I 50 dischi italiani più belli dell'anno (pagina 2)

Chi avrà firmato il miglior disco del 2021, l'anno della (quasi) ripartenza, dove siamo stati sommersi di musica come mai prima d'ora? Sfogliate questa classifica XL per scoprirlo, e ripassare assieme a noi le cose più interessanti capitate negli ultimi 12 mesi alla musica italiana

Grafiche: Giulia Cortinovis - Testi: 50-31 V. Comand, 30-21 S. Stefanini, 20-11 C. Mazziotta, 10-1 D. Falcini
Grafiche: Giulia Cortinovis - Testi: 50-31 V. Comand, 30-21 S. Stefanini, 20-11 C. Mazziotta, 10-1 D. Falcini

40. Rareș – Folk_2021

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Rareș intorbidisce il proprio sound, rendendolo più concreto e sperimentale. Si appropria dei modi garbati ma inquieti dei maestri anglofoni della fine degli anni '60 e delle manipolazioni elettroniche del Bon Iver più malinconico, regalandoci cinque bellissime perle di amori sfuggenti, parole ingarbugliate e una sensazione di costante divenire.

39. Fanciullino – Ultras timido

Dalla provincia più deserta esplode un grido selvaggio, una granata post hardcore che sconvolge anche al centesimo ascolto. I Fanciullino, grezzi, spigolosi, furibondi, bruciano l'erba che gli cresce intorno con i loro scombinati riff incendiari e ci prendono a pugni solo per vedere quanto ci vuole per romperci tutti i denti. Noi li lasciamo fare, consapevoli che sorrideremo anche senza.

38. Ghemon – E vissero feriti e contenti

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Tutte le anime di Gianluca, dal rap degli inizi alle svolte funk/r'n'b degli ultimi anni, racchiuse in 15 tracce: Ghemon si mette a nudo come mai prima d'ora, racconta una realtà come se fosse una fiaba in cui non per forza non c'è un lieto fine, tra cori gospel, un'anima pop totalmente a fuoco, momenti più introspettivi e malinconici, e le unghie affondate nella speranza per il futuro.

37. Cmqmartina – Disco 2

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Staccare i freni inibitori, lasciarsi andare senza sosta su una incessante cassa in 4, predicare un amore libero, incondizionato, folle, sincero. Cmqmartina fa del ballo techno un culto pop per la sua schiera di fedeli della generazione Z, mostrando come riattivare i muscoli ancora atrofizzati del lockdown nel migliore dei modi.

36. Daykoda – Physis

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Physis, principio e causa di tutte le cose, è una pulsazione vitale che DayKoda traduce in musica, seguendo un'inafferrabile legge che governa il caos: il risultato è un’intricata giungla di ritmiche jazz, sample hip hop, sax ammalianti e synth ipnotici, talmente vibrante da quasi materializzarsi sotto i nostri occhi.

35. Not Waving – How to Leave Your Body

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Nel tentativo di sintetizzare l'importanza dell'amicizia e la fragilità dei rapporti umani, Not Waving edifica uno spazio sonoro che attraversa tutta la propria discografia: ballabilissimo, orecchiabile, che sa quando spingere e quando riprendere fiato e caratterizzato da una particolare sensibilità nella sua costruzione melodica, passando per il clubbing, trame cupe e sperimentazioni elettroniche.

34 Motta – Semplice

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L'umanità fragile di Motta, giunto a un'apparente stabilità nella sua vita, lo porta per le vie del cantautorato più nobile, ispirato dalle cacofonie di John Cale che vanno a turbare la delicatezza degli arrangiamenti e illuminato da una radiosa bellezza. Semplice nel linguaggio e splendente nel sentimento, in un gioco di metafore delicate e tutto da decifrare.

33. Merli Armisa – Lleb

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Un canto malinconico si staglia su un lo-fi adattato a un’atmosfera new wave che trasuda così tanta decadenza da rimanere incollato col nastro adesivo: il debutto di Merli Armisa, complice la produzione di Fight Pausa, è un mosaico di frammenti sgretolati, che traccia una spirale enigmatica in cui ci troviamo subito catturati.

32. Gaia – Alma

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Alma, un titolo che già di per sé mostra come Gaia sia ormai capace di rivelarsi, di aprire le porte del suo cuore per mostrarci tutto ciò che lo agita, lo turba, ma anche lo fa pulsare. Un disco dalla raffinata scrittura pop, contaminato dalla bossa nova, dai suoni tropicali, dall'urban, in cui l'alternarsi tra italiano e portoghese permette di entrare ancora più a fondo in questo racconto intimo.

31. Inoki – Medioego/Nuovo Medioego

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L'attesissimo ritorno di Inoki in studio dopo anni dall'ultima volta brucia ancora di un fuoco sacro e implacabile, plasmato da una vita passata da Nomade, in fuga costante da una normalità che sta troppo stretta. Un Medioego cupo, riflessivo, spinto da una rabbia animale, declinato in 18 tracce intense autentiche in cui trovano spazio tanto vecchie glorie del rap quanto nuovi talenti del presente.

