Come si fa un duetto fatto bene

È bastato poco a Blanco e Mina per fare di “Un briciolo di allegria” un instant classic che piacerà ai fan teenager e a quelli piú agèe. Ma come si fa a far funzionare due voci assieme? Come si evita l'effetto "Pupo-Filiberto"? Un po' di risposte e consigli

Blanco e Mina
Blanco e Mina

2023, l'anno dei feat., ma anche il precedente lustro non scherzava. Attenzione però, non stiamo parlando di veri e propri duetti. Il feat., abbreviazione di featuring, è quell'operazione in cui un artista ospita in un proprio brano un altro artista per fargli cantare una strofa o un ritornello, giusto per un vezzo, un abbellimento o semplicemente per accrescere il potenziale bacino di utenza del pezzo, andando a intercettare i fan dell'uno e dell'altro. Alcuni sono gradevoli, la maggior parte si sente che non hanno proprio quel quid in più che serve per creare una vera unione tra i collaboranti, rendendo l'operazione evitabile. 

In radio, durante un viaggio in macchina, ho ascoltato di sfuggita il pezzo di Mina con Blanco, o di Blanco con Mina. Si intitola Un briciolo di allegria e sembra davvero un duetto d'altri tempi per melodia e incastro delle voci, nonostante Riccardo e Mina non si siano mai incontrat e tra di loro intercorrano più di sessant'anni di età. È scritto da Blanco e da quel geniaccio di Michelangelo, il suo producer che sa benissimo come prendere in prestito armonie e arrangiamenti perfetti per la voce di Mina, un monumento nazionale che potrebbe essere patrimonio dell'UNESCO, sempre graffiante nonostante gli aggiustamenti digitali e gli 83 anni di età dell'artista che più di tutti ha fatto del mistero e della sparizione la sua maschera.

 

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L'inizio della canzone è in linea con le produzioni di Blanco, quindi alta qualità nonostante la massimizzazione dei suoni post trap e la voce molto digitalizzata. Entra Mina senza troppe fanfare e sta benissimo nel pezzo, ma è quando parte il ritornello che ritorniamo (scusate il gioco di parole) ai fasti di Mina - Celentano o Mina - Cocciante, ovvero ai duetti che hanno fatto la storia della musica pop italiana di classe. Chitarra col chorus che ricorda Vasco, altra chitarra elettrica molto Ottanta Novanta che sta sotto le voci dando quel tocco vintage alla produzione, ed ecco fatto un classico per tutte le stagioni, che può piacere ai teenager fan di Blanco fino ai genitori e ai nonni. 

"E non invecchia mai
Ciò che vive dentro noi
E non sbiadisce mai
Come foto Polaroid
Se non mi domando chi eravamo
Io non mi ricordo chi siamo
Per un briciolo di allegria
Ra-pa-pa-pa-pa-pa-pa-pa"

Un vocalizzo fuori dalla base, cesellato perfettamente per ricreare i fasti di una voce immortale. Ecco, potremmo dire che basta poco per creare un grande duetto, ma qui si parla dell'asso pigliatutto della canzone italiana, Blanco, un ventenne con tutta la carriera davanti che ha già una serie di successi alle spalle da fare invidia a tutti; canta con Mina, una leggenda, i loro nomi insieme generano già abbastanza hype, titoli sui giornali e servizi al TG1 da non dover neanche ascoltare la canzone, che sarebbe potuta essere ben più scarsa. Invece confezionano un  gran lavoro, che sta sul podio insieme a Brividi, altro duetto - ha vinto Sanremo nel 2022 insieme a Mahmood - che funziona e funzionerà anche a distanza di tempo.

 

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C'è una ricetta per fare un duetto perfetto?

Forse la più banale: scrivere una bella canzone e abbinare due interpreti che fondano bene le proprie voci. Nel pop ne troviamo un bel po', partendo dall'incredibile connubio tra la voce roca di Fausto Leali e quella eterea di Anna Oxa in Ti lascerò, vincitrice di Sanremo 1989 a quello suadente che non prevede gara di acuti, tra Amedeo Minghi e Mietta di Vattene amore del 1990. Non solo pop però. Quando Dimartino e Colapesce sono diventati un duetto permanente per l'album I mortalinel 2020, hanno cantato Luna araba insieme a Carmen Consoli e la fusione di sicilianità delle loro voci ha creato una canzone perfettamente riuscita. 

Esempi virtuosi ce ne sono in gran quantità, anche tra gli esperimenti sulla carta più azzardati, come quello di Franco Battiato e Antony (di Antony and the Johnsons) nella canzone Del suo veloce volo. I due fecero anche un tour insieme nel 2013. Battiato che sposava perfettamente la sua voce dal registro alto a quella più bassa e corposa di Alice nella canzone I treni per Tozeur, che presentarono all'Eurovision festival nel 1984.

Anche i rocker di casa nostra, quelli nati nell'indipendenza, hanno aggiunto alla loro musica voci nuove per un risultato molto interessante. Viene in mente subito La canzone che ho scritto per te, dei Marlene Kuntz con Skin nel 2000 oppure gli Afterhours che nell'edizione speciale del 2014 del loro album più iconico, Hai paura del buio?, cantano Pelle insieme a Mark Lanegan facendoci venire brividi seri. 

 

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Sono solo alcuni esempi, da fare ce ne sarebbero a decine, così come di esempi da non ripetere, di duetti venuti male, talmente a caso da non riuscire neanche a capire il motivo di tali connubi. Ne abbiamo scritto qui, se vi va di fare due risate e rinfrescarvi la memoria. In quel caso la ricetta è ancora più semplice: basta prendere due o più artisti in un casting degno dell'Isola dei Famosi, fargli cantare insieme una canzone che non ha alcun senso per l'uno o l'altro artista e il gioco è fatto. Di questi tempi, passare alla storia del trash è comunque già qualcosa. Non accadrà di sicuro con la canzone di Blanco e Mina. 

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L'articolo Come si fa un duetto fatto bene di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2023-04-17 10:00:00

COMMENTI (1)

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  • mario.miano.3912 mesi faRispondi

    Sì va bene, è carina e fatta molto bene ma già 2 articoli su Blanco che forse se ascoltate ha fatto un disco che no sembra per nulla speciale ma anzi con testi piuttosto spaventosi e cliche(rato) al massimo. Io qualche articoletto in più lo farei per il nuovo disco di Madame, che fatemelo dire, è uno dei migliori in assoluto mai ascoltati in vita mia e così pieno di strikes che si rimane davvero annichiliti quando si ascoltano cose come "la festa della cruda verità" che ha qualcosa di Branduardesco ma è anche molto meglio di "cogli la prima mela", o la produzione che apre il disco di Chris Nolan, una delle migliori mai fatte in Italia o ancora "donna vedi" che sarebbe stata oltre che degna di Mia Martini. Oggi ci si dimentica subito di tutto con tutto quello che esce il venerdì dopo, ma il disco di Madame diventerà un classico assoluto. Grazie Francesca, vergognati di quanto talento hai, me la sposerei!