La costruzione di Ivano Fossati

Il cantautore genovese compie 70 anni, la maggior parte dei quali impiegati a scrivere canzoni bellissime per sé e per Mia Martini, Loredana Bertè, Fabrizio De André, Anna Oxa, Fiorella Mannoia e tanti altri. Lui dice di essersi ritirato ma nel 2019 è tornato con l'album insieme a Mina

Ivano Fossati nella copertina del disco "La pianta del tè" del 1988
Ivano Fossati nella copertina del disco "La pianta del tè" del 1988

Ivano Fossati compie 70 anni di cui almeno 50 dedicati alla musica d'autore, così tanto d'autore che spesso ci dimentichiamo colpevolmente di lui. Genovese, cantautore, polistrumentista, produttore e autore, inizia ad amare la musica come spesso accade grazie ai familiari: lo zio che suona il clarinetto e il cugino che dirige un'orchestra. A 12 anni prende lezioni di pianoforte ma è grazie ai Beatles di Love Me Do che cambia strumento per dedicarsi alla chitarra. Da lì in poi inizia a suonare un sacco di strumenti: l'organo, il flauto, la chitarra elettrica, e s'innamora delle canzoni.

Negli anni Sessanta inizia la sua carriera di musicista nei gruppi beat dell'epoca ma è solo 10 anni dopo che anticipa l'ondata del rock progressivo italiano grazie ai suoi Delirium, che utilizzava oltre agli strumenti del rock anche flauti, sintetizzatori e arrangiamenti sinfonici. La band è formata da Mimmo Di Martino, Ettore Vigo, Marcello Reale, Peppino Di Santo e lo stesso Fossati, pubblica il pirmo album nel 1971, Dolce acqua, ma è al Festival di Sanremo del 1972  con Jesahel che si fa conoscere dal grande pubblico, e ancora oggi si ricordano quelle note.

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Nel 1973 Ivano Fossati decide di lasciare il gruppo per dedicarsi alla carriera solista con un 45 giri dal titolo Beati i ricchi che è il tema dell'omonimo film di Salvatore Sampieri con Lino Toffolo e Paolo Villaggio. Nel 1974 pubblica il suo primo album e già dal titolo, Il grande mare che avremmo attraversato, si intuisce che quello del viaggio sarà un tema ricorrente in tutta la sua carriera. Poco dopo inizia la sua collaborazione con Oscar Prudente, col quale scriverà tutto l'album Il mondo di frutta candita di Gianni Morandi del 1975.

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La ricerca del suo suono lo farà tornare al rock venato di pop, grazie al produttore Antonio Coggio (già con Baglioni). Nel suo quarto album La casa del serpente c'è la prima collaborazione con la cantante Mia Martini, con cui avrà una relazione artistica e sentimentale molto passionale. Una canzone su tutte: E non finisce mica il cielo

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Da questo connubio nasce in Fossati la consapevolezza di essere anche un autore perfetto per le voci femminili e firma alcune tra le canzoni più belle e conosciute della fine degli anni Settanta: Un'emozione da poco per Anna Oxa, Dedicato per Loredana Bertè, Non può morire un'idea per Mina, Mi vuoi per Marcella Bella e Pensiero stupendo per Patty Pravo.

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Arrivano gli anni Ottanta e con essi i successi personali di Fossati: La mia banda suona il rock, Panama e dintorni in cui reinterpreta la canzone commovente scritta per Mia Martini,  La costruzione di un amore e nel 1982 scrive un successo incredibile per Loredana Bertè: Non sono una signora, che vincerà il Festivalbar e venderà 200mila copie. Si racconta che quando Fossati le fa ascoltare per la prima volta Non sono una signora, la Berté viene preventivamente addolcita da una mousse al cioccolato preparata per l'occasione dalla sorella Mia Martini, per il timore di un'eventuale reazione scomposta dell'artista. Bertè e Fossati collaboreranno per tre splendidi album: Traslocando (1982), Jazz (1983) e Savoir Faire (1984).

