AEMAET - Andy the Mothman testo lyric

04/02/2013 - 20:37 Scritto da AEMAET AEMAET 2

TESTO

Andy The Mothman

Painful spells of love
Bleed in my fatal glass
As the silent wisdom of the Devil

My blood is in your veins
Looks like cruel tears in the falling rain
Tonight
Learn to live with vultures
Learn to starve the rats and mice
with silence

My wine is in your blood
Sleeps for a thousand years in your eyes of stone
Tonight
Fathers without name seize empires of light
With footsteps of angels

The endless flight is complete
It breaks on the rocks of my ecstasy

This winter rose still cuts my hands
And the ice age of my lovers kills the reasons why
With wings of crow and words untold
Now I disappear with bottles full of tears



Andy l’uomo-falena

Un doloroso incantesimo d'amore
Sanguina nel mio bicchiere fatale
Come la silenziosa saggezza del Demonio

Il mio sangue è nelle tue vene
Simile a lacrime crudeli nella pioggia cadente
Stanotte
Impara a vivere con gli avvoltoi
Impara ad affamare i topi
Con il silenzio

Il mio vino è nel tuo sangue
Dorme per un migliaio d'anni nei tuoi occhi di pietra
Stanotte
Padri senza nome conquistano imperi di luce
Con passi di angeli

Il volo infinito è compiuto
Si schianta sulle rocce della mia estasi

Questa rosa invernale taglia ancora le mie mani
E l'era glaciale delle mie amanti uccide i perché
Con ali di corvo e parole taciute
Ora sparisco con bottiglie piene di lacrime

