Il “Mistero” di Battisti senza Mogol

La storia di "Mistero", piccolo gioiello sconosciuto di Battisti: una canzone che apre tanti piccoli scrigni a chi sa guardare

lucio battisti
lucio battisti - Dettaglio della copertina del libro: "Lucio Battisti: discografia mondiale : tutte le canzoni, le produzioni, le collaborazioni"

Il 9 settembre ricorre l'anniversario della scomparsa di Lucio Battisti; il 14, sempre di settembre, cade un altro anniversario, quello della pubblicazione del suo primo disco senza Mogol, "E già", totalmente elettronico.
"E già" segna non solo l’inizio (o meglio la ripresa, visto quello che aveva realizzato tra 1972 e 1974) della ricerca musicale di Battisti, completamente svincolato da preoccupazioni commerciali, ma anche la sua decisa scomparsa mediatica. Dopo la pubblicazione di "Una giornata uggiosa" (1980) infatti, Lucio non era più comparso in tv né in radio, né aveva concesso interviste. E ora, col nuovo disco, nulla. Per sempre. Lucio si avvolge nel mistero e anche questo disco è a modo suo avvolto nel mistero, a partire da quello dell’origine della svolta elettronica che spiazza il pubblico (ma porta lo stesso l’album al numero 1, anche se alla fine dell’anno risulterà solo 14° tra i più venduti).

Suonato interamente da Battisti e Greg Walsh, il batterista e tecnico del suono che aveva assistito Geoff Westley nella produzione dei due dischi precedenti, registrato agli studi RCA di via Tiburtina a Roma e in piccola parte ai Trident di Londra (dove il fonico era Mark Ellis, che aveva appena lavorato su "Movement" dei New Order, "All Fall Down" dei The Sound e il primo album solista di Marc Almond, e sarebbe diventato famoso come Flood, l’uomo dietro a U2, Nine Inch Nails, Depeche Mode, Erasure, Nick Cave, PJ Harvey, Sigur Rós, The Smashing Pumpkins, The Killers), è forse il primo disco italiano interamente elettronico, totalmente costruito sui ritmi della Linn Drum e sulle note di Arp Odyssey, Jupiter 8, Prophet 5 e Oberheim.

Un altro mistero è il sogno che fece Battisti, che si vide vestito di bianco su una spiaggia dell’Inghilterra. Quando si trattò di realizzare le foto per la copertina, ne diede al fotografo Gered Mankowitz una descrizione dettagliata, incaricandolo di ritrovarla. E Mankowitz la trovò: lui dice in Galles, ma qualche anno fa la spiaggia è stata individuata da Simone Dalle Crode in quella di Mother Ivey's Bay in Cornovaglia. Onirica ed enigmatica la foto dell’interno copertina: sulla spiaggia, Battisti di bianco vestito si riflette in uno specchio da cui si sprigiona un lampo che rende impossibile scorgere il volto del musicista. Un clima e un evento quasi esoterici, che sembrano anticipare l’apparizione di Battisti, una volta scomparso nel 1998, in sogno a Mogol, quando avrebbe dettato all’ex sodale il testo di "L’arcobaleno". Chissà.

E poi il mistero dei testi, firmati da Velezia, che si scoprì poi essere lo pseudonimo della moglie GraZIA LEtizia VEronese. Il che faceva di "E già" una sorta di ritorno a casa, di chiusura in famiglia, dato anche che la copertina esterna era corredata da smiles multicolori opera del figlioletto Luca, allora di nove anni.
In realtà, che i testi fossero veramente di Grazia Letizia è piuttosto dubbio, anche se non è da escludere una sua collaborazione. Curiosamente, il brano che più chiaramente fa capire che i testi dell’album sono stati in realtà scritti dallo stesso Battisti (che ne aveva già firmati due nel 1972 per Alberto Radius e Formula 3, rispettivamente "Prima e dopo la scatola" e "Aeternum"), è proprio quello di cui vi voglio parlare, e cioè "Mistero".

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"Mistero" infatti è una grandissima dichiarazione d’amore di Battisti per la moglie, in occasione, evidentemente, di un rapporto rinato. Il mistero della vita di cui parla il testo è proprio Grazia Letizia, a cui Battisti confessa “ti credevo già sopita / ed invece stai fiorendo sempre di più”. Quando il riff della strofa, uno stravolgimento elettronico, insieme freddo ed epico, tra i Kraftwerk e i Devo, di quello di "Satisfaction" degli amati Stones, lascia il posto prima al ponte, in cui si levano lodi all’amata (“sei creativa / positiva / coinvolgente”) e poi all’apertura quieta e ariosa del ritornello, il clima si fa stilnovista. Come non riconoscere in versi come “quando agiti le tue belle mani / e fai pensare a genti e mondi lontani / e quando tutti stanno ad ascoltare / a bocca aperta in silenzio quello che sai dire” una Grazia Letizia moderna erede della Beatrice dantesca di Tanto gentile e tanto onesta pare?

