L’orso è tornato: “In tutti questi anni non ci siamo persi: ce lo meritavamo”

Una delle band che hanno segnato l'epopea del cosiddetto indie italiano negli anni Dieci torna sulle scene dopo lungo silenzio, con quattro date tra il 28.11 e il 5.12. In questa intervista esclusiva ci raccontano cosa li ha riportati in sala prove, e perché la nostalgia "fa anche cose buone""

L'orso, con Matteo Romagnoli - foto d'archvio
L'orso, con Matteo Romagnoli - foto d'archvio

Penso che in Italia ci sia un grosso problema con il giovanilismo. Se parli di ciò che eri quando avevi 18 anni, allora vuol dire che parli solo per i diciottenni, e sei un paraculo. Non penso funzioni così. Io non sto lì a fare i calcoli su quello che vado a scrivere, lo faccio e basta. Uno a 20 anni non è che si mette a raccontare i quarantenni, cioè non è nemmeno sbagliato, è che io non ne avevo le proprietà.

Era il 2015 e su questa testata Nur Al Habash "stanava" Mattia Barro, voce de L'orso, sul tema dell'età di chi suona e chi ascolta, sul sentirsi a proprio agio con quel che si fa, sulla musica cosiddetta generazionale. Dieci anni dopo tutto è cambiato: nel mondo, nella discografia, nella sua vita e in quella di chi ha seguito sotto mille palchi questa band nata dalla voglia di "passarsela bene" di un gruppo di amici di Ivrea (pur con una falange milanese già presente e rumorosa).

Eppure, senza giovanilismo ma senza farsi "condannare" dalla carta d'identità, L'orso ha ritenuto che fosse il momento di tornare. Lo farà per quattro date, a nove anni dal loro vero ultimo concerto assieme: un tour reunion che ha l'obiettivo di festeggiare i 15 anni di vita. Succede tutto in 10 giorni, "succede tutto per amore". Si inizia il 28 novembre a Torino, allo Spazio 211, poi il 30.11 a Bologna al Locomotiv Club, il 2 dicembre al Monk a Roma e il 5 dicembre all'Arci Bellezza a Milano. Appuntamenti intimi, i biglietti costeranno 20 euro. Il tour per la band è anche un tributo alla scomparsa prematura di Matteo Romagnoli, che della band fu discografico, sostenitore, amico.

ConMattia Barro ci saranno Omar, Francesco e Niccolò. I quattro porteranno i pezzi più importanti della discografia dell'Orso, che ha scritto pagine importanti della vicenda artistica e umana del cosiddetto indie italiano tra il 2010 e il 2016 (con tre album - ‘L’orso’, ‘Ho messo la sveglia per la rivoluzione’, ‘Un luogo sicuro’ - all'attivo). Con Rockit il rapporto risale ai primi giorni di quest'avventura, e quindi siamo molto felici di ospitare questa loro intervista esclusiva sulla loro reunion. 

Partiamo dalla fine: l'ultimo live, A.D. 2016
Partiamo dalla fine: l'ultimo live, A.D. 2016

Cosa vi ha spinto a "rimettere in piedi la banda"? 

A giugno 2023 è venuto a mancare Matteo Romagnoli che de L’orso è stato discografico, produttore. Nel febbraio del 2024 si è tenuto un piccolo festival in sua memoria dove abbiamo suonato dopo 8 anni di stop. Con noi però non poteva esserci Omar, il nostro chitarrista, che a giorni avrebbe avuto un bimbo. Ecco, un po’ il cerchio della vita, un po’ la voglia di suonare un’ultima volta assieme. Ritornare sul palco era stato emozionante, soprattutto per tutte le cose divertenti e folli che possono accadere nella preparazione di un live e nell’andare a suonare con i propri amici. Quindi volevamo farlo ancora una volta tutti assieme. 

C'è stato un momento esatto in cui avete detto "ok, facciamolo"?

