La mossa dei Jaguero

Dalla galassia emo e punk veneta è venuta fuori un'altra band capace di fare battere i cuori. Sono i Jaguero –quartetto composti da membri di Slander, Regarde e La Fortuna – che con l'ep "New Love" dà ancora più vigore a una scena che ormai nessuno può fare finta di non vedere

Jaguero - foto di Franco Campesato
Jaguero - foto di Franco Campesato

Un colpo di luce accecante nella notte. New Love (Epidemic Records, 2023) è il capitolo secondo per il gruppo vicentino dei Jaguero, magnifico ed emozionante, quanto se non più del precedente EP, Worst Weekend Ever (Epidemic Records, 2022). Il che ci riporta alla memoria gli anni d'oro del Mucchio Selvaggio, quando Federico Guglielmi percorreva gli inediti solchi tracciati dai Husker Du o Minuetemen un EP alla volta. Senza fretta. Senza la bramosia di arrivare a quel disco completo che sarebbe comunque arrivato, soddisfacendo o meno le aspettative riposte negli EP. Un po' come successe, in tempi recenti e in tutt'altro contesto, per i Coldplay e quanti rimasero delusi o no all'uscita di Parachutes, dopo due EP belli e decadenti quali furono Safety e The Blue Room.

Al netto di un nome non proprio felicissimo, un po' X Factor un po' varietà un po' ortofrutta sotto casa (“In realtà nasce dalla lucha libre, Jaguero è un luchador senza super poteri ma che affronta ciò che gli succede a testa alta!”), è facile affezionarsi ai quattro Jaguero. All I Think About e New Love, i primi due estratti che ci hanno fatto assaggiare questa nuova uscita sono un raro esempio di seducente splendore emocore rapportato al presente che ci ospita. New Love, EP che segue a breve distanza e che prende nome da una di quelle due primizie, consolida le iniziali fugaci impressioni. Ideale colonna sonora per un'immaginaria fuga dalla quotidianità meno celeste, cela nel suo intimo più profondo autentiche gemme di vibrante feedback indie.

I Jaguero al Venezia Hardcore - foto di Arianna Carotta
I Jaguero al Venezia Hardcore - foto di Arianna Carotta

“Una cosa che ci caratterizza è nel non avere la benché minima idea a livello artistico di cosa sarà del nostro futuro: trovandoci a comporre, le possibilità sono molteplici a livello compositivo, e di conseguenza riusciamo a non focalizzarci su un genere o stile preciso”. A questo stato di semi-incoscienza creativa segue un lungo periodo di silenzio stampa, più o meno volontario non c'è dato sapere, interrotto soltanto dalle apparizioni live definite, nelle storie Instagram di chi c'era, “sognanti e oblique” a Roma e “roboanti e accattivanti” a Milano. Qualsiasi cosa voglia dire, in un contesto come quello odierno dove chi ci capisce è bravo – l'altro ieri sul 22 barrato ho nitidamente sentito definire Elodie “sorella in cristo”, bah!

A riguardo, i Jaguero dicono che “... fa solo un immenso piacere vedere che con una decina di canzoni moltissima gente sia presa così bene. Non siamo sul palco per farci vedere o pretendere di essere qualcosa che non siamo, siamo lì per far quello che ci sentiamo di fare, con tutte le imperfezioni del caso: volumi senza senso, qualcuno che canta, qualcuno che fa stage diving, chi in ultima fila se ne sta tranquillo con una birra”. Poi l'attesa. Per giungere ai prodigi, ai fuochi d'artificio, all'immedesimazione senza fine e dolcissima di New Love (“Abbiamo voluto trovare un gemello diverso da quella che è stata per noi la prima uscita”).

