Il Bollettino di venerdì 10 novembre

Le migliori uscite della settimana scelte dalla redazione di Rockit

La forza di Iosonouncane dal vivo, Ceri e il ritmo che guida il mondo, Bluem canta in latino assieme al gruppo catalano Tarta Relena. E poi Blanco, L'officina della camomilla, Tropea, Soft Boys Club, C'mon Tigre, Adelasia e moltissimo altro nel nostro bollettino del venerdì!

Disco della settimana: Alberto Bianco – Certo che sto bene

Una rassicurazione per tempi incerti: il nuovo disco di Alberto Bianco parte da cui e racchiude nell'intimità del suo cantautorato elegante, sempre eterogeneo negli arrangiamenti, un rifugio intimo dove ritrovare il ritmo giusto delle cose.

Bluem, Tarta Relena – Carmina XVII

Un canto antico che unisce la Sardegna con la Catalogna: Bluem e il duo spagnolo Tarta Relena unisce un testo latino con un ipnotico ritmo elettronico dai richiami sudamericani, sovrapponendo passato e futuro in una enigmatica scintilla sonora.

Ceri – Waxtape 2

Ceri prosegue il suo percorso di ricerca alla radice del ritmo con il suo secondo Waxtape, un flusso di elettronica trainato da una tribalità ancestrale che sfonda le porte del club per gettarsi nella natura, verso una dimensione dove ricominciare a ballare lontani dalla metropoli.

Clode – Antipatica

Si presenta così Clode, ventenne romana che già dal primo singolo sembra avere le carte in regola per spaccare. Antipatica è il dualismo tra il farsi trascinare dai sentimenti e il saper mantenere il giusto distacco, specchiato alla perfezione nel rapporto tra l'arrangiamento trascinante e una melodia cantata a bocca stretta.

Elisabetta Spada – Home Again

Dopo il successo in Belgio e una pausa lunghissima, dettata da un momento difficile, Elisabetta Spada riesce a rialzarsi nella maniera più rigogliosa possibile: Home Again brilla di un pop allegro, luminoso, che riesce a dare un taglio positivi ai suoi testi personali.

Iosonouncane – Qui noi cadiamo verso il fondo gelido

L'esperienza detonante dei concerti di Iosonouncane racchiusa in un live album massiccio: Qui noi cadiamo verso il fondo gelido è un viaggio crepuscolare lungo due ore, un oceano sonoro avvolgente dove abbandonare la bussola e seguire solo la guida di Jacopo Incani.

 

Prev – Two Headed Boi

Il ragazzo con due teste di Prev, che poco c'entra con quello cantato dai Neutral Mik Hotel, gioca sul contrasto tra il farsi mangiare dalle paranoie e il bisogno di scoprire la bellezza nascosta che ci circonda, con un'elettronica lo fi piena di graffi a fare da sfondo al suo concitato flow.

Zibba – La città dall'alto

Le letture di Italo Calvino e le improvvisazioni in studio di registrazione prendono si mischiano in un disco che si prende con gentilezza il suo tempo, con canzoni distese che affrontano a passo lento la complessità del presente.

Dischi

Adelasia – Tre volte: Di fronte alla perdita Adelasia trova le energie per guardarsi dentro e fermarsi un attimo, con un delicato indie rock da cui ricominciare a camminare.

AlGot – Ouch: La band romana si snoda attraverso brani spigolosi che uniscono strutture meccaniche math rock, climax emo e una ruvidezza sonora che mostra il nostro disorientamento di fronte alla quotidianità.

Cattaneo – The Faun: Primo capitolo di un progetto ancora più ampio, The Faun nasce da frammenti improvvisativi su cui costruire architetture inaspettate, fatte di elettronica, synth, strumenti tradizionali e ritmiche minimali.

Colla Zio – Amici come prima: I Colla Zio chiudono la prima parte della loro carriera accelerata con un ep che ne tira le somme, racchiudendo tutta la luminosa caoticità della loro musica.

Dirton aka Rev. Orlando – New Gospel Sounds: Il producer napoletano parte dai campioni di canti popolari e sermoni per trasformarli in brani dance house, in un inedito incrocio tra elettronica e spiritualità.

Ennio Morricone – Morricone Segreto Songbook: Dodici chicche nascoste dell'immensa discografia di Ennio Morricone, con le voci di Sergio Endrigo, Florinda Bolkan, Massimo Ranieri, Domenico Modugno e molti altri.

Francesca Palamidessi – Madreperla: Il terzo album di Francesca Palamidessi è un viaggio trasversale tra i generi musicali, dove trovano spazio sospensioni ambient, glitch accelerati, sperimentazione e molto altro, il tutto in un lungo processo di salvifica guarigione.  

Giallo – #FFB427: Giallo si presenta con un disco nato direttamente dalle viscere e buttato fuori senza alcun tipo di filtro, per un pop rock scompigliato come gli imprevisti della vita.

Humble – Getaway: Le nove tappe del disco degli Humble sono vie di fuga dalla gabbia del presente, per un hip hop che porta dentro soul, r&b, funk, ma anche jazz, trap e bossa nova.

I temporali – Tre stagioni. La vita sognata, la vita vera: Filippo Ghiglione mette da parte il moniker f o l l o w t h e r i v e r per lasciare spazio al nuovo progetto I temporali, con un ep di debutto di un essenziale alt folk chitarra e voce che si fa terapia per elaborare una perdita.

Jagwari – Jagwari, pt. 1: I Jagwari si lanciano a bomba contro le distorsioni figlie del neoliberismo più sfrenato, martellando senza sosta con il loro garage punk drittissimo.

Nello Taver – Fallimento: Il primo disco di Nello Taver è una scorrettissima e irriverente raccolta di brani dalle barre tra il surreale e l'ironico, dove trovano spazio anche nomi di peso come Guè, Speranza e Inoki.

