Dieci amici che si vogliono bene da sempre, chiusi ognuno nelle proprie case durante il lockdown, hanno creato totalmente a caso una roba pazzesca. Si sono firmati Hell On Mask, hanno piazzato su Kickstarter il loro progetto – Decameroom: dieci brani accompagnati da dieci storie e dieci illustrazioni, raccolti in un cofanetto – e sono rimasti sulla piattaforma per circa venti giorni, fino a diventare il progetto più popolare della sezione musica.
Su 61mila progetti al mondo. Hanno raccolto, tramite il finanziamento con Kickstarter, il budget necessario alla produzione di 300 copie fisiche numerate e le hanno vendute tutte. Qualcosa, però, se chiedete ancora c'è, forse. Un traguardo enorme, del tutto imprevisto.
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Ora, stanno cercando di portare avanti la collaborazione con INRI Torino, che li ha contattati subito, e stanno elaborando il modo per tirare fuori tutto l’album – su Spotify ci sono solo due brani, il resto si trova nel cofanetto: "L’idea originaria era quella di far uscire mensilmente un racconto, un podcast e il relativo brano. In questi giorni stiamo cercando di gestire le questioni tecnico-logistiche che riguardano questo progetto e decidere come far uscire il materiale, magari con un video", dice Francesco aka Sigiu Bellettini, autore delle illustrazioni e ponte essenziale tra due mondi.
Perché è lui, per metà napoletano e per metà lucano, che ha messo in contatto Napoli con Latronico, i due epicentri di Decameroom: "Sette di noi su dieci sono lucani. Io vengo a Latronico da quando sono ragazzino" – dice Sigiu – "e Joseph e Matteo, due miei amici di vecchia data che ho trascinato nel collettivo, conoscono da tempo gli altri sette".
Hell On Mask sono, dunque, i tre napoletani Francesco Caricati – Sigiu Bellettini, rapper, producer e illustratore –, Joseph Troia – Apostoli, rapper –, Matteo De Marino – Demarino, rapper – e i sette lucani Arturo Lauria – Dr.Brain, rapper –, Flavio Lauria – KV Lood, che cura anche mix e master –, Tahnee Rodriguez – Cisco, "entità magica" –, Massimo Cantisani – cantante –, Andrea Lauria – alla chitarra –, e i due scrittori Egidio Matinata ed Egidio Mitidieri – che si sono dedicati alla stesura dei dieci racconti, prendendo spunto dalle tracce e inserendole in una cornice narrativa.

I dieci, ognuno nelle proprie camere e a distanza, durante la quarantena, hanno cominciato per gioco a elaborare delle basi, che poi sono diventati dei brani, tutti ambientati in luoghi e tempi diversi: "Inizialmente doveva chiamarsi Tutti a Casa mixtape. Costretti a stare dentro casa, inconsapevolmente il progetto è nato dalla voglia di evasione di ognuno di noi in un altro spazio e in un altro tempo", spiega Egidio, uno dei due scrittori del gruppo.
"Poi, abbiamo trovato il filo conduttore tra i vari brani, perché casualmente tutti erano una declinazione diversa del rap e la collocazione spazio-temporale è diventata caratteristica di Decameroom", continua Arturo, uno dei rapper: "I racconti e i brani sono ambientati in una determinata città e in un determinato anno. Ogni brano e ogni racconto è ispirato a un luogo e un tempo diverso, perciò ogni pezzo è differente dall’altro".
Sono tendenzialmente pezzi pop-rap, ma declinati secondo sound diversi e ognuno ha un genere di riferimento differente, a seconda del mood, del luogo in cui è ambientata la narrazione e in base all’anno. Perciò: Un Trago (Havana-1975) è un rap latino che strizza l’occhio un po’ ai Cypress Hill, un po’ a Manu Chao. Sunset Love (Malibu-1982) è anni Ottanta, però con dei brillori più pompati, reinterpretati, rebooted. Habanero (Kingston-1967) è ambientato a Kingston ed è per due quarti raggae. Jurassic Park (Isla Nublar-1993) boom-bap è anni Novanta, chiaramente con dei suoni più contemporanei. Mumble No.5 (Atlanta-2010) è un per forza un mumble, rap, di base anche trap, senza strafare.
Copernico (Bologna-1497) è una canzone d’amore ambientata nella bologna del 1470, data in cui Copernico fece le sue prime osservazioni astronomiche. Il beat è tecnicamente trap/emo-trap, con un tipo di scrittura e di flow che, però, non c’entrano molto. President Evil (Raccoon City-2035) è a cassa dritta, elettro-house. Berghain (Berlin-1987) è techno pura. Blvk (Neo Tokyo-2084) è mezza trap e mezza crossover, con il ritornello stimolato dalle chitarre elettriche di Andrea, Ghostemane di retroterra, e segue alla larga la wave trap metal. Infine, la traccia numero dieci: Contact (Vega-2130), space ambient con un rap abbastanza asciutto, zero flow e scrittura quadrata, solo in rima.

