Francesco Bianconi, dove finisce ciò che non accade

Il frontman dei Baustelle e Valerio Millefoglie portano in scena a Roma "Forever accade", uno spettacolo pensato per i teatri chiusi. Musica e bizzarre storie di bizzarri personaggi per tenere compagnia alla gente in un ipotetico (neanche troppo) mondo post-catastrofe

Francesco Bianconi nel suo "Forever accade"
Francesco Bianconi nel suo "Forever accade"

C’è una fondamentale premessa personale nello scrivere questo articolo, non se ne dispiaceranno i protagonisti di questo articolo (il motivo per cui presumo abbiate cliccato) e dunque voi alla lettura. A gennaio, fra pochi giorni, saranno vent’anni che lascio parole scritte su questo sito. Non immaginavo in alcuna maniera di puntarmi il faro addosso: non me ne frega davvero niente. Solo che mentre guardavo Forever Accade, lo spettacolo happening che Francesco Bianconi e i suoi musicisti stanno portando in giro assieme a Valerio Millefoglie, mi sono ritrovato in una dimensione temporale che nulla ha a che vedere con la linea retta della storia.

In questo frangente ci sono io, a casa, da solo, che ascolto la musica attraverso uno schermo. Esattamente come vent’anni fa, con la differenza d’essere a Milano e non più in provincia di Novara. C’è Francesco Bianconi, e c’era già allora (Sussidiario illustrato della giovinezza dei Baustelle uscì nel 2000). La grande, amara differenza è che non ho di fronte un catorcio collegato ad un modem 56k ma un Macbook, che scrivere di musica non è il motore che mi porterà altrove a raggiungere l’età adulta ma effettivamente piccola parte del mio lavoro, e che l’età adulta mi vede in tuta acrilica a guardare e recensire un concerto che accade su YouTube.

 

L'ensemble di Bianconi ad Asti
L'ensemble di Bianconi ad Asti

Presumo che nemmeno Bianconi si immaginasse di trovarsi in un contesto simile, ma – ecco – "ciò che deve accadere, accade". Nasce così questa serie di piccoli concerti che durano meno di un’ora, suonati da Angelo Trabace al pianoforte e Zach Bordovevi – che ha sostituito Mirco Mariani – al mellotron, ai synth e alle chitarre. Con loro Valerio Millefoglie, scrittore di casa da queste parti, già al fianco di Francesco nel primo format web legato a Forever: Storie inventate, esperimento promozionale legato alla contingenza pandemica in cui i dischi non si possono né suonare né presentare in giro. Valerio passa la sua vita a cercare storie bizzarre non per il gusto di farlo strano, piuttosto con la curiosità di chi cerca l’altro lato: il suo compito è "evocare gli spiriti". Forever Accade è un modo per "tener compagnia alla gente di un ipotetico (mica poi tanto) mondo post-catastrofe", spiega Bianconi.

Siamo a Roma, all’Auditorium Parco della Musica. Siamo in premiere su YouTube. C’è un countdown sopra un’immagine che ricorda il monoscopio Rai, che indicava l’interruzione notturna delle trasmissioni e che oggi sembra preistoria nel multiflusso iperconnesso del broadcast perenne. È la terza tappa di questo insolito tour. Lo spettacolo si apre con un motivo di folk desertico su cui Millefoglie lancia sample di domande tratte da una seduta di uno psicologo, uno dei tanti fantasmi che attraverseranno il concerto: "Terza domanda, le cose che non accadono dove finiscono?". Poi la musica, la prima canzone è l’intensa Forever, che poi è il titolo del disco di Bianconi che Rockit ha definito il migliore dell’anno.

Con il secondo brano capisco meglio il format. È una sorta di show radiofonico pensato per il teatro, ma fatto atterrare in rete. Gli interventi di Millefoglie sono di fatto live podcast, come da lui già sperimentato per Arto Paasilinna e in una tragica esperienza alMI AMI (ne abbiamo riso abbondantemente). Allargano lo spettro delle canzoni di Bianconi, ne aggiungono personaggi, in qualche maniera più classicamente le introducono. Lo psicanalista Valentino Franchitti analizza L’abisso, poi la sentiamo, poi conosciamo la voce di Dolfi Ugo (prima il cognome), che Millefoglie ha incontrato in Via dei Confini, a Campi Bisenzio, al confine tra Prato e Firenze. È un uomo di 90 anni, in pensione da 40, che ha saputo godere della terza età e della cosa più bella della vita, che è il desiderio per le donne, il motore che accende tutto il resto. Parte Certi uomini, forse la più bella canzone italiana di quest’anno. Valerio Millefoglie si riaccomoda sulla poltrona. Musica.

