Basta Scegliere

Basta Scegliere

aabu

2016 - Rock, Pop, Alternativo

Descrizione

Scegliere significa essere liberi.
Sono pronti a proclamarlo a gran voce praticamente tutti, da Spartaco e le sue proverbiali catene alla casalinga di fronte al gigantesco banco della frutta in un supermercato, da chi per primo parlò di libero arbitrio fino a chi alla mattina esamina con cura 50 paia di scarpe nel suo armadio.
Quello che nessuno si azzarda a ricordare, poiché destabilizzante se non scandaloso, è che la libertà produce anche il peso della decisione, le responsabilità conseguenti e insomma, anche una certa ansia! “L’uomo è l’unico animale la cui esistenza è un problema che deve risolvere”, disse un saggio filosofo tedesco.
Gli AABU sono partiti da queste riflessioni per dare vita a BASTA SCEGLIERE, un disco nuovo e originale, un disco double-face, con gli stessi brani presentati in due trattamenti sonori differenti: uno cristallino e curato, uno più underground e rumoroso. Perché? Vogliono offrire quell’interattività, quella libertà così importante oggi? O forse vogliono solo trovare una strada per arrivare a chiunque, magari senza le antiche diatribe di genere dell’industria musicale?

Del resto, lo insegna anche Gianni Morandi, concittadino della band: per conquistare una ragazza bisogna prima piacere a sua mamma. BASTA SCEGLIERE ci costringe a una scelta già a cominciare dal packaging: non si capisce quale sia il fronte e quale il retro e ci sono 2 copertine. All’ascoltatore decidere se godersi un bel disco rock-pop col cd “fiore”, pulito, emozionante e ben suonato, o se perdersi nelle saturazioni e nella furia rock del cd “pugno”. Anche il significato dell’acronimo AABU è lasciato alla libertà dei singoli, potendo scegliere da una lista smisurata fornita dalla band.
Ma il titolo “Basta scegliere” è un invito cordiale o una negazione assoluta? Un sorriso a faccia pulita o la violenza di uno schiaffo? Di certo si presta a una doppia interpretazione che ci mette con le spalle al muro lasciando al centro solo la musica. A monte di tutto resta evidente la provocatoria “non-scelta” della band, che si mette completamente al servizio delle canzoni infrangendo la prima regola del microscopico mercato discografico del rock in Italia: l’identità è tutto. “Ecco i maledetti!”, “Ecco i politicizzati!”, “Ecco i melodici!” e i rockettari prima si specchiano e poi scelgono di seguire una band o un’altra, rimpinzati giorno per giorno da social network iperattivi straripanti di contenuti.

Ma cosa succede se l’immagine e i suoni si sdoppiano? La speranza degli AABU è che le canzoni acquistino ancor più vigore una volta sottratte allo stantio gioco Mainstream/Underground o, meglio, una volta che si saranno insinuate in entrambi i mondi. Comunque andrà, esiste finalmente un disco da mettere su in auto sia che tu stia riaccompagnando a casa una fanciulla dopo il primo appuntamento, sia quando vuoi finire fuori strada e schiantarti mentre guidi ubriaco contromano. BASTA SCEGLIERE, appunto.

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