Certamente l’eterogeneità è il punto di forza di Hell On Mask e del progetto Decameroom in toto: "L’abbiamo fatto apposta, così almeno un pezzo su dieci riesce a spaccare per forza", ride Matteo, rapper. La verità è che tutti e dieci i brani fanno un figurone, la produzione è perfezionista e la qualità del lavoro definitivo non è affatto male, nonostante sia nata, cresciuta e ultimata a distanza: "Tutto è stato possibile grazie all’amicizia di lunga data e ovviamente grazie alle tecnologie, che ci hanno consentito di elaborare ognuno a casa propria. Francesco e Flavio realizzavano i beat e ce li consegnavano impacchettati; noi ci scrivevamo sopra, registravamo e inviamo i brani che poi venivano riempiti di dettagli", spiega Arturo e, continua: "Il dualismo Francesco/Flavio, i due produttori, è stato un fattore prezioso in più. Loro sono abbastanza complementari nel modo in cui interpretano la musica: Flavio gestisce magari la melodia, Francesco la ritmica. Anche questa complementarietà ha reso il progetto eterogeneo e potente".
Poi, nel complesso il progetto è davvero affascinante, anche se non capisci perché. L’impatto è strano, non si capisce molto: fuori ci sono solo le prime due tracce, Un Trago (Havana-1975) e Sunset Love (Malibu-1982). Per il resto, se non hai comprato il cofanetto su Klickstarter, si potrebbe pensare che si tratti unicamente di podcast annessi ai due brani usciti e una raccolta di illustrazioni fighissime, una per ogni pezzo, in cui Sigiu rielabora antichi dipinti con elementi estranei legati al pezzo di riferimento.

Ed è questo, forse, l’unico punto di debolezza del progetto: la difficoltà nel comunicarlo in modo chiaro. "Siamo consapevoli che quello che facciamo non è un progetto pop, ma di nicchia, diretto a coloro che apprezzano prodotti studiati ed elaborati. Il rischio di non essere compresi in questi casi c’è sempre", dice Matteo, e Joseph si aggancia: "La transmedialità, marchio intrinseco al progetto, è difficile da palesare, anche perché credo che ci siano pochi esempi da cui prendere spunto".
Se la complessità può essere un ostacolo, ma allo stesso tempo caratteristica seducente di Decameroom, e l’eterogeneità di stili e di generi il pregio di questo lavoro a dieci mani, la commistione tra passato-presente e futuro è il perno che tiene insieme tutto il disco: "Il fatto che tutto sia partito in quarantena ci ha invogliati a immaginare dei viaggi per evadere dalla condizione in cui ci trovavamo. Siamo partiti dall'Havana del 1975 per approdare a Vega, nel futuro 2130, il tutto in una cornice narrativo-letteraria dove sette donne e tre uomini raccontano le tracce, come in Boccaccio", spiega Egidio e, continua: "Classico e moderno si intrecciano in Decameroom e quest’elemento è evidente negli artwork di Sigiu, a partire dalla copertina dell’album, dove la dama dell’Ottocento indossa il visore".
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La casualità è un altro elemento da considerare, il punto di partenza da cui è nato tutto: "Da piccoli, noi di Latronico avevamo un gruppo semi-punk psichedelico, che non c’entra un granchè con quello che generiamo oggi", racconta Arturo, e continua: "Non sapevamo suonare ed era questa la cosa realmente punk, scrivevamo solo pezzi nostri. Guardando in retrospettiva era una roba realmente sperimentale, di cui purtroppo non abbiamo testimonianze – si tratta di una quindicina di anni fa e Youtube e il resto ancora non era davvero avviato".
Da quel momento in poi è sbocciato l’amore per l’elettronica e l’hip-hop, che ha rapito tutti: "Io ho sempre rappato", afferma Arturo, mentre Sigiu è sempre stato un esploratore di musica di avanguardia di qualsiasi natura – da Battiato a derive post sovietiche – e parecchio affascinato dalla vaporwave, ma anche dalla trap; Flavio è sempre stato uno che ha prodotto musica elettronica in maniera abbastanza caotica, spaziando dalla drum and bass a musica d’ambiente. Per tutti, il punto di riferimento sono Giovanni Lindo Ferretti e Battiato: "I nostri due pilastri su cui si basa la nostra esistenza sulla terra", dice Sigiu.