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DESCRIZIONE

5. ANDY THE MOTHMAN

La storia di Andy ha purtroppo un doloroso retroscena, e trae spunto dal suicidio di un caro amico, un artista anch’esso: poeta e musicista; per un periodo, non si sa fino a quando, anche tossicodipendente. Uno di quegli artisti nati così, senza alcun background culturale notevole, approssimativi nel loro modo di fare eppure dotati di una grande sensibilità, solo a tratti offuscata da una idolatria sfegatata per i propri miti.
Traendo spunto da questa triste storia nasce involontariamente l’idea dell’uomo-falena, metafora della sua morte.
Nell’economia del disco la figura di Andy offre un finale epico e micidiale, estremamente ambiguo e feroce, alla prima parte del disco – sebbene tutta la prima parte parla di personaggi che non agiscono in una linea cronologica, ma nello stesso momento temporale.
In effetti Andy è un artista. Questo lo si evince, speriamo con non molta difficoltà – dal lessico, che un esperto potrebbe facilmente ricondurre a Byron. In ogni caso è facile capire dal testo, certo abbastanza criptico, come nella migliore tradizione dei testi di Cristian Suardi, che il personaggio è dotato di un’incredibile sensibilità, che lo espone ad un’altrettanta incredibile sofferenza. I primi versi, Painful spells of love Bleed in my fatal glass As the silent wisdom of the Devil, richiedono tempo e ordine, perché esprimono un sacco di argomenti: intanto spells of love fa il paio con spells of faith di Hermes. Qui forse ha un’accezione negativa, di incantesimo come illusione, non come magia, dimostrato d’altronde dall’aggettivo painful; si tratta insomma di un amore doloroso, che procura ferite e fa sanguinare. Glass è un refuso del titolo precedente (Byron's wine); tuttavia l’aggettivo fatal riconduce al momento finale dell’esistenza di Andy. Quindi dolorosi incantesimi di amore sanguinano nel mio bicchiere fatale. Come la silenziosa saggezza del Diavolo. Il riferimento al Diavolo è chiaro: anche Andy sente e conosce la presenza del Diavolo, del Grande Satana, e lo definisce silenziosamente saggio. Il protagonista ammette di aver perso quel controllo stoico che tanta parte ha nel personaggio di Hermes.
I versi successivi, molto suggestivi, insistono sulla narrazione poetica di un amore doloroso. Andy sembra svuotato del proprio sangue, rimasto nelle vene della persona amata (my blood is in your veins): lacrime crudeli che si confondono con la pioggia battente (looks like cruel tears in the falling rain); non c’è più spazio per le azioni, non c’è più spazio per le parole. Tutto è perduto. Ormai c’è solo sofferenza, e con quella bisognerà imparare a conviverci. Già da stanotte (Tonight Learn to live with vultures, Learn to starve the rats and mice). My wine is in your blood Sleeps for a thousand years in your eyes of stone: il mio vino, questo mio nettare, è nel tuo sangue (e in quelle vene c’è anche il sangue del protagonista). Andy non può neanche più assaporare quel vino, poiché quel suo vino è sempre nel corpo del suo amore perduto. E lì riposerà per sempre, dietro quegli insensibili e millenari occhi di pietra. Una nuova notte, sempre la stessa (tonight). Padri senza nome conquistano imperi di luce con passi d’angeli. Verso senza dubbio di carattere ermetico, che vuole esprimere più che significare.
Nell’unico ritornello si compie il volo senza fine, che si schianta sulle rocce della sua estasi. Il gesto del volo, scelto anche dal nostro povero e caro amico, è un volo senza fine. Penso spesso al finale di Thelma e Louise, in cui le due donne protagoniste si lanciano con la macchina nel vuoto, con la dissolvenza in bianco che non permette loro di morire, ma le lascia così, sospese nel vuoto, in un volo senza fine per l’appunto; in un volo di libertà. Così accade per Andy, in una sorta di trapasso in cui non c’è dolore. Le rocce che attendono Andy sono un’estasi dopo tutta la sofferenza che si è lasciata alle spalle. Ecco la differenza con Hermes. Andy non ha potuto amare come lui, e il Diavolo, subdolamente, lo ha soggiogato attraverso una tristezza lenta e costante. Il volo è in grado di liberare Andy, l’unico momento nella sua vita in cui nessuno può fare nulla per lui, o contro di lui. L’unico atto di libertà in un mondo totalmente controllato da forze malefiche. Andy non sceglie il compromesso. Si fa da parte.
Quella grande sofferenza sembra ancora riverberarsi in quella rosa invernale che ancora taglia le sue mani, ma che non lo fa più sanguinare. Ora la sofferenza non è più sangue, ma è il bianco immacolato della ice age degli amanti, che uccide, congela, ghiaccia ogni perché, ogni interrogativo, ogni tentativo di definire il motivo di quel volo. Con ali di corvo e parole non dette si disegna e si scolpisce questo mistero, ed è ora di andare via con bottiglie piene di lacrime, evidentemente non più piene di vino.
Andy chiude la prima parte. Tuttavia, qualora ce lo chiedessero, è giusto specificare che non si tratta di una narrazione a tutto tondo. I brani sono una sorta di bozzetti e non seguono un determinato filo (crono)logico. Sono ordinati secondo esigenze musicali piuttosto che concettuali, eccezion fatta, forse, per Vetus Ordo Seclorum, che funge da introduzione. Le altre canzoni parlano di personaggi, che coesistono tutti nello stesso tempo e nello stesso spazio, quindi i momenti non seguono una narrazione temporale, ma avvengono tutti nello stesso istante temporale e spaziale.

CREDITS

Drums: Stefano Di Russo
Bass: Cristian Ciccone
Guitars: Giovanni Ialongo
Voices: Cristian Suardi
Programming, Loops, Samples and Synths by Aemaet and Felipe Praino

Lyrics by Cristian Suardi

Recorded at Black Comics Home Studio by Cristian Ciccone in the summer 2012
Mixed and Mastered by Felipe Praino at his Creative Production Lab in the fall 2012

ALBUM E INFORMAZIONI

La canzone Andy the Mothman si trova nell'album Human Quasar uscito nel 2012 per Audioglobe, Red Cat Records.

Copertina dell'album Human Quasar, di AEMAET

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L'articolo AEMAET - Andy the Mothman testo lyric di AEMAET è apparso su Rockit.it il 2013-02-04 20:37:36

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