Matteo Guarnaccia era genio e psichedelia

Celebriamo l’artista milanese, morto a 67 anni, con un viaggio (anzi un viaggione) tra le sue opere, che hanno contribuito non poco a modellare un immaginario psych che fosse per tutti. Vi regaliamo le sue 11 migliori cover di dischi, dai Timoria hippie al Castello di Kafka sotto allucinogeni

Matteo Guarnaccia con alcune delle sue copertine
Matteo Guarnaccia con alcune delle sue copertine

“Questa notte l'amore della mia vita, Matteo, è andato ‘Across the Universe’, regalando a tutti noi una meraviglia di luce, di immagini, di bontà e di condivisione. Ha disegnato, dipinto tantissime immagini e scritto tanti libri, sempre con leggerezza, intensità e ironia, è stato un docente molto amato”.

Con queste parole, pubblicate in un post su Facebook lo scorso 14 maggio, è stata annunciata la scomparsa dell'artista milanese Matteo Guarnaccia. Citando di nuovo i Beatles, band che Matteo amava tanto: “Waves of joy are drifting through my opened mind”. Guarnaccia: una mente aperta, un artista visionario, un protagonista assoluto dell’arte psichedelica, un nomade psichico, uno sciamano amato da generazioni di capelloni, dagli eredi più o meno legittimi della beat generation e da chiunque abbia avuto l’occasione di accorgersi della bellezza inaudita della controcultura. Una bellezza che si mise in luce, grazie alla magia delle sue illustrazioni, anche nel corso dell’edizione 2012 del Festival MI AMI, nell’ambito della rassegna MI FAI.

Matteo Guarnaccia ha disegnato numerose copertine di dischi, spaziando dai protagonisti della italo disco al rock, passando per il prog, l’avanguardia e, ça va sans dire, la psichedelia. Ne abbiamo selezionate 11.

Leonard Washington – Agua (1983)

Leonard Washington è lo pseudonimo di Angelo Valsiglio, musicista, produttore, autore di un numero imprecisato di canzoni (attorno alle 500, a quanto sembra), la sua firma compare anche tra le pagine dello spartito di La solitudine, il popolare successo di Laura Pausini. Matteo Guarnaccia firma la copertina del singolo Agua, classificabile all’interno della categoria italo-disco, con un nativo americano in evidenza. Di psichedelico c’è poco, a dirla tutta, lo stile di Guarnaccia si intravede appena, ma ci sarà tempo per rifarsi.

'Agua' di Leonard Washington
'Agua' di Leonard Washington

AA.VV. – Rock contro il proibizionismo (1990)

Anche in questo caso lo stile è lontano dal Guarnaccia più classico, ma il tema, evidentemente, esigeva un minimo di rigore. Rock contro il proibizionismo è una compilation a 33 giri pubblicata dalla Wide Records con la complicità di Stampa Alternativa e del CORA (Coordinamento Radicale Antiproibizionista), con in allegato un libretto Millelire curato da Giancarlo Arnao e uno sticker opera del solito Guarnaccia. Undici le band che partecipano all’album, tra le quali spiccano gli Afterhours, i Celibate Rifles e i Not Moving.

Timoria – Un Aldo qualunque sul treno magico (2002)

L’esplosione di colori sigillata sulla copertina di Un Aldo qualunque sul treno magico racchiude l’immaginario lisergico, strabordante di energia e talento tipico dell’opera di Matteo Guarnaccia. Tra Omar Pedrini e l’artista milanese nascerà un feeling particolare, saranno ancora molte le occasioni per collaborare e inseguire nuovi progetti, tra i quali Acqua d’amore ai fiori gialli, una raccolta di poesie e di haiku scritte dall’ex frontman dei Timoria, pubblicata in un Millelire di Stampa Alternativa e illustrata proprio da Matteo.

