"Hanami", guardare fiorire gemme musicali

Una tradizione orientale di "rinascita", in questo caso sonora. La lancia Asian Fake, che ha selezionato 13 tracce di altrettanti artisti per un disco collettivo che rimetta al centro le canzoni e non i profili social. I curatori Frenetik&Orang3 ce lo raccontano

Frenetik&Orang3 al MI AMI 2019 - foto Emilio Rassu
Frenetik&Orang3 al MI AMI 2019 - foto Emilio Rassu

HANAMI è una parola Giapponese che indica la pratica di osservare la fioritura degli alberi. Una tradizione orientale, nata in Cina e diffusa poi in Giappone, che nel tempo è diventata metafora di bellezza e rinnovamento. Asian Fake sposa questo concetto, contestualizzandolo al periodo attuale. La rinascita che l’etichetta vuole proporre è artistica, musicale, collettiva. Un progetto non di genere, ma di suono, che intende dare visibilità ai talenti emergenti e al lavoro incessante, almeno sul piano artistico, che non si è mai interrotto nonostante il blocco forzato, l’inverno apparente.

Tramite una call to action dal proprio profilo Instagram, Asian Fake ha chiesto al pubblico di inviare un brano inedito – a prescindere dal genere – a una mail dedicata. In poco meno di una settimana sono state raccolte quasi 400 tracce, valutate integralmente da una giuria d'eccezione composta da Filippo Palazzo, CEO & co-founder di Asian Fake, i producer Frenetik&Orang3 e Victor Kwality, artista e A&R della label. Il team ha selezionato 13 artisti, che sono stati annunciati tramite una diretta sul canale YouTube lo scorso venerdì 22 maggio. I provini selezionati sono lavorati sotto ogni aspetto: dal mix&master a carico dell’etichetta fino agli aspetti promozionali e di distribuzione.

Nasce così HANAMI, un album che vuole "unire gemme nascoste" da tutta Italia aiutandole a fiorire, premiando la passione e l'originalità e creando un progetto inedito che ha come unico scopo quello di mettere la musica al centro, usando come criterio di selezione la qualità del lavoro senza profili social o scorciatoie. Non ultimo, le modalità di realizzazione del progetto sembrano aprire a nuovi scenari di ricerca e talent-scouting all’interno del panorama discografico italiano.

In questo track by track Frenetik&Orang3 ci spiegano cosa li ha colpiti di ogni brano che hanno selezionato. 

Frenetik&Orang3 al MI AMI 2019 - foto Emilio Rassu
Frenetik&Orang3 al MI AMI 2019 - foto Emilio Rassu

1. Guido Cagiva — Stonato (prod. Strage)

Stonato è una brano che ci ha colpito per il timbro molto particolare e per le sonorità della produzione. Ci siamo subito informati e abbiamo scoperto che il beat era di Strage, uno dei nostri producer preferiti del momento. Il testo è molto intimo, il brano ha un’atmosfera hip-hop LOFI che, però, non rimarca i cliché del genere. Se fosse una pianta sarebbe sicuramente un rampicante mangia asfalto.

2. Deriansky — Team Crociati

La cosa che ci ha colpito di più è stata la struttura pazza del brano, che unisce voci pitchate, strofa rappata e un drop che può ricordare sonorità dubstep. Senza contare che la produzione è firmata dallo stesso Deriansky. L’odore di strada si sente da lontano, ma è una strada su cui corre un’astronave dal futuro.

3. Nellow Spazio — MANIE

Questo è un brano che ci ha ricordato il mondo Sorrowland, almeno per quanto riguarda la produzione electro-glitch. La cosa bella è che queste atmosfere si sposano perfettamente con la freschezza del cantautorato contemporaneo.

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4. Dipdoze — SPINE

Sicuramente il brano più maturo, già pronto per una release pop pur rimanendo estremamente originale a livello di suono: ci piace chiamarlo space-funk, rende?

5.DalaiXV, Lovesosa, The Dentist — Kalispera

Una sola parola per questo brano: VIBE.

6. Rachele — Paranoia

Amore al primo ascolto. Il brano è arrivato su un type beat che abbiamo fatto riprodurre appositamente per mantenere quell’equilibrio magico che si è creato tra testo delicato ma pungente, suono crudo ma nuvoloso.

7. Memento — Non ti conosco

Da Venerus in poi ogni volta che un brano si intitola Non ti conosco finisce per aprirci il cuore. Se leggendo il nome dell’artista ti viene in mente il film, possiamo dirti che le parole di questo brano non serve scriverle da nessuna parte, ti restano addosso.

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8. Khloe — Bonnie&Clyde (prod. Scarico&Ayellow)

Al di là del titolo che ci è molto caro da quando abbiamo scritto insieme ad Achille Lauro la sua Bonnie&Clyde, dopo aver sentito i molteplici flow di Khloe c’è venuto in mente il miglior rap romano, quello che negli anni abbiamo vissuto da vicino.

9. ndrskillz — Il Suono Del Silenzio

La nostra attenzione è stata subito catturata dal perfetto equilibrio tra il testo e la base, non a caso il produttore è anche l’autore. Ci ha pensato lui a descrivere al meglio il proprio pezzo: “questo brano ti prende e ti porta a ballare sotto la pioggia”.

10. 1989 — TUTTOLOGY

Il ragazzo scrive molto bene, forse una delle migliori penne emerse dai quasi 400 brani che abbiamo ascoltato per HANAMI.

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11. Ceneri — Mancanze

Qui abbiamo scelto le emozioni,le stesse che provavamo quando ci riascoltavamo le nostre prime canzoni su cassetta. Tutto cuore.

12. t Vernìce — due euro

Una poesia così bella su una moneta non era mai stata pubblicata. Ha scritto parole che starebbero bene in un libro, col suono che le rilega.

13. ALDA — Doppie Punte

Anche qui basta una sola parola: SPERIMENTAZIONE. Tutto il resto che c’è da dire l’ha infilato lei nel beat, e pure senza ritornello.

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L'articolo "Hanami", guardare fiorire gemme musicali di Frenetik&Orang3 è apparso su Rockit.it il 2020-06-05 09:19:00

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