Dove Eravamo Rimasti

Dove Eravamo Rimasti

Riccardo Cesari

2017 - Rock, Pop, Acustico

Descrizione

#doveeravamorimasti è un album dal sound moderno, contaminato da alterazioni derivate dal jazz, dal blues, dal cantautorato e dal pop degli ultimi trent’anni. Il titolo esprime il desiderio di riprendere il controllo della propria vita, il chiedersi, appunto, “dove eravamo rimasti?”. Il disco racchiude dialoghi con persone lontane, ma meno distanti di quanto si pensi, ritratti di persone e di sentimenti che fanno parte della vita di tutti. Nei sette brani contenuti nell’album si racconta la vita, quella vera, che ha lasciato segni e che ne lascerà ancora.

1. Tra le tue braccia ancora. Quando dopo un periodo buio si ricomincia a stare bene è come se improvvisamente la tempesta facesse meno paura, come se tutto avesse avuto un senso, anche le cose più dure. L’armonia del brano strizza l’occhio al jazz, ma la sonorità riporta al pop più moderno, una combinazione che dona una personalità particolare al brano.
2. Non è più tempo. Ognuno di noi ha avuto accanto qualcuno di importante che se ne è andato prima del previsto; tuttavia il tempo passato insieme continua a mantenere il suo significato, è un seme che possiamo innaffiare e continuare a fare crescere. Il ritmo del brano richiama l’andare di un treno, inarrestabile come il tempo che passa.
3. Resta con me. Se dovessimo giudicare la nostra vita guardandola dall’alto quale sarebbe il nostro atteggiamento? Impietoso o useremmo un po’ di compassione? Il brano è complesso come il tema che affronta, il ritmo cresce ed esplode nel ritornello come a liberare il desiderio di vivere un futuro che può ancora riservare di tutto.
4. Una storia migliore. Ogni giorno abbiamo la possibilità di scegliere tra la vita che ci è proposta e quella che vogliamo realmente. Quello che succederà è tutta una questione di scelte. Un riff che rimane facilmente in testa accompagna tutto il brano e segue un testo denso di parole che arriva dritto al punto.
5. Un po’ di blu. Una lettera da parte di lui, in viaggio, a lei, che lo aspetta a casa. Due mondi monocromatici che si colorano solo quando sono insieme. La musica (un pop ritmato decorato dalla voce di Gioia Casolari) segue i sentimenti dei protagonisti per terminare con un’orchestrazione quasi cinematografica nel finale.
6. Saloon dei tempi andati. Quando i ricordi prendono il posto della realtà, la mente si riempie di momenti passati, sfocati, che tendiamo a rivivere per come ci sarebbe piaciuto fossero stati. Il violino di Francesco Moneti (Modena City Ramblers) fa da contrappunto a un ritratto umano e musicale che sa di country, colorato da linee melodiche ricercate e vive.
7. Donami. La fede è una cosa personale. Prima o poi qualche domanda ce la facciamo tutti, soprattutto quando siamo davanti ad un futuro incerto. È lì che scopriamo di avere bisogno di aiuto, di quello con la A maiuscola. Il blues incontra il pop rock in una ballad che si distingue dal resto dei brani del disco.

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