ROSSONEGRONI

ROSSONEGRONI

CAFE'NOIR

2014 - New-Wave, Alternativo

Descrizione

Cafè Noir ricordano i Massimo Volume. Lo dico io prima che possiate farlo voi stessi. Se questo vi sembra un vali­do motivo per disinteressarvi, siete liberi di passare oltre. Se invece volete proseguire nella lettura, scoprirete che i Cafè Noir non sono adolescenti brufolosi che scimmiotta­no i propri idoli, ma un gruppo di ragazzotti trentenni che quegli anni li ha vissuti sulla propria pelle, li ha fatti pro­pri, e li ha riversati nella propria musica. Stiamo parlan­do degli anni a cavallo tra gli ’80 e i ’90, quelli della cosid­detta new wave italiana, di gruppi storici come i già cita­ti Massimo Volume, ma anche CCCP e Diaframma. Anni in cui la musica underground esplose prepotentemen­te arrivando in televisione e alle orecchie di molti. Anni di delusioni generazionali e sogni infranti, in cui canta­re “parlando” era sì un modo un po’ furbacchione utiliz­zato dai non virtuosi per risultare credibili senza stona­re, ma anche semplicemente il modo più naturale di rac­contare storie.

Il nichilismo e la disillusione di quegli anni e di quel­la corrente musicale sono radicati nell’immaginario dei Cafè Noir; le loro canzoni sono storie di quotidiano di­sagio, di droghe e feste private, strade notturne e guerre mai troppo distanti.
Il sound della band si è molto evoluto dagli inizi e dal loro primo album “Il coltello del vile” (EP, 2012), è passa­to attraverso commistioni elettroniche, è sopravvissuto ai necessari cambi di line-up e si è fatto gradualmente più cupo e rarefatto. Si è arricchito impoverendosi. Ed è arrivato così l’ultimo e più consapevole “Non oggi” (EP, 2013), caratterizzato da composizioni di più ampio respi­ro e spruzzate di noise; registrato quasi completamente in presa diretta, per riprodurre per quanto possibile la sonorità del live, dimensione prediletta.

I Cafè Noir sono tra i fortunati che affrontano il mestie­re del musicista come l’appagamento di un’intima neces­sità e non come l’inseguimento di un traguardo dorato. Fortunati perché stando così le cose, la propria realizza­zione coincide semplicemente con la massima espressio­ne di ciò che si è e che si ha da offrire. E il “successo”, se non altro quello personale, è davvero a portata di mano. Non resta che tendere il braccio.

Credits

I Cafè Noir nascono nel 2006 con l’idea di improvvisare su testi parlati mescolando strumenti elettronici a quelli elettroacustici e definendo nel tempo uno stile personale non riconducibile ad un etichetta ben precisa.
Nel 2012 producono il loro primo ep il coltello del vile
Cambiano batterista e si aggiunge un’altra chitarra, l’elettronica viene completamente abbandonata e la musica si fa sempre più cupa e rarefatta.
Partecipano a festival nazionali e si esibiscono principalmente nei locali della capitale
Nel 2013 esce il loro secondo lavoro, Non Oggi che sta riscontrando particolare interesse sia dal pubblico che dalle radio e dalla stampa.
21/12/14 Viene alla luce il primo album dei CAFE' NOIR "ROSSO NEGRONI" un omaggio alle vite vissute fino a quel momento "in attesa che i treni arrivino a destinazione cosa diciamo al dio della morte NON OGGI"

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