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Nonostante l'intensa animazione della nuova scena emo italiana e (va là!) internazionale di questo ultimo anno, con numerosi, spesso irrevocabili appuntamenti – pensate solo ai Turnstile, Fiddlehead, High Vis, Delta Sleep – i Jaguero hanno preferito attendere nell'ombra, raccogliendo ispirazione profonda e idee brillanti, prima di apparire sotto i riflettori di questa mini comunità. Lunghe sedute di mediazione, mescolando i colori pastello della loro natura sottilmente naif, con un'attenzione particolare nell'operare scelte cromatiche volte ora alla luminosità e ora alla trasparenza.

Fuori di metafora, l'universo creativo di Andrea Cichellero, Andrea Segnini, Guido Dal Prà e Mattero Marangoni, liberamente dai  e l'intimo laboratorio di accattivanti miniature elettriche ed emozionali congegni crossover (etimologicamente, qui nessuno rappa), esprime sì spiccata personalità e accesa vitalità compositiva ma anche sicuro amore per il Midwest emo e band come Title Fight, Basement, Banner Pilot e Iron Chic. Forse c'è anche un po' di Fugazi ma i Fugazi sono nel cuore di tutti. È inutile nasconderlo, i Jaguero descrivono al meglio quel emo del cambiamento (in meglio) a cui strizza l'occhio persino l'algoritmo di Spotify. Infatti sono finiti nella playlist Rock Italia, oltre a quella internazionale All New Punk.

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Il loro processo di crescita sembra forse un filo più lento rispetto ad altri (“Un album intero? Potrebbe essere una bella sfida, magari dando più spazio alla pura sperimentazione durante le registrazioni”), ma costante, e New Love è l'evidente attestazione dell'eccellente livello raggiunto da queste quattro anime sensibili. Anzi, volendo fare filotto, la Epidemic Records ha stampato in un unico LP i due EP, uno per lato, dove l'idea di continuum in melius è ancora più  pervicace e manifesta. L'assenza di precise ubbie passatiste ha scatenato la fantasia e questa, sempre guidata dall'innocenza, nella luce della propria creatività, compie imprese massime. Le mutevoli risonanze del background dei singoli, la commozione di talune creazioni melodiose, l'avvenenza di altre scorribande musicali, ci regalano entusiastici giudizi dal primo ascolto.

Il trasporto romantico e l'inclinazione per l'empatia con chi ascolta sono qualità e valori difesi saldamente che fanno il resto, portando un unico e semplice messaggio: “Mentre la vita si gonfia e si ritira, diventeremo migliori”. E a chi gli obietta d'avere una visione troppo positiva per chi dice di suonare emo ribattono dicendo quello che un po' diceva gente come Brand New e American Football vent'anni fa: “Nessuno di noi ha una vita perfetta o costantemente felice. Con la musica cerchiamo di alienarci da questo delirio dell'essere felice o infelice. È come dare a un bambino una scatola piena di Lego: mandiamo tutto affanculo e ci mettiamo a giocare per qualche ora a settimana. Dentro questo gioco della musica c'è tutto lo spettro emotivo che viviamo, non solo il classico cliché della tristezza che tanti osannano”. Perché “anche urlare di voler bene ai propri amici è mega-emo!”.

Perciò continuano ad alternarsi approccio morbido e tirato. Anche all'interno della stessa canzone. Come per le linee vocali di You, da brividi fin dalle prime sospiranti note fino all'esplosione finale. La resa sensazionale di alcune soluzioni compositive, per esempio per All I Think About, elettrizzano, scuotono e meravigliano. I Jaguero conducono il gioco splendidamente, abbandonandosi anche a un featuring di tutto rispetto con Andrea Vasumini dei Riviera nella conclusiva Pressure; mostrano una levità abbagliante nello sfornare cinque pezzi di spessore il cui unico difetto (dio del punk perdonami perché so quello che dico) è forse nell'eccessiva brevità che lascia un po' di amaro in bocca. Tolto questo, infiniti, infiniti mormorii di approvazione.

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L'articolo La mossa dei Jaguero di giorgiomoltisanti è apparso su Rockit.it il 2023-10-06 17:45:00

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