NOTA A MARGINE DEL TEMPO
di Gians
Dieci tracce che esplorano un mondo che sembra essere delle superfici, onde sonore a conquistare
spazi emotivi, sentimenti, giochi armonici, passaggi, attese. Il pianoforte insinua melodie che
scavalcano le atmosfere rarefatte dell’elettronica. Di Giamberardino attraversa il suo mondo di
suoni e visioni, con semplici tratti musicali che rimandano però profondità che ora sono sfondo e
ora governano l’intero impianto della sua musica. La nostalgia, il senso di una conquista da
compiersi, le derive, le ansie, si va nel precipizio delle questioni umane: un sonar, a scandaglio.
Geometrie di eco che fanno le lontananze, cascate e torrenti di note a fare quel tempo caro, quando
si guarda un paesaggio: si aprono scorci di vallate, di boschi, e poi anche sotterranei, gallerie, strade
ferrate, questo lavoro di Di Giamberardino cerca sponde di senso e significati senza avere paura
delle tensioni romantiche e delle assonanze paesaggistiche che la composizione crea. Ma anche
atmosfere distorte, voci che sembrano avere un aldilà rispetto alla musica che le avvolge, vortici e
sconfinamenti, sintetizzatori e organi, per una musica che genera immagini, storie, visioni. Tracce
che portano alla luce il ricordo: spostamenti repentini di bagliori di luce. C’è sicuramente l’idea del
silenzio e di una fine malinconica. Restando sempre a margine di questa nota, in conclusione direi
che questi dieci movimenti di Di Giamberardino lasciano pensare al dopo, quel dopo che si
ripropone sempre, quando in principio la traccia resta scoperta.
COMMENTI