I pezzi dei Pink Floyd scartati da Antonioni per Zabriskie Point

La storia della colonna sonora di Zabriskie Point, e il racconto di come Antonioni scartò dei pezzi che i Pink Floyd avevano scritto apposta per lui

Michelangelo Antonioni sul set di Zabriskie Point
Michelangelo Antonioni sul set di Zabriskie Point - immagine via neuramagazine.com
20/10/2015 - 15:42 Scritto da Nur Al Habash

Nell'estate del 1969 Michelangelo Antonioni terminò il montaggio di uno dei suoi più grandi capolavori, Zabriskie Point. Per la precisione, prima di spedire il film nelle sale mancava solo una cosa: una colonna sonora potente quanto le immagini desertiche della Valle della Morte in cui i due protagonisti corrono a perdifiato prima di fare l'amore.

Antonioni voleva qualcosa di giovane e fresco come i protagonisti della storia, per questo si presentò personalmente da Don Hall (un dj californiano che aveva un programma notturno alla KPPC, la radio libera più ascoltata della zona, all’epoca situata nei sotterranei della chiesa presbiteriana di Colorado Boulevard) per fargli vedere il film e invitarlo a proporre una lista di canzoni che potessero fare al caso suo, scelte tra quelle che passava nel suo programma. Dopo averle ricevute, fece anche di più: chiese alla Metro-Goldwyn-Mayer di nominarlo music advisor per la colonna sonora, prima di tornarsene a Roma alla fine dell'estate del '69.

Furono contattate molte band per scrivere canzoni originali per il film (compresi i Rolling Stones, che rifiutarono e i The Doors, che non piacquero al regista), ma a nessuna fu affidato il compito di musicare l'intera pellicola. Nell'ottobre del 1969 Don raggiunse Antonioni a Roma con l'obiettivo di chiudere il tutto in tempo per Natale. Poche settimane più tardi, Clare Peploe (co-sceneggiatrice del film e fidanzata di Antonioni all'epoca) portò al regista una copia di "Ummagumma" appena acquistata a Londra, che ascoltarono insieme da un piccolo stereo. Antonioni (che aveva già visto dal vivo la band tre anni prima, assieme a Monica Vitti) si innamorò del disco, in particolare della traccia "Careful With That Axe, Eugene", tanto che chiese ai Pink Floyd di occuparsi di tutta la colonna sonora e di registrare una versione alternativa del pezzo da inserire sul finale del film. 

Fu così che i Pink Floyd arrivarono a Roma il successivo 19 novembre (dovettero anche cancellare alcune date del tour), visionarono il film e iniziarono a produrre parecchie tracce, specialmente per la scena di sesso nel deserto. Un primo ostacolo fu l’indisponibilità diurna degli Studi International Recording di via Urbana, prenotati per mesi. Considerati i tempi ristretti e le pressioni della MGM, la band fu inserita in fascia notturna e costretta quindi a registrare di notte.
Nonostante gli sforzi, Michelangelo Antonioni però non fu soddisfatto del risultato, e selezionò solo tre canzoni dalle otto inizialmente registrate dalla band, continuando a cercare qualcosa di meglio fino agli ultimissimi giorni prima della première del film. 

video frame placeholder

Il bootleg delle canzoni perdute è stato poi pubblicato in via non ufficiale con il titolo di "370 Roman Yards - The Lost Zabriskie Point Album": molte delle composizioni nate per il film di Antonioni sono nient'altro che i nuclei di alcune delle più celebri canzoni dei Pink Floyd (al minuto 7:00 del video qui sopra, per esempio) che sarebbero uscite qualche anno più tardi. 

 

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L'articolo I pezzi dei Pink Floyd scartati da Antonioni per Zabriskie Point di Nur Al Habash è apparso su Rockit.it il 2015-10-20 15:42:00

COMMENTI (3)

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  • michele.picaro 9 anni fa Rispondi

    Fantastico! Non ne sapevo nulla di sta cosa! Al minuto 7 l'embrione di Us and Them!

  • mx 9 anni fa Rispondi

    Con alcuni scarti di Antonioni i Floyd ci fecero The Dark Side Of The Moon.
    Così, per dire.

  • mimmo.gregorio.3 9 anni fa Rispondi

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