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Intanto Fossati pubblica il suo celebre album Le città di frontiera che contiene La musica che gira intorno. In seguito collaborerà alla produzione di due brani dell'album Scacchi e tarocchi di Francesco De Gregori. Dal 1986, Ivano Fossati abbandona il rock per andare verso un cantautorato spesso tendente alla world music, si pensi al folk de Gli amanti d'Irlanda o Una notte in Italia. Produce l'album O di Ornella Vanoni e pubblica il suo La pianta del tè, che contiene Questi posti davanti al mare, che vede anche la partecipazione vocale di Francesco De Gregori e Fabrizio De André.

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Gli anni Novanta vedono lo stile di Fossati ancora più maturo, con un album come Discanto e collabora con Fiorella Mannoia, per cui scriverà I treni a vapore, Le notti di maggio e L'amore per amore. Nel 1992 esce il La canzone popolare, un singolo fortunato tratto dall'album Lindbergh - lettere sopra la pioggia. La canzone diventerà più tardi l'inno della sinistra, cosa di cui Fossati si pentirà, dichiarandosi uomo di sinistra ma non della sinistra. Dopo i primi album dal vivo (in cui compare anche I naviganti, scritta per Bruno Lauzi), nel 1994 la musica alternativa tributa il suo omaggio a Ivano Fossati con l'album I disertori, a cui partecipano Afterhours, Mau Mau, La Crus, Modena City Ramblers.

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Dopo l'album Macramé, inizia la collaborazione con Fabrizio De André con cui scrive Megu megun e A Cimma per l'album di Faber Le nuvole. I due genovesi si troveranno molto bene a scrivere a quattro mani e così comporranno tutto l'album Anime salve di Fabrizio De André del 1996, l'ultimo prima della prematura scomparsa del cantautore. L'album sarebbe dovuto essere scritto, cantato e pubblicato come duetto ma lo stile troppo pianistico di Fossati non andava bene con la voce di Faber, allora decisero che sarebbe stato un album di quest'ultimo, arrangiato alla maniera che più si confaceva al suo stile. Fossati e Faber cantano insieme due pezzi: Anime salve e A cumba.

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Successivamente Fossati collabora molto per il teatro e per il cinema, scrivendo le musiche per Carlo Mazzacurati e nel 1999 partecipa come super ospite a Sanremo cantando Mio fratello che guardi il mondo. Nel 2000 Fossati abbandona le sperimentazioni per tornare al suo rock contaminato con La disciplina della terra. Ancora collaborazioni negli anni Duemila: con gli Statuto, con Zucchero (È delicato), con Tiziano Ferro col singolo Indietro, scrive l'inno del Torino, la sua squadra del cuore e la canzone L'amore trasparente per il film Caos calmo con Nanni Moretti, per cui vincerà il David di Donatello e il Nastro d'argento.

 

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Il 2 ottobre del 2011, ospite di Che tempo che fa, rivela a Fabio Fazio che l'album Decadancing sarà il suo ultimo, che si ritirerà dalle scene. Dice però: «Tirarsi fuori dai meccanismi discografici non equivale a dire addio alla musica. Non è la musica che abbandono, anzi voglio studiare, suonare molto, rimanere appassionato». Negli anni successivi collabora con Laura Pausini e Giorgia, tornando a sorpresa a collaborare, scrivere e cantare nell'album Mina Fossati, con testi e musiche di quest'ultimo, nel 2019.  

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Dunque, alla fine di questo percorso, non possiamo davvero sapere cosa porterà il futuro a Ivano Fossati, uno dei più grandi scrittori di canzoni che l'Italia abbia mai avuto, di cui ogni giorno ci manca la profondità e la cultura. Quando e se deciderà di presentare un nuovo album solista, saremo ben felici di ascoltarlo.

 

 

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L'articolo La costruzione di Ivano Fossati di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2021-09-21 09:44:00

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