Neraneve – Neraneve: L'omonimo ep di debutto dei Neraneve è un lento tuffo nei riverberi dello shoegaze più sognante, per affrontare la solitudine dell'umanità di fronte alla perdita e all'incomunicabilità.

Nova – Forse non è essenziale: Il tema del viaggio è al centro del nuovo disco dei Nova, dove un rock compatto ci porta dentro un continuo processo di trasformazione, senza che sia davvero importante dove stiamo andando.

Nu Shu – Dox: Il secondo album del power duo dei Nu Shu è un ipnotico alt rock che porta dentro tanto i Verdena più distorti quanto le deviazioni stoner di Josh Homme.

Tenth Sky – Foglio rosa: Il secondo ep di Tenth Sky è un passo in più nel mondo dei grandi, affrontando la fine di una relazione con un indie pop agrodolce dove imparare a smettere di far sanguinare le ferite dell'anima.

Valentina Lupi – Madre non madre: Valentina Lupi riflette sull'esperienza di madre nel suo significato più ampio, come energia generatrice di qualcosa che nasce, condensando il tutto in un disco fitto di pensieri e con il tocco di Adriano Viteribini alla produzione.

Veddasca – Idrosfera: Otto anni all'estero, otto brani per raccontarne la pienezza, gli incontri, le partenze e gli arrivi che una vita in viaggio porta con sé, dove emerge la nostra responsabilità comune di prenderci cura del mondo.

Singoli

2rari – Amore e odio: Il racconto di rivalsa dei due gemelli rapper è un inseguire il successo senza mai abbassare la testa, con un sound cupo che filtra gelido tra le barre.

Anzj – Rallenti il tempo: Una ballad permeata di luce elettronica, dove Anzj canta l'effetto paralizzante e straordinario che alcune persone riescono ad avere nella nostra vita.

Blanco – Bruciasse il cielo: Il brano che dà il titolo al road movie autobiografico con Blanco stesso protagonista è una promessa disperata di amore, con un grido incandescente che taglia l'aria.

C'mon Tigre, Seun Kuti – The Botanist: I C'mon Tigre questa volta coinvolgono un peso massimo dell'afrobeat come Seun Kuti in un brano spirituale dal groove muscolare, per lasciare che i germogli delle nostre esperienze passate possano portarci un futuro rigoglioso.

Carver – Kathmandu Freak Street: I Carver ci portano nella via che per anni è stata luogo di passaggio degli hippie di tutto il mondo, diventando un frenetico viaggione lisergico capace di farci uscire di testa.

Cuperose – Sottovoce: Il pop ibrido di Cuperose si trova a scontrarsi con una relazione dove la lontananza è sempre più palpabile, mostrando un punto di rottura ormai inevitabile.

Emit – Verona: Emit racconta la fine di un amore che non avrebbe mai potuto funzionare in una non-canzone, dove il suo sussurrato spoken word ci porta a poco a poco dentro questa rottura su un loop minimale inframezzato da messaggi vocali.

Eugenio Sournia – Dignità: Il progetto solista del cantante dei Siberia si presenta con un brano che racconta l'orrore della polarizzazione del nostro tempo, con le parole come fiume in piena a mostrare la nostra sempre più precaria umanità.

Fudasca, Giuse The Lizia, Willie Peyote – Ci avrei scommesso: I cocci di un cuore infranto è tutto quello che resta in mano a Fudasca, che affida a Giuse The Lizia e Willie Peyote la voce per raccontare la delusione di fronte a un amore non ricambiato.

G Pillola – Bastardo maniaco: G Pillola si ripresenta sulla scena con un singolo a metà tra fantasy e psichedelia, vittima di un incantesimo che lo strega nel cuore di una notte insonne.

Gaia – Tokyo: Il ritorno di Gaia è un invito a rischiare e a superare le insicurezze, per ritrovare quella parte che ognuno di noi ha capace di splendere.

L'officina della camomilla – Woodstock '99: Il tracollo autodistruttivo dell'Occidente passa sotto lo sguardo frastornante di Francesco De Leo, fino a diventare una filastrocca sognante per abbracciare l'apocalisse.

Mahout – Spiritual Gangsta: Il reggae iper contaminato dei Mahout ritrae la bizzarra figura di un gangster spirituale, servendosi di strofe sarcastiche e di un arrangiamento in cui trovano spazio funk e r&b.

Pipya, Jacuzzi Gang – Danny Is a Good Boy: Il cyber pop punk di Pipya getta lo sguardo oltre alla fine del mondo grazie al tocco hyperpop dei Jacuzzi Gang, in uno scenario sonoro che ha ben poco da invidiare a Mad Max.

Soft Boys Club – Zidane: Una serie di immagini del passato scorrono impietose nel nostro cervello, facendoci cadere nel facile gioco della nostalgia mentre il tempo che passa ci fa sentire il fiato corto.

Seife, Lvnar – United: Il brano firmato dai due producer si apre con una melodia ovattata che poi si incendia all'improvviso, con sonorità elettroniche e il beat che trascinano in un ballo purificatore.

The Bluebeaters – Non sento più: I Bluebeaters aggiungono una piccola coda al loro ultimo disco Shock! con un singolo dedicato a Matteo Costa Romagnoli, pervaso da un'allegria agrodolce che balla sul cuore.

Tropea – Discoteca: I Tropea scacciano i ritmi frenetici che affollano le nostre vite con una danza leggera da ballare al tramonto affacciati sul Mediterraneo, almeno fino al risveglio chiamato dall'assolo finale di chitarra. 

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L'articolo Il Bollettino di venerdì 10 novembre di Vittorio Comand è apparso su Rockit.it il 2023-11-10 10:30:00

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