"Siamo partiti senza nessuna intenzione precisa e forse il messaggio è nato strada facendo", afferma Joseph. E cioè: fare una roba complessa, un prodotto estetico e artistico che si sviluppi su più media e che possa dare al lettore-ascoltatore-spettatore la possibilità di fare un viaggio. In altre parole, un’esperienza complessa della musica, che a volte si ascolta senza lasciare nulla.
"Vogliamo raccontare delle storie”, continua Joseph, che studia cinema ed è il regista del progetto di Hell On Mask. Non solo, il fruitore che entra in relazione con Decameroom è spronato a un atteggiamento attivo. Qualcosa non di nuovo, ma che sicuramente distingue l’operazione dal resto: l’ascoltatore deve andare a leggere anche i racconti, capire il collegamento con il pezzo e ricostruire anche un po’ da sè, la storia raccontata: "C’è molto del concetto della nuova serialità televisiva nel progetto", spiega Joseph: "Nelle serie tv l’episodio non è più autoconclusivo e si vive un’esperienza dinamica – come fosse un videogioco – dove tu devi apprendere le regole di quel 'pacchetto', entrarci dentro e fare la tua esperienza".

"Con la nostra musica vogliamo seguire il flusso", parla Arturo a nome di tutti gli altri nove, e continua: "Ho sempre fatto freestyle nella mia cameretta o nei bar quando mi ubriaco. Ho fatto anche qualche battle al liceo, ma non ho mai provato a scrivere. Il freestyle è una cosa che mi ha sempre divertito e pensavo 'okay, quando mi metterò a scrivere vorrò farlo con parole piene di contenuti'. Questo progetto, invece, si è presentato totalmente a cazzo, in un momento in cui volevo solo stare a casa e divertirmi con i miei amici".
"Mai mi sarei aspettato che uscisse una roba del genere da me stesso. Il fatto che abbiamo seguito tutti il flusso e il fatto di non aver prestabilito nulla – dalla riuscita raccolta fondi, alla 'vittoria' su Kickstarter, fino all’album – ha reso tutto più bello", spiega Arturo: "È uscito 'tutto bene da sé', tutto in maniera organica, perché semplicemente l’intento di tutti era fare qualcosa insieme, stare insieme e divertirci. E questo non vuol dire che sia uscito qualcosa di leggero o privo di contenuti, anzi, voglio semplicemente sottolineare la bellezza della spontaneità con cui si sono sviluppate le cose".

Dieci teste diverse, ma il fatto di essere in tanti è stata una cosa che spesso ha aiutato, perché in qualche modo loro stessi si sono dati dei feedback a vicenda. Se su una cosa qualcuno era incerto, ad esempio, ha avuto la conferma o la disapprovazione di qualcun altro: "Ci sono stati solo alcuni episodi di censura" – ridono – "come quando Arturo ha bestemmiato in un testo e gli altri hanno deciso di metterci un bip sopra", ricorda Sigiu e, subito, Arturo risponde, scherzando: "Questa cosa non mi è piaciuta proprio".
Hell On Mask è un collettivo innanzitutto di amici che fanno musica fatta bene e raccontano storie avvincenti. E che sono riusciti a realizzare dal nulla un progetto davvero interessante, che merita attenzione e che concede finalmente un po’ di luce anche a una regione, la Basilicata, troppo arida e ingiustamente silenziosa dal punto di vista musicale. Qui, esistono alcune realtà di cui varrà la pena parlare – magari più in là –, ma che, per forza di cose, rimangono spesso nel loro e non escono al di fuori di questa piccolissima regione che lentamente si sta spopolando. Decameroom e Hell On Mask sono una luce luminosissima in questo deserto da esplorare, che illumina fino a Napoli e altrove, e che in qualche modo dà voce e fiducia a tutto il resto.
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L'articolo Hell On Mask, i moderni Boccaccio arrivano da Kickstarter di Claudia Mazziotta è apparso su Rockit.it il 2020-09-11 15:15:00
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