Over Game - A sim-phonic poem

Over Game - A sim-phonic poem

Alessandro Porcella

2011 - Strumentale, Easy-listening, Ambient

Descrizione

Colonna sonora originale dell’Opera Video diretta da GABRIELLA PARISI per
“NEOLUDICA - Art is a Game 2011 – 1966”
Presentato e fino al 27 novembre in rotazione alla 54° Biennale di Venezia

L'opera video di Gabriella Parisi Over Game - Neoludica. Art is a game 2011-1966, vuole esplorare il videogioco oltre il videogioco, andare over the game, oltre le sue logiche più immediate.
L’essenza dell'opera video non è soltanto tecnologia o soltanto arte nel vecchio senso “analogico”. E’ tutto questo, ma è soprattutto una visione su una molteplicità di visioni. Un incastro, un ibrido, una riflessione in cui il videogioco si rispecchia, si ritrova, si scompone nei suoi elementi e poi si ricompone in altre forme e in altri generi.
Dato che Over Game non è un mosaico di video-frammenti sui videogiochi, il puntodi osservazione ha potuto emanciparsi dalla rigida e tradizionale prospettiva centrata sull’osservatore che guarda il videogioco. E’ sempre così: il videogioco, la macchina, è qualcosa che va visto. Ora non più. L'artista Gabriella Parisi sperimenta un’inversione di prospettiva che permette anche al videogioco di guardare,rivolgersi, addirittura di “parlare”, al suo osservatore.
Ecco allora che il videogioco diventa un ambiente sociale, umano, e non soltanto tecnologico. Perciò racchiude tutte le condizioni per passare dalla pura strumentalità, senza senso, al contenuto
simbolico con un valore artistico. E’ questa la forza, e la sfida, di Over Game: superare l’antitesi uomo-macchina per percorrere un secondo umanesimo, un “Tecno-Umanesimo” dove l’Uomo vitruviano diventa umano e androide.
E, al tempo stesso, intorno a lui si muove un mondo reale-virtuale pienamente interattivo. Over Game focalizza questa lunga curva sull’evoluzione del videogioco centrando la sua narrazione sulla compenetrazione tra uomo e androide, soggettivo e oggettivo, creatore e creatura. Il punto di vista, non è solo quello del videogiocatore o dell’autore del videogioco, è anche quello della macchina, del videogioco stesso, che si guarda allo specchio e riflette un’immagine sempre più umana.

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