I giorni prima di quel concerto a Bologna. Stavamo provando in tre e abbiamo pensato che sarebbe stato bello avere un’occasione di poter risuonare tutti e quattro assieme. In questi anni non ci siamo persi, siamo rimasti amici; ce lo meritavamo.

E cosa vi aveva spinto a non farla per così tanti anni?

Non ne sentivamo la necessità umana, emotiva. 

Niccolò fa stage diving
Niccolò fa stage diving

Chi è stato Matteo per voi?

Matteo è stato il nostro discografico, ma anche un amico. Con lui ci siamo amati e scornati, ma anche se negli anni dopo L’orso ci eravamo un po’ tutti persi di vista, la sua prematura scomparsa è stato un colpo al cuore. Sappiamo che sarebbe contento a vederci assieme su un palco a divertirci. Ci sarà una lacrimuccia per lui su ognuno di quei palchi, ma anche tanto cazzeggio. Si offenderebbe se no!

Come vi state preparando a questo mini tour?

In sala prove tutte le settimane, facendoci tornare i calli alle mani.

Dopo lo Sherwood si è messi così.
Dopo lo Sherwood si è messi così.

Perché queste quattro date e questi quattro posti?

Volevamo farne solo una, ma il booking ci avrebbe ammazzato. Quattro ci sembrava un buon compresso, son tutte città con cui c’è un certo legame storico con la band.

Chi di voi suona ancora degli "strumenti musicali"? 

Nessuno di noi ha più suonato uno strumento sul palco. Preoccupati? Certo, ma, ecco, non siamo mai stati i Pink Floyd, possiamo farcela

Cos'è l'Orso oggi e chi sono i suoi membri?

Siamo gli stessi del 2016, con 9 anni di amicizia in più sulle spalle. Meglio di così. I nomi son sempre quelli: Mattia, Omar, Francesco, Niccolò. 

L'orso nell'obiettivo di Starfooker
L'orso nell'obiettivo di Starfooker

Cosa ascoltate oggi e quanto è distante da quel che ascoltavate ai "tempi de L’orso"?

L’orso è nato nel 2010. 15 anni fa. I nostri ascolti personali sono drasticamente cambiati da allora. Anche la nostra idea di musica, ovviamente. Ma crescere, esplorare, ricercare, non significa dimenticare. Se oggi possiamo ascoltare dall’elettronica al folk, dalla trap all’ambient, dalla musica più sperimentale alle cose più pop è perché, a un certo punto della vita, abbiamo suonato ne L’orso.  

Che effetto vi fa tornare a bazzicare la discografia di oggi?

Per fortuna non abbiamo (ancora) dovuto bazzicarci. Per ora siamo solo quattro amici che stanno tornando a suonare. Il “per fortuna” ti spiega cosa ne pensiamo.

Un brindisi dopo l'ultima data.
Un brindisi dopo l'ultima data.

Chi pensate ci sarà sotto i vostri palchi a distanza di anni?

Persone che hanno voglia di ricordare un momento bellissimo del loro passato. E magari qualcuno di nuovo che è inciampato sulla nostra musica in questi 9 anni che sono esplose cose come Spotify, Tik Tok, gli algoritmi. Chissà. Una ragazza ci ha scritto che ha preso il biglietto e tornerà dall’Olanda per uno dei concerti: ecco, pensiamo che ci sarà solo gente con la voglia di stare bene. A volte la nostalgia, se ben incanalata, può essere qualcosa di bellissimo.

Un brano che non vedete l'ora di suonare e uno che invece non vorreste fare?

A entrambe le domande rispondiamo così:Ottobre come settembre. Sarà bello suonarlo perché sarà il momento dove tutto tornerà a casa. Ma non vorremmo suonarlo perché alla quarta volta che lo suoneremo significherà che anche questa cosa è forse finita. 

L'orso oggi, visto da Marco Previdi
L'orso oggi, visto da Marco Previdi

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L'articolo L’orso è tornato: “In tutti questi anni non ci siamo persi: ce lo meritavamo” di Dario Falcini è apparso su Rockit.it il 2025-10-06 17:01:00

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