'Un Aldo qualunque sul treno magico' dei Timoria
'Un Aldo qualunque sul treno magico' dei Timoria

Aa.Vv. – Floralia Vol. 4 (2002)

Il legame tra la musica contenuta nella compilation Floralia Vol. 4 e Matteo Guarnaccia, grande appassionato di paganesimo, è a dir poco forte. Con il termine Floralia si indicava una cerimonia pagana celebrata da alcune popolazioni preromaniche in onore della dea Flora, simbolo della primavera. L’artwork del disco è altrettanto pagano, le band che partecipano a un vero e proprio progetto collettivo non sono da meno, comprese le tribù italiche Effetto Doppler e Dono Celeste.

Francesco Candura, Netra Noyes – Elementi davanti alla grande dea (2003)

Un cd-libro parecchio vicino alle corde di Matteo Guarnaccia: il focus è sullo sciamanesimo, il tono ironico e irreverente. Non per nulla, la cover si dirige nella stessa direzione, tra la luce delle stelle e un simbolismo a dir poco evidente. Il cd, curato da Francesco Candura, bassista dei Jennifer Gentle, e da Netra Noyes alla voce, comprende anche un’ode anticlericale.

Copertina di 'Elementi davanti alla grande dea'
Copertina di 'Elementi davanti alla grande dea'

Garybaldi – Note perdute (2009)

I Garybaldi, in quanto a copertine, si sono sempre trattati bene, riferimento non casuale all’artwork di Nuda, opera del geniale Guido Crepax. Per Note perdute, album che raccoglie una serie di inediti (live e registrati in studio) la band genovese si affida a Matteo Guarnaccia, che risponde con il viso di una ragazza fricchettona dallo sguardo enigmatico e affascinante, circondata da uomini pesce, funghi (allucinogeni, si presume) e altri esseri viventi non identificati. Lo stesso disegno campeggia come ultima immagine di copertina della pagina Facebook dell’artista.

Humana Prog – Fiori frutti farfalle (2014)

Potrebbe essere il Gange il fiume riprodotto nella copertina di Fiori frutti farfalle, e se si tratta di un’ipotesi errata, poco conta. L’universo hippie è il padrone assoluto della composizione di Matteo Guarnaccia ed è questo l’aspetto più importante della faccenda. Un riferimento pennellato sulla musica degli Humana Prog e del loro Fiori frutti farfalle, un concentrato di vecchi pezzi, tra i quali Al mancato compleanno di una farfalla dei Maxophone, rielaborati da Paolo Farina, deus ex machina della band milanese.

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Marroalex– The Castle (2021)

Ecco come Matteo Guarnaccia immagina il castello descritto da Franz Kafka nel suo romanzo omonimo. Un castello necessariamente cupo, una cupezza temperata dalla solita iniezione di colori e di personaggi inquietanti. Per i Marroalex (moniker di Alex Marro) t vissuto tra sperimentalismo, prog e rock tout-court.

Andrea Tich e Magister Espresso Orchestra – Storia di Tich (2021)

Un’immagine che Andrea Tich ha definito “un incontro tra sogno e realtà”. Temi non estranei alle chine di Matteo Guarnaccia, che ha concesso al cantautore siciliano un artwork decisamente policromo e psichedelico. Tracce di psichedelia si rintracciano anche all’interno di Storia di Tich, un diario intimo e personale, percorso da un pizzico di malinconia e tante vibrazioni positive.

Enten Hitti – Via Lattea (2022)

Si tratta dell’ultimo – al netto di una o più uscite postume – incontro tra Matteo Guarnaccia e la musica. Un congedo coerente, che permette a Matteo Guarnaccia di esprimersi con i suoi tratti acidi e vivaci. In distonia, forse, con il minimalismo degli Enten Hitti e del loro ambient meditativo, perfettamente riassunto tra i solchi del loro Via Lattea.

Come le foglie – Aliante (2010)

I Come le foglie tornano a bordo di un simil-dinosauro alato dotato di un carrello di atterraggio. È questo l’omaggio di Matteo Guarnaccia a una band culto del rock italiano formatasi sul finire degli anni ’60, tornata in ballo con Aliante, album che rielabora alcuni vecchi brani e ne ripropone nuovi, con l’aiuto, tra gli altri, di Massimo Priviero.

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L'articolo Matteo Guarnaccia era genio e psichedelia di Giuseppe Catani è apparso su Rockit.it il 2022-05-16 09:52:00

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