Grazia Letizia diviene così la Musa ispiratrice di Lucio in contrapposizione a un'antagonista che irrompe nel secondo ritornello. A chi si riferisce Battisti quando canta con toccante e sincero smarrimento “io mi ero lasciato entusiasmare / da quel tipo intellettuale appariscente / che in fondo in fondo non valeva niente / una cosa che non so capire davvero”?

Luca Bernini, autore di un ottimo saggio su "E già" contenuto nel libro "Specchi opposti" di Ivano Rebustini, ci vede un riferimento obliquo a un’avventura sentimentale, una passione extraconiugale. Alcuni insider hanno accennato in passato, senza voler scendere in particolari, a una donna (forse una ballerina?) per la quale Lucio aveva preso una sbandata, arrivando persino a progettare di fuggire con lei all’estero”.
Chiarisce forse meglio la vicenda (sempre che si tratti della stessa donna) Caesar Monti, amico intimo di Battisti e fotografo ufficiale della Numero Uno, in "Sulle corde di Lucio", di Riccardo Bertoncelli e Franz Di Cioccio: “Quando Lucio andò in Spagna, Giulio (Mogol, n.d.r.) gli fece conoscere un’amica della Elettra Morini, la compagna di Tony Renis – e lui si invaghì di quella donna. Credo fosse il 1975. Lucio andò in Spagna e ci rimase un po’, fino a quando Grazia non andò a riprenderselo e se lo riportò a casa – e da quel momento lei la giurò a Mogol. Il clima era cambiato… Io le sentivo le battute feroci da parte di lei, al Mulino, quando si mangiava tutti insieme in cucina”.

Se consideriamo che Elettra Morini faceva la ballerina, possiamo avere una coincidenza significativa. E però, e però, gira che ti rigira, io sono propenso a vedere in “quel tipo intellettuale appariscente” un accenno a Mogol stesso, che nei primi anni '70 teorizzava (un po’ in ritardo) l’amore libero, tanto da dedicarci quasi un intero album, "Anima latina". Se fosse vero che la prima crepa tra i due sarebbe stata dovuta al presunto risentimento di Veronese per questo altrettanto presunto tradimento di Battisti, più che ad un’amante qui si potrebbe fare riferimento all’incolpevole ispiratore del tradimento, visto da Grazia Letizia, secondo la voce riportata da Monti, come un principe galeotto per i suoi proclami di libertà sessuale.

Insomma, in "Mistero" siamo agli antipodi delle coppie in crisi cantate da Mogol: come scrive Bernini, “qui tutto diviene diretto e frontale, quasi granitico nella sua certezza”. Con la crisi alle spalle, anche Grazia Letizia diviene un misterico dono della vita: “per tanti anni ti avevo sognata / senza sapere che quel sogno era già mio”, conclude Battisti, con parole tra le più belle tra quelle d’amore.
Sarebbe dunque qui che si inaugura un filone che sarà ricorrente nella produzione successiva, quella con Panella: quella delle frecciate all’ex autore dei testi di Battisti. A ogni modo, questa "Mistero" è troppo privata - e perciò, pur essendo una delle tracce più belle non solo di "E già", ma dell’intera produzione battistiana, non fu scelta come singolo.

Il brano è però interessante anche musicalmente: la voce quasi soul di Battisti si staglia su un tappeto di algida ed epica elettronica, che ci racconta bene quelli che erano i suoi interessi nel campo. Non tanto i giovani electro-turchi inglesi e americani, quanto il lato più elettronico del krautrock tedesco. Oltre a quella dei Kraftwerk, è evidente qui l’influenza dei Tangerine Dream. Basta ascoltare "Mojave Plan" da "White Eagle" (1982) per rendersi conto della somiglianza non solo delle sonorità (gli strumenti erano quelli), ma soprattutto delle atmosfere. "Mistero" è un piccolo gioiello sconosciuto ai più che apre tanti piccoli scrigni a chi sa guardare.

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L'articolo Il “Mistero” di Battisti senza Mogol di Renzo Stefanel è apparso su Rockit.it il 2012-09-13 11:11:00

COMMENTI (3)

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  • nfarfaglia 4 anni fa Rispondi

    Sono cresciuto andando in auto in montagna con i miei ascoltando beatles e Eh già. Ora ascoltando l’album a 45 anni mi vengono i brividi

  • michilinroberto 7 anni fa Rispondi

    Album a sé. Unico. Nessun legame ne' con mogol né con Panella.

  • starise 8 anni fa Rispondi

    Ah! Quasi nessuno parla di "E già". Disco acerbo, difficile da assorbire per chi si era viziato degli arrangiamenti di Westley o del basso di Giblin in "Una giornata uggiosa". Ma una volta calato il velo si possono udire sonorità gustose. La già citata Mistero, oppure la title track (una elettro pensieri e parole), e altre cose curiose che fanno presagire ciò che Battisti voleva ottenere e che, con Panella, ha raggiunto alla grande.