Chi vuol essere Amadeus?

Noi no, quindi va tutto bene. Il Festival di Sanremo si terrà nella cittadina che lo ospita da sempre, senza pubblico né eventi collaterali che possano procurare assembramenti per le strade della cittadina ligure. Ora sta al direttore artistico creare uno show decente in un mese

Elaborazione grafica della serenità di Amadeus
Elaborazione grafica della serenità di Amadeus

"Che succede?", disse quel meme vivente di Morgan nell'ultima immagine memorabile per la musica italiana e la cultura pop dell'era pre covid. Lui aveva sputtanato Bugo in Eurovisione e quest'ultimo aveva preso la via dei camerini, e la sua domanda risuonò sarcastica oltre ogni dire. Ormai il "Che succede?" viene usato nel lessico comune, buttato lì per smarcarsi da una situazione in cui abbiamo tirato una bomba e poi ci siamo stupiti che sia scoppiata.

Anche Amadeus deve averlo detto dopo aver fatto la voce grossa e minacciato infarti se il Festival di Sanremonon avesse avuto il pubblico, ed è notizia di queste ore che il pubblico non ce l'avrà. Neanche i figuranti pagati. La RAI, al termine della riunione col direttore artistico (Amadeus, proprio lui), ha previsto che Sanremo si concentrerà solo sull'evento serale al Teatro Ariston, senza eventi collaterali che possano creare assembramenti o moltiplicare la popolazione sanremese del 300%. 

Una schermata confortante sullo stato di salute di Amadeus
Una schermata confortante sullo stato di salute di Amadeus

Alcuni del "comitato opinionismo social" hanno tirato fuori possibilità di location alternative, tipo farlo al Forum d'Assago col pubblico, dal momento che la location non ha le stesse restrizioni di un teatro, e forse per gli spettatori più distratti potrebbe anche sembrare una soluzione, ma il Festival è legato a doppia mandata a tutte le tradizioni desuete, noiose, camp e assolutamente obsolete che gli gravitano intorno. Non va gentrificato, non va snaturato né omologato a eventi musicali organizzati meglio, più moderni o nati per un altro target.

Ha bisogno del sindaco impacciato che porta fiori sul palco, dei selfie accanto alla statua di Mike Bongiorno, dei concerti sui palchetti allestiti per la cittadina, di Alba Parietti e Massimo Giletti che vuoi non vuoi sono sempre in prima fila. Necessita ore di sbadigli, col primo cantante che si esibisce subito dopo il tg mentre sei sempre a cena e l'ultimo in piena notte, scazzato, con i tic per aver bevuto troppi caffè. In questo caso, Amadeus ha messo le mani avanti preannunciando che nessuno andrà a letto prima delle 2 di notte, con buona pace di chi l'indomani dovrà lavorarci su e si ritroverà con un occhio aperto e uno chiuso tipo Mentana quando cade il Governo.

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Sanremo è un evento intrinsecamente trash, è amato nella Russia di Ciao 2020, è l'ultimo anello di congiunzione che ci lega alle generazioni più anziane, che ormai sono travestite da troniste ringiovanite dalla De Filippi. Se andassimo a trovare la nonna e invece di rassicurarci coi centrini all'uncinetto sotto ogni soprammobile in porcellana, ci stupisse con una scultura di H.R. Giger raffigurante sodomia cyberpunk, dovremmo farle un discorsetto. Così molti di noi si sono sentiti in dovere di dare tutte le indicazioni del mondo ad Amadeus, ma la soluzione non è mai semplice. 

Da una parte, l'immancabile cerimonia diSanremoche è un po' come il concerto di Capodanno, che anche se non te ne frega nulla, se non c'è un po' ti dispiace se non hai battuto le mani al ritmo della Marcia di Radetzky. Poi la Mara Venier la domenica, i gruppi d'ascolto e tutto il resto della tradizione. Dall'altra parte, la Radio Televisione Italiana che deve dare il buon esempio, nel periodo in cui sono saltate le Olimpiadi e pure la messa per un paio di mesi, i riti più antichi della storia dell'uomo. Quindi Sanremo si fa a Sanremo, altrimenti non ha alcun senso, ovviamente con tutte le limitazioni del caso, altrimenti non avrebbe comunque senso. 

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Rispettando le istanze dei lavoratori dello spettacolo che non svolgono decentemente il loro mestiere da un anno preciso, ma anche quelle di chi lavora per lo show, che ha finalmente l'opportunità di sentirsi vivo di nuovo. Da questa crisi senza precedenti per il settore, ci si esce solo facendo fronte comune e unendosi, non facendo la spia come a scuola, o pensando che vietare il lavoro altrui possa in qualche modo favorire il nostro.

Dunque: ok al Festival di Sanremo a Sanremo, ok che il teatro Ariston sia trattato alla stessa stregua dei teatri di tutta Italia, chiusi ormai da un anno, va bene anche che non siano previsti eventi esterni, perchéla cittadina di Sanremo ha una popolazione di neanche 55mila persone, e durante il Festival raggiunge livelli da Lucca Comics (che infatti nel 2020 ha avuto luogo solo in edizione digitale). Impossibile in quel contesto evitare la calca. Amadeus ha un mese di tempo per creare uno show che funzioni in questo contesto e queste restrizioni. Vorremmo essere lui? No. Siamo lui? No, quindi respirone, sorriso scaccia fantasmi e corsetta leggera. Per ora da Sanremo è tutto, la linea va al mondo reale.

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L'articolo Chi vuol essere Amadeus? di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-02-02 10:04:00

Tag: Sanremo

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