"Hammamet", una colonna sonora alternativa per la vita di Bettino Craxi

Da De Gregori a Venditti, dai Punkreas a Fabri Fibra, il Cinghialone della politica italiana ha ispirato parecchi artisti di casa nostra

Esce nelle sale italiane il 9 gennaio il film Hammamet, scritto e diretto da Gianni Amelio, con il solito travestimento da colonnino destro di Repubblica di Pierfrancesco Favino, spaventosamente identico a Bettino Craxi. Trama in sintesi per chi non sapesse di cosa stiamo parlando o per chi avesse volutamente rimosso: il leader socialista, protagonista della vita politica degli anni '80 italiani, capo del governo sotto Sandro Pertini (che non lo amava particolarmente), moderno affabulatore di folle e viveur, maestro e mentore di Silvio Berlusconi, in seguito alle indagini di Tangentopoli che portarono alla fine della Prima Repubblica fugge dall'Italia e si rifugia ad Hammamet, in Tunisia, dove muore (secondo i detrattori) da latitante o forse (secondo gli ammiratori) da esiliato. Questa parte della sua vita, a 20 anni dalla morte, racconta le pellicola. 

Craxi è stato amato follemente nel decennio più scintillante e sopra le righe che il nostro recente passato ricordi, quello degli sperperi e della bella vita. Andava in discoteca (col suo compagno di partito Gianni De Michelis) e sapeva vendere sogni alla gente, scordandosi spesso l'etichetta. L'uomo più potente d'Italia che, dopo essere stato travolto dall'inchiesta su Mani Pulite ed essere stato etichettato come ladrone dall'opinione pubblica, di colpo nessuno conosceva più. Un leader lasciato solo e malato a godersi un esilio dorato senza più alcun potere. Una storia davvero molto italiana.

Nel film Favino è Craxi, come detto, e i truccatori meriterebbero l'Oscar e pure un contratto in un talent di Carlo Conti. La musica del film è firmata dal Premio Oscar (per La vita è bella) Nicola Piovani, già collaboratore di Fabrizio De André negli album Non al denaro né all'amore né al cielo e Storia di un impiegato. 

Piovani non è stato certo il primo a scrivere musica per (o su) Craxi. Spoiler: di solito, le canzoni a lui dedicate non sono state tenere, proprio per niente. Il primo omaggio è già grottesco: composto ed eseguito da Federico Maria Sardelli (noto direttore d'orchestra serissimo, ma anche pittore, umorista e vignettista per Il Vernacoliere: in poche parole, un genio), che in questa morbida ballata intrisa di french touch inserisce il nome dell'ex leader socialista per rendere tutto assolutamente sbagliato.

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Ben meno pettinata è la canzone della Banda Bassotti del 1992 intitolata candidamente Er ciccione e contenuta nell'album Figli della stessa rabbia. Poche parole, testo ridotto, dura poco, ma diciamo che arriva dritta al punto, tra garofani e balconi duceschi. 

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In Su le mani di Fabri Fibra (feat. Tolu Kuti), il più famoso rapper marchigiano dedica a Bettino questa barra: "Sei giovane t'attacchi se fai un figlio saran cazzi / Metà dei miei fratelli sta in esilio come Craxi". 

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Antonello Venditti non è mai stato tenero con Craxi, ed è parecchio un eufemismo. Tanto da dedicargli nell'83 la canzone L'ottimista e, poco prima di Tangentopoli (1988), tutto l'album In questo mondo di ladri. Ascoltate il testo della canzone qui sotto...

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Non esattamente dei fan nemmeno i Punkreas, che in Disgusto totale cantavano "Il porco coi bagagli se ne andava il Tunisia/In una villettina trenta volte casa mia/Se penso che un mattone gliel'hai comprato tu/Per penitenza appenditi, ma con la testa in giù". Strano Piovani non abbia pensato a un loro contributo. 

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Alessandro Milani, rapper milanese ed ex autore di Fiorello, gli ha dedicato la canzone Il cinghialone, per criticare la via a lui dedicata a Milano, che a suo tema è stato un altro tema parecchio "divisivo". 

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Bettino Craxi è stato anche il primo a sdoganare la canzone pop durante i comizi politici (oggi lo fanno tutti, dai Thegiornalisti in giù), senza però conoscere fino in fondo gli artisti: una volta fece suonare Viva l'Italia di Francesco De Gregori, che però (nella Ballata dell'Uomo Ragno) cantava "È solo il capobanda, ma sembra un faraone, si atteggia a Mitterrand ma è peggio di Nerone".

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Forse la canzone più bella e più terribile che riguarda, più che Craxi, tutta la classe dirigente della Prima Repubblica è Povera Patria di Franco Battiato del 1991. Una struggente preghiera, un j'accuse devastante.

"Povera patria schiacciata dagli abusi del potere
Di gente infame che non sa cos'è il pudore
Si credono potenti e gli va bene
Quello che fanno e tutto gli appartiene
Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni
Questo paese è devastato dal dolore
Ma non vi danno un po' di dispiacere
Quei corpi in terra senza più calore?"

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L'articolo "Hammamet", una colonna sonora alternativa per la vita di Bettino Craxi di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2020-01-09 12:41:00

Tag: opinione

COMMENTI (1)

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  • mazzola 4 anni fa Rispondi

    potevate metterci craxi (is dead hammamet hammamet) delle she said what...