? E i rapporti umani? L’amore? Ci sembrava la giusta apertura per un disco che in sostanza dice: o siamo i rischi che corriamo, o quelli che non corriamo.
La produzione è molto essenziale: una chitarra acidona, un basso con annesso big muff, un beat filtrato e un synth che ricorda un indefinito ottone. Il finale esplode per una ventina di secondi in una specie di drum’n’bass.

Credits

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