(Continua nella pagina successiva)

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L'articolo I 50 dischi italiani più belli dell'anno di Redazione è apparso su Rockit.it il 2021-12-25 10:00:00

COMMENTI (7)

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  • mario.miano.39 3 anni fa Rispondi

    @mario.miano.39 Io lascerei perdere la discussione, non ci sono margini, come la metti tu sembrano scelte politiche ma la musica per me è passione, non calcolo. Ti consiglio solo di leggerti la recensione di Madame su Blow Up che non è certo un giornale che va dietro a queste cose e soprattutto leggi i testi di Madame senza ascoltare la musica e scoprirai una delle più grandi autrici. In generale, la classifica è la cosa peggiore mai letta su Rockit: manca Cristina Donà, che non è il mio pane quotidiano ma tanto di cappello per canzoni così potenti e ispirate che salgono solo con gli ascolti ma tanto oggi con tutta questa musica non si riesce a tornare quasi mai su dischi importanti che meritano ulteriori ascolti per essere apprezzati. Una Carmen Consoli al decimo posto è patetico nella mia opinione: un'artista che sa fare benissimo il suo mestiere e che è tornata con canzoni fatte bene ma con lo stampino, tutte lati B dei dischi di un tempo. Non è uno schifo e sicuramente avrà una grande band per fare classicissimi concerti dal vivo ma diciamocelo chiaro che se voglio ascoltare qualcosa di molto più interessante preferisco "l'autunno" o "desiderio" di Cristina Donà che hanno molto di più da rivelare.
    E poi Mesa, qui capisco che è anche il gusto personale ma se Calcutta fosse tornato con un incipit come "tanto lo sappiamo poi come va...(Irene) avreste gridato a un nuovo miracolo di pop italico. Buon anno

  • LSDP 3 anni fa Rispondi

    Volevo fare i complimenti a Rockit per aver messo in classifica un sacco di bella roba underground, è una classifica varia e intelligente. Poi per me il disco di Iosonouncane non ha pari al mondo, figurati in Italia, però questi son pareri ;)

  • waltycolombo 3 anni fa Rispondi

    Il disco dell’anno è Exuvia di Caparezza, l’unico rapper italiano che faccia davvero musica e testi con un senso. Tutto il resto è noia mortale e sterile gne gne gne

  • max10 3 anni fa Rispondi

    Mamma mia, se questa è la migliore musica Italiana oggi stiamo nesso proprio bene....
    Tra rappers e quantità industriali di gente che "canta" come i ragazzetti di "Amici" con quella fastidiosa formula "recitato/cantato" che li rende tutti UGUALI! Qui non è questione di gusti, è tutto ripetitivo, derivativo e soprattutto il talento è optional....
    Secondo il mio modesto parere si salvano il "Battistiano" Marco Castello, Giorgio Poi e Vasco Brondi, tutto il resto (come diceva qualcuno) è noia....

  • simonestefanini 3 anni fa Rispondi

    @mario.miano.39 Ciao e grazie mille dei tuoi spunti, che sono molto preziosi. La classifica di fine anno vive di mediazioni tra le molte anime che popolano Rockit e quest’anno in special modo abbiamo deciso di dare un segnale forte per far ascoltare band e progetti che altrimenti non hanno avuto alcuna possibilità di attenzione durante questi mesi pandemici. Questo è esattamente il contrario del talent e dell’esposizione mediatica, di cui comunque parliamo perché da qualche tempo è innegabile che quello che dieci anni fa era indie sia andato a confluire da quelle parti, così come in luoghi una volta assolutamente invisi come Sanremo. Madame l’abbiamo sempre supportata e continueremo a farlo, di certo ha meno bisogno di noi di una band che sta iniziando oggi il proprio percorso. Rimane chiaramente la soggettività, per definizione, di ogni scelta, così come il tuo diritto sacrosanto di contestarle.

  • mario.miano.39 3 anni fa Rispondi

    Per me, il debutto di Madame è uno dei migliori dischi degli ultimi anni e considerato che ne avete tessuto le lodi, direi che al Tenco l'hanno trattata ben meglio. Sarebbe carina una spiegazione da parte vostra perché non vederlo qui dentro rende questa lista una cosa insignificante e cambia per sempre il valore del vostro sito. In un anno in cui ce l'avete menata con articolo su Manneskin e X Factor e in cui ascoltando i brani del bollettino del venerdì sembrava di essere all'inferno, devo dire che è come se foste crollati in borsa del 95%.
    Dopo la mancanza di Riccardo Sinigallia nei dischi del decennio, stavolta il ridicolo totale è stato toccato. Un pensiero di compassione va al caro Stefanini a cui è toccato scrivere la maggioranza degli articoli che stanno in cima ai vostri più letti. Ma ci pensate? una serata a farsi piacere Baltimora o trovare il fuoco negli occhi di Manuel Agnelli! Non lo invidio proprio.

  • maxavo 3 anni fa Rispondi

    Il concetto di "gusto personale" cozza un po con la scritta "i migliori dische del 2021", a cui manca il "per me" per essere plausibile. Pretendere "oggettività" è forse troppo, ma chiedere che si provi ad averne è il minimo.E invece pare proprio di no, dato che , oramai, di rock, questo sito ha solo il nome. Per carità, non mi fossilizzo sulle definizioni, ma sulla qualità si. Per mettere dentre questa classifica qualche marchetta di turno ( su 50 posizioni, ci puo stare, lo capisco), si lasciano fuori dischi bellissimi come quello di Max gazzè, di Malika Ayane (visto che avete sdoganato il pop, il disco della Ayane arriva primo su tutti quelli cha avete definito tali), dei Bachi da pietra e, soprattutto, di Mannarino, che si puo tralasciare solo se vi sta sul cazzo (ma non fate sto mestiere se non sapete mettere da parte i vostri gusti personali). Questa classifica è la differenza che c è tra il "meglio" percepito (da voi) ed il "meglio" reale (il mondo): lo scarto è notevole!