Le pareti nude sono quelle di un stanza a cui manca qualcosa, o forse tutto. Le pareti nude sono quelle asettiche e professionali di un ufficio. Le pareti nude sono quelle di un carcere da cui non sempre esce. Le pareti nude sono però anche uno spazio, un luogo, un tempo da riempire. Per tracciare la propria rinascita da ciò che svuota e annulla. Per aprirsi (Open) alla vita (Zoe).
“Pareti nude” è il disco d'esordio degli Open Zoe, band vicentina formata da quattro musicisti di lungo corso che hanno militato in diverse formazioni della scena venete fra pop-rock elettronico e dark-wave incrociando già in passato i rispettivi strumenti. Chitarra, basso, batteria, qualche inserto di elettronica: una formazione classica che regola su traiettorie pop-rock un suono influenzato tanto dal post punk-wave annate '79-'85 (soprattutto di matrice britannica) quanto da certe abrasioni chitarristiche in area shoegaze mischiate all'elettronica dei primi anni '90. E su tutto una voce femminile che sigilla in un miscuglio di incanto, sensualità e sottile inquietudine canzoni che provano a fotografare cosa è oggi il quotidiano vivere occidentale.
La musica degli Open Zoe arriva prima per la forza scabra delle chitarre e la quadratura trascinante delle ritmiche di basso e batteria. Ma le tracce già dopo pochi ascolti agganciano la memoria con alcuni ritornelli straordinariamente sottocutanei, mentre certe frasi cantate magari con rotonda lievità lasciano pensieri e brividi come non accade spesso.
Le canzoni si muovono dentro il contrasto fra un vivere creativo e vitale e una quotidianità pesante e annichilente. Quello stare al mondo in (dis)equilibrio che è forse la cifra dei nostri tempi e che si esprime in amori frantumati e rivissuti nel ricordo (“Ognivolta”, “Lucilla”), oppure nello scorrere di vite irrisolte e inerziali (“Caos”, “Universale”), o ancora in quegli abissi di noia e melancolia che sopraggiungono quando tutto perde di significato (“Cara”) e non si ha più il coraggio della felicità (“Colori”). Mentre gli slanci di maggiore umanità e libertà arrivano là dove a dominare è la morte imposta come pena (il primo singolo “Pop Corn”) o vissuta nella volontà di decidere (“Fuori”).
C'è insomma una leggerezza pensante (e sofferente) nelle canzoni degli Open Zoe; un'ambiguità feconda fra ritornelli a presa rapida e chitarre che urlano. Tutto questo mentre i testi, densi di immagini semplici e sospese, lasciano esplodere dettagli che ravvivano fiamme di passione, dolore, traumi, ma anche consapevolezze ed entusiasmi. I brani di “Pareti nude” si canticchiano facilmente sotto la doccia o in auto, e ad un certo punto ci si accorge che parlano di noi, che un loro frammento ci ha inchiodato alla nostra parete nuda. E ci chiede di aprirci finalmente alla vita
Pareti Nude
Open Zoe
Descrizione
Credits
Crediti
REGISTRATO E MIXATO presso LOST IN SPACE studio Montecchio Maggiore (VI) da Giulio Gatto
Masterizzato presso NEWMASTERING Studio Milano da Maurizio Giannotti
Testi e MUSICHE Open Zoe
Prodotto da aulasei records e Open Zoe
Open Zoe
Dionisia Lo Cascio Voce
Lele Mancuso Chitarre e programmazioni
Ettore Craca Basso
Enrico Ceccato Batteria e programmazioni
Programmazioni aggiuntive di Alessandro Lucato.
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