La cucina italiana è entrata nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO. Ed è una bella notizia. Alla faccia dei francesi, che le palle ancora gli girano, e di tutte le altre cucine famose nel mondo, come quella greca, spagnola o inglese. Ah, no, la cucina inglese no… Quel che pensano i musicisti internazionali dei nostri piatti ve lo abbiamo già spiegato, ora ecco altrettante canzoni made in Italy che celebrano pasta, pane, vino e via strafogando.
BUGO – PASTA AL BURRO

Ammettiamolo: partire con la pasta al burro non è il massimo per una playlist creata ad hoc per celebrare la cucina tricolore. Eppure anche gli chef più rinomati sono d’accordo: esaltare i sapori autentici con pochi ingredienti di qualità è sempre cosa buona e giusta. Bene, allora basta far bollire l’acqua, buttare dentro la pasta con po’ di sale e giù burro ad libitum. A patto che sia tutto di qualità. E comunque, fidiamoci di Bugo: “Pasta al burro semplice e tu ti senti al vertice”.
ALBERTO CAMERINI – GELATO METROPOLITANO

Cosa c’è di meglio di rifugiarsi tra le fredde braccia di un gelato quando l’estate scoppia e la canicola ti spezza in due? Tanto più che oggi in gelateria trovi la qualunque, dai gusti classici a quelli più strampalati. Mai quanto quelli proposti da Alberto Camerini che, accanto a vaniglia, banana, fragola e limone consiglia candelotto, fior di latte clandestino, zut, babà deflagrante tupamaro e grock schiacciato. Lui assicura che il tutto è “nutriente, digestivo, tonico e corroborante”, ma più di un dubbio ci assale…
ENZO CARELLA – BASTA IL PANE

L’ultimo Enzo Carella, quello di Ahoh Yé Nanà. Siamo nel 2007 e il cantante e musicista romano torna dopo un’assenza di dodici anni. Il disco è bello, piano di funky e altre storie, peccato non se lo fili nessuno o quasi, nemmeno la presenza del vecchio compagno di merende Pasquale Panella aiuta. Il testo di Basta il pane rappresenta l’apologia di un alimento antico ed essenziale, che nel nostro Paese vanta una tradizione millenaria e una varietà infinita. Panella, assecondato dai tocchi black di Carella, ricorda che in mezzo al pane puoi metterci di tutto, dai salumi alla marmellata, dai pomodori alle polpette. Un concetto semplice. Semplice come il pane.
PIERO CIAMPI - IL VINO

Un altro pezzo pregiato della cultura culinaria italiana. Per il vino abbiamo dichiarato una guerra – sia pur simbolica e senza armi – ai francesi, con il vino abbiamo costruito un immaginario fatto di sommelier e termini come “pastoso”, “amabile”, “barricato”, “fruttato”, “vellutato” e via così (delirando?). Ma il vino è essenzialmente popolare, con la sua boccia, le osterie di fuori porta, i Superciuk di periferia. Piero Ciampi gli ha dedicato una canzone struggente, autentica, autobiografica: “Com’è bello il vino!”. Ed è quanto basta.
PINO DANIELE – ’NA TAZZULELLA ’E CAFÈ

Un tempo, gli italiani all’estero conducevano una vita grama: tutti a caccia di uno straccio di espresso, pena una irreversibile crisi di astinenza. Poi, con gli anni, il caffè all’italiana si è cominciato a trovare un po’ ovunque – al netto di qualche inevitabile ciofeca –, persino negli angoli più remoti del globo terracqueo, a testimonianza del trionfo della nostra sovranità alimentare. Pino Daniele ha celebrato la tazzina di caffè non senza ironia, sullo sfondo di una Napoli a dir poco problematica: “Na tazzulella 'e cafè ca' sigaretta acoppa pè nun verè, S'aizano 'e palazze, fanno cose e pazze, ci girano, c'avotano, ci regnono e tasse”.
FABRIZIO DE ANDRÈ – ’A CIMMA

La cimma è il classico piatto povero della cucina ligure, composto da ingredienti di scarto quali pancia di vitello, erbe aromatiche, verdure. Negli ultimi anni è stato preso in ostaggio dalle celebrità della gastronomia nostrana che non si accorgeranno mai di ’A cimma di Fabrizio De Andrè (cantata in genovese) e delle metafore ivi contenute. Che spaziano dal disprezzo per la borghesia (“Mangè, mangè, nu séi chi ve mangià”, ovvero “Mangiate, mangiate, non sapete chi vi mangerà”), alla vicinanza con le classi più deboli con le loro tradizioni, sospese tra cristianesimo e credenze popolari.
NINO FERRER – IL BACCALÀ

D’accordo, il baccalà non è certo una specialità dello Stivale, ma il titolo di questa divertente canzone interpretata da Nino Ferrer non tragga in inganno. Versione italiana di Le cornichons (i cetriolini), interpretata dallo stesso Ferrer, a sua volta cover di Big Nick di James Booker, il testo de Il baccalà descrive le peripezie di una famiglia desiderosa di organizzare un picnic. Due valige, tre pacchi, una borsa, un cestino pieni di ogni ben di Dio: non solo baccalà, ma anche panettone, zafferano, pasta al pesto e mozzarella. Alla fine, causa pioggia, il pic-nic sarà rimandato. Ma questo è solo un particolare…
MASSIMO MARTELLOTTA – CARBONARA

Guanciale o pancetta? Aglio e parmigiano sì oppure no? La pasta alla carbonara è un mistero irrisolto, dibattuto a forza di insulti sui social e sfide all’ultimo sangue tra cuochi o presunti tali. Per Massimo Martellotta, la carbonara non è altro che una scusa per cucinare la propria musica (non per niente, il pezzo è tratto da una session dal titolo Just Cooking) in piena libertà, inserendola in groove assassini in odore di jazz e funk. Guanciale o pancetta? Ma chi se ne frega!
SKIANTOS – MAKARONI

Gli Skiantos e il cibo: un rapporto stretto sin da inizio carriera. Basti pensare a pezzi come Se mi ami amami, Fagioli, Ti frugo nel frigo, alla spaghettata sul palco di Bologna Rock nel 1979 o agli ortaggi simpaticamente gettati contro il “pubblico di merda”. E poi c’è Makaroni, capolavoro demenziale finito su Inascoltable, il primo album della band bolognese dirottato su nastro dalla nascente Harpo’s Bazaar di Oderso Rubini. “Makaroni sono buoni al ragù, mi piaci tu…”. Quanta poesia!
DAVIDE VAN DE SFROSS – PULENTA E GALENA FREGIA

La polenta, altra specialità della cucina di casa nostra, semplice ed efficace, specie durante il freddo inverno delle lande del nord. Accompagnata dalla gallina “fredda”, è la classica portata del giorno di Santo Stefano, quando gli avanzi del giorno prima incombono e c’è bisogno di una spazzolata definitiva. Pulenta e galena fregia è cantata in comasco e col passare del tempo è diventata uno degli inni della tifoseria della locale squadra di calcio. Vai a sapere perché…
---
L'articolo Dieci bellissime canzoni italiane sul cibo (per ringraziare l'Unesco) di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2025-12-16 15:30:00

COMMENTI