Le inquadrature sono basiche, pochi punti camera, la profondità raccontata da immagini visual astratte e un po’ randomiche, la luce statica spinge sui rossi e sui gialli, il contesto è d’altronde teatrale e in questa scelta si denota la natura ibrida di un’idea figlia dei tempi mascherati che corrono. I personaggi scelti per popolare Forever Accade sono spesso anziani, al confine fra la vita e la morte, un topos delle canzoni di Bianconi. Ma soprattutto c’è la forza del racconto, delle storie, delle vite.

Sentiamo la voce di Pablo Echaurren, uno dei fondatori degli Indiani Metropolitani, collettivo controculturale del ‘77 milanese. Personaggio perfettamente a suo agio fra quei Certi uomini e la canzone che arriverà da qui a breve. Racconta della sua gioventù passata a scoperchiare cacche di mucca, e del suo presente passato a raccogliere fossili attorno a Roma. Dice, mentre la camera indugia su Bianconi in assorto ascolto: "Se i vincitori riscrivono la storia, figuriamoci quel che possono fare con la preistoria; se i vincitori di solito svalorizzano i vinti, figuriamoci cosa possono fare con gli estinti". Poi la prima cover della serata: La ragazza e la miniera di Francesco De Gregori. Il brano rivive bene in questa chiave folk fra De Andrè e i Black Heart Procession che attraversa tutto lo spettacolo. Bianconi ormai ha assoluta padronanza della voce, e qui si alza dalla sedia: "Meno male che c'è sempre qualcuno che canta / E la tristezza ce la fa passare". Vita, cazzo.

Seguono la storia del bialbero, il gelso che ospita il ciliegio, e di Francesco Cima, anni 86: "Sotto il bialbero, promesse d’amore". C’è spazio anche per una versione intima e universale di La cometa di Halley, che Bianconi scrisse per Irene Grandi. C’è addirittura Millefoglie che quasi rappa sulla coda (musicale) della cometa, parlando del binario che collega la vita binaria fra Milano e Roma. E c’è una dedica alla città che ospita il concerto, quella Nun je dà retta Roma già resa celebre dal compianto Gigi Proietti, che mi riporta alla indimenticabile esperienza degli Ardecore e del loro romanissimo folk universale. Segue la domanda dal pubblico, l’intervento della contemporaneità, che si trasforma in una sorta di spazio letterario sul tema dei sogni con citazione a Dostoevskij.

Valerio Millefoglie
Valerio Millefoglie

Forever Accade è un riuscitissimo esperimento, perfetto nei suoi ritmi non serrati ma nemmeno autocompiaciuti, sempre con lo sguardo altrove. Una cosa giusta per questi tempi, parallela ai Talismanidi Vasco Brondi ma con un altro output estetico. Uno spettacolo crossover (dio, ho usato questa parola) fra forme e linguaggi, autori e epoche, sinestetico come il 2020 e non sintetico come le Vacanze dell’83. Una deviazione in attesa di tornare ai concerti, che sono un’altra cosa, che potrebbe però rimanere, come molti altri esperimenti ibridi di quest’anno. Questa tappa la chiude Domani è un altro giornodella Vanoni, "e si vedrà". I musicisti abbandonano il palco e rimane una voce che ci racconta dell’avvicinarsi fra Giove e Saturno, la congiunzione celeste più rara. Accade ogni vent’anni, dice. Ecco, vedi?

 

Forever Accade, le repliche:

- 1 gennaio, ore 18.00

- 4, 5 e 9 gennaio, ore 15.00

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L'articolo Francesco Bianconi, dove finisce ciò che non accade di Carlo Pastore è apparso su Rockit.it il 2020-12-30 11:38:00

Tag: teatro

COMMENTI (2)

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  • 166225#chocolat3 anni faRispondi

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  • annarellina4 anni faRispondi

    Bravo! Ottima ricostruzione di un accadimento poetico che ha allargato vedute e ha permesso di fare conoscenza con altri mondi paralleli, talvolta sotterranei e molto spesso sospesi sulle nostre teste. Ho adorato questi happening . Mi hanno restituito il piacere dell’attesa, la sensazione di benessere che viene da una voce a cui sono tanto legata, quel piacere diffuso che solo le cose che richiedono attenzione sanno dare.