Nada, outsider da leggenda

A tu per tu con una delle stelle più brillanti della musica italiana, che dopo le hit ha scelto la strada più difficile ma che dà più soddisfazioni. Per parlare del nuovo album prodotto da John Parish, di Ciampi, della fiction autobiografica, di musica e di libertà

Nada nel 2022
Nada nel 2022

Dopo un disco dal titolo profetico come È un momento difficile tesoro, che nel 2019 come in una strana visione presagiva tutto quello che da lì a poco sarebbe avvenuto nel mondo - pandemia, guerra, crisi climatica ed economica - ora che ci siamo nel bel mezzo, Nada se ne esce con un titolo che sembra del tutto opposto: La paura va via da sé se i pensieri brillano. Su come riuscire a far brillare i pensieri, specie di questi tempi, Nada ne sa senz'altro più di me: "Bisogna lavorare su noi stessi, ogni tanto andare anche da qualche altra parte con la mente per stare meglio", dice la cantante toscana. "E semplice a dirlo, farlo non lo è altrettanto ma ci si deve provare. La frase è venuta mentre scrivevo la canzone, non l'ho pensata a tavolino. Mi è piaciuta così tanto che l'ho analizzata, nel pezzo è una specie di mantra, avevo voglia di lanciare un messaggio positivo. Io che vado sempre nell'oscuro, dove ci sono le cose più interessanti, quelle che mi attraggono di più per raccontare il vissuto, le storie, i sentimenti, ciò che ci circonda... stavolta mi sono concentrata sulla parte buona che c'è in tutte le cose".

Ne viene fuori un disco con canzoni più divertite, più cattive, più grevi, tutto più a fuoco: "C'è il gioco, la leggerezza, l'oscurità, noi siamo parte di tanti momenti, non c'è sempre lo stesso umore o lo stesso stato d'animo", spiega Nada. "Forse è perché l'ho scritto in un periodo abbastanza lungo in cui ero molto concentrata, perché era durante la pandemia. Il covid però non c'entrava niente, non pensavo a quello perché era ancora il momento in cui non avevamo realizzato bene cosa fosse tutta questa storia che ci stava per piombare addosso. Non avevo altre distrazioni e sentivo un senso di libertà, un senso di ascolto verso me stessa in cui facevo attenzione anche alle più piccole cose". 

 

Il cambiamento degli stati d'animo è un po' il filo rosso del percorso creativo di Nada, quantomeno della Nada cantautrice underground, se così si può definire una leggenda della musica italiana, che riesce a cantare di leggerezze e lanciare grida che vengono dalle viscere, come nella canzone Io ci sono: "Un urlo liberatorio che nasce da ciò che mi comunica la musica, l'arrangiamento. Anche il testo lo richiamava, l'urlo in 'Io ci sono' sottolinea che ci sono davvero, con la libertà, con la disperazione, con tutto quello che è lo starci".

Al mixer e a quasi tutti gli strumenti c’è il grandissimo John Parish e il suo tocco si sente fin dalle prime note, dalle prime distorsioni sghembe di chitarre e dalle tastiere evocative, dagli organi che sanno di palude. Parish ha già lavorato con PJ Harvey, Eels, Giant Sand, Tracy Chapman e sa bene come tirar fuori il meglio dalla cantautrice toscana, dai suoi testi criptici, ipnotici, unici. Un blues tirrenico.

"Lui mi ha scelto e io non posso che ringraziarlo", dice Nada. "Gli piace quello che faccio, il timbro della mia voce, il mio modo di cantare e di scrivere un po' blues un po' strampalato, poco convenzionale. È un modo più vicino a lui, che non è italiano, lo riconosce bene e riesce a comprendermi. Capisce quello che io comunico, rispetta il mio modo di lavorare sugli arrangiamenti. Lui non fa altro che migliorarli, con lui mi sento molto sicura in studio, mi affido completamente". 

 

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Nada nel nuovo disco riesce a far convivere la sua scrittura più intimista, poetica e visionaria con quella che ti sbatte le parole in faccia, come nel caso di Chi non ha, una forte critica sociale come non se ne sente spesso di questi tempi: "Non so quello che fanno gli altri, per quanto mi riguarda questa canzone è limpida, chiara, non vuol dire nient'altro che quello, non contiene metafore - che a me pure piacciono. L'ingiustizia è terribile, mi fa male più di qualunque altra cosa e causa più dolore e sofferenza di ogni altra all'essere umano. Al suo interno ci sono prepotenza, egoismo e mai come in questo momento è dilagante. Mi è uscita così, non l'ho pensata a tavolino".

Uno dei pezzi più toccanti dell'album è Nada Yoga ma non credo sia qualcosa che riguardi personalmente la cantante: "Non è riferito a me, è una disciplina che esiste nello yoga e mi ha colpito perché c'è il mio nome. È la ricerca del suono interiore e col mio mestiere sembrava un'associazione predestinata! Quando ho scritto la canzone, che trascende alla ricerca di un vuoto dove trovarsi e stare bene anche se non c'è niente, perché niente siamo. Il mio nome vuol dire "niente", quindi va molto bene per me".

 

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Il percorso artistico di Nada, la sua consapevolezza e il suo rifiuto di essere ciò che avevano costruito per lei, la bella interprete che piace alla gente, che canta e basta, ha presto deviato verso territori personalissimi che negli ultimi venti anni e passa le hanno garantito un successo di critica e un pubblico ben diverso da quello dei suoi esