Il rumore del silenzio - Tre elucubrazioni su Franco Battiato (with Joyello)

Il rumore del silenzio - Tre elucubrazioni su Franco Battiato (with Joyello)

Lameba

2021 - Elettronica

Descrizione

Attraverso la completa rivisitazione di tre brani provenienti dalle prime produzioni discografiche del celebre cantautore e compositore siciliano Franco Battiato (Beta da Pollution, Aria di rivoluzione da Sulle corde di Aries e La convenzione dal singolo La convenzione / Paranoia), Lameba (Stefano Gallone degli Agate Rollings) e Joyello ripercorrono i loro principali riferimenti artistici reinterpretandoli in maniera del tutto personale, portando avanti il discorso musicale e contenutistico avanzato da entrambi sia in linea solitaria che in collaborazione. L’intenzione è quella di donare nuovo spirito vitale a brani non solo formativi ma anche strettamente attuali attraverso sonorità quanto più prossime a una concezione moderna di composizione sperimentale.

“Il mio incontro con la musica di Battiato – afferma Joyello – avvenne intorno alla metà degli anni ’70, quando a casa di un amichetto coi fratelli più grandi ascoltai “La convenzione”. Era qualcosa di nuovo ed eccitante: nella mia continua voglia di ascoltare nuove canzoni non mi ero mai imbattuto in niente del genere e, l’indomani, andai a comprarmi quel disco. Fu così che venni a sapere che Battiato aveva già realizzato diversi Lp e ne comprai uno in offerta, della serie “Orizzonte”, dal titolo “Fetus / Pollution”, che solo più tardi scoprii essere un compendio di due album. Anni dopo, un po’ più cresciuto, mi trovai nello stesso negozio di dischi mentre in sottofondo c’era una canzone bellissima, con un accattivante riff di violino e un andamento melodico che mi affascinò. Chiesi alla commessa cosa fosse e lei mi disse che era il nuovo disco di Battiato, “L’era del cinghiale bianco”, che acquistai all’istante facendo diventare quel momento l’inizio del mio amore per Franco Battiato”.

Quanto all’Ep, Joyello sostiene che “Quello de “Il rumore del silenzio” è un omaggio che, con Lameba, abbiamo fatto a un autentico maestro della musica italiana con l’intento di valorizzare proprio quella parte di carriera anni ’70 che forse oggi è meno conosciuta, con la speranza che a qualcuno venga voglia di riscoprirla. Per mia decisa imposizione, del pacchetto fa parte anche il mio personale imprinting “La convenzione” che, assieme al resto delle tracce, si trasforma in un omaggio fatto coi nostri mezzi e i nostri linguaggi e che…spera finisca per non risultare troppo irriverente”.

Dal canto suo, Lameba (Stefano Gallone degli Agate Rollings) afferma che “da tempo avevo il desiderio di reinterpretare con la maturità e l’attitudine attuale alcuni frammenti del repertorio sperimentale di Battiato. Il mio approccio fu di tipo ben più pop: il primissimo avvicinamento alla sua arte lo ebbi da piccolo con “L’arca di Noé” del 1982 e ne fui subito affascinato, ma l’affetto nei suoi confronti si consolidò con “L’imboscata” e “Gommalacca” a fine anni ’90. Da quel momento in poi volli sapere tutto su di lui e, come ovvio, fui portato a scontrarmi frontalmente con tutta la sua discografia sperimentale degli anni ’70 rimanendone folgorato al punto da volerne approfondire le motivazioni e le modalità di produzione, atteggiamento che ancora oggi mantengo nei confronti di questo tipo di composizione, divenuta base portante del mio side-project”.

In merito all’Ep, “l’idea era quella di provare ad affrontare per intero un’opera complessa ma estremamente affascinante come “Sulle corde di Aries” del 1973 (tra i miei preferiti in assoluto nella discografia battiatiana assieme al precedente “Pollution” del 1972 e al successivo “Clic” del 1974. Allora ho provato ad avviare le danze buttando giù una serie di spunti per “Aria di rivoluzione” che, una volta forniti a Joyello, si sono rivelati come una sorta di irreversibile impulso che deve aver stimolato anche lui tanto da fargli riprendere in mano tutte quelle sensazioni pregresse ma sempre vive e vegete nel suo animo e curriculum artistico. Ne è scaturito, credo, un piccolo concept sull’attuale senso di non appartenenza a una realtà attuale eccessivamente distante dal nostro modo di interpretare il mondo esterno, una percezione desiderosa di nuove frontiere concettuali e cognitive. Credo sia una delle cose migliori fatte insieme fino ad ora”.

Credits

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