Elvis Presley, la parabola del Re del Rock

Dagli inizi nella sua Tupelo al successo mondiale con "Love Me Tender", Jailhouse Rock" e infiniti altri brani entrati nella leggenda: la storia del cantante più iconico del rock 'n' roll, la cui villa di Memphis, Graceland, è ancora oggi una tappa imprescindibile per i suoi fan

Elvis Presley
Elvis Presley
18/08/2021 - 18:03 Scritto da Redazione

The Pelvis, Memphis Flash e, naturalmente, The King of Rock ‘n Roll: sono questi solo alcuni fra i soprannomi che identificano inequivocabilmente una sola persona: Elvis Presley. È veramente impossibile pensare che qualcuno, sentendo una strofa di Jailhouse Rock o A Little Less Conversation, non sia in grado di riconoscere l’inconfondibile voce del cantante americano, indiscusso protagonista della scena musicale statunitense degli anni ’50 e ’60. Se nell’immaginario collettivo la sua figura è inscindibilmente legata a look appariscenti e gusti al limite del pacchiano, esaminare più da vicino il suo percorso, con la sua ascesa e soprattutto il suo declino, è in grado di restituire un’immagine di Elvis abbastanza lontana da quella stereotipata che tutti conoscono, facendo emergere una persona più sensibile e in aperta contraddizione con l’immagine pubblica.

Molto può essere spiegato dalle origini del futuro re del rock, nato nel Mississippi, a Tupelo, nel 1935. I genitori vivevano in condizioni lavorative precarie, entrambi impegnati in lavori saltuari e protagonisti di numerosi traslochi nella periferia della cittadina. Una situazione difficile ma compensata dal forte legame emotivo fra genitori e figlio: assidui protagonisti della vita religiosa cittadina, fu grazie a loro che Elvis si interessò alla musica, avvicinandosi al coro della chiesa e ricevendo proprio da loro la sua prima chitarra. In successive interviste, a fama ormai raggiunta, lo stesso Elvis ricordava con affetto i suoi trascorsi familiari e soprattutto il rapporto con la madre. La situazione familiare fu anche alla base del trasferimento dei Presley a Memphis, nel Tennessee: qui Elvis, ormai adolescente, cominciò la sua carriera nel mondo della musica, guadagnandosi presto il soprannome di Memphis Flash. Fu proprio la madre a essere responsabile, indirettamente, della prima registrazione in studio di Elvis: questi, scoperto che uno studio musicale locale concedeva di registrare una propria interpretazione, decise di incidere una canzone da regalare alla madre, della quale nel periodo ricorreva il compleanno. Il materiale da lui registrato venne successivamente ascoltato dal proprietario dello studio che, convocatolo, cominciò a farlo esibire affiancandogli due musicisti: nel 1953 la carriera di Elvis era cominciata.

Fin da subito si rese evidente come a un artista di tali potenzialità non potesse bastare la scala locale raggiunta da uno studio così ridotto: si concretizza così il passaggio a una delle maggiori etichette discografiche del periodo, che gli garantisce maggiore visibilità anche attraverso la partecipazione a show televisivi, sapientemente sfruttati dal suo manager nella seconda metà degli anni ’50 per farlo entrare nelle case degli americani. L’ascesa di questo periodo fu travolgente, e il cantante cominciò a presenziare costantemente nelle classifiche anche grazie a classici come Jailhouse Rock, Love Me Tender e Hound Dog. Il successo era ormai tale da sbarcare al cinema, dove Elvis interpretò in due anni quattro film, prima della partenza per il servizio militare in Germania.

L'ingresso a Graceland, la casa di Elvis Presley
L'ingresso a Graceland, la casa di Elvis Presley

In sua assenza, comunque, proseguì la costruzione del personaggio: il suo management si sforzò per creare forti aspettative per il suo rientro, creando un clima d’attesa senza precedenti. L’avvenimento centrale dei due anni passati da militare è stato, però, la morte della madre di Elvis, avvenuta nel 1958, cosa che lo introdusse all’utilizzo di farmaci stimolanti. In ogni caso, al suo ritorno negli Stati Uniti poté raccogliere i frutti di quanto seminato: si alternano film e singoli di successo, con comparsate negli show e nelle città più rappresentative degli USA come l’amata Memphis o Las Vegas. È proprio a Las Vegas, città simbolo dei giochi da casinò, che è legato uno dei più grandi successi del cantante, quel Viva Las Vegas protagonista dell’omonimo film del 1963. Nel 1967, con la convinta ripresa dell’attività musicale, arriva sempre a Las Vegas anche il matrimonio e, l’anno seguente, la nascita della figlia.

Tuttavia, negli anni ’70 cominciano anche a comparire i primi segnali di quella che sarà la fase calante della carriera di Elvis: già da anni l’artista viveva a Graceland, la villa di Memphis comprata nel 1957, improntandola sempre più al suo stile eccentrico e circondandosi di collaboratori compiacenti. I film smettono di riscuotere i favori del pubblico, il mercato musicale si sta orientando verso i complessi rock e la morte della madre continua a essere un colpo non del tutto superato. La fine del matrimonio, nel 1972, vede un Elvis quasi irriconoscibile. L’uso di farmaci, iniziato per combattere la depressione, era ormai diventata dipendenza, e anche fisicamente il cantante appariva appesantito e precocemente invecchiato anche in conseguenza di alcune patologie aggravate dallo sregolato stile di vita. Nonostante non avesse mai sospeso l’attività concertistica, la qualità era ormai calata: il re del rock rimase un’ombra di sé stesso fino alla morte, sopraggiunta prematuramente a soli 42 anni.

Statua di Elvis
Statua di Elvis

La storia del cantante, per molti versi tragica, ha ispirato dei veri e propri culti, con persone che vestono ricalcando i suoi eccentrici costumi di scena e addirittura associazioni dedite alla dimostrazione che la morte di Elvis altro non è che una complessa messinscena. La vita del re del rock rappresenta una parabola che, a distanza di anni, continua ad affascinare gli innumerevoli fan.

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L'articolo Elvis Presley, la parabola del Re del Rock di Redazione è apparso su Rockit.it il 2021-08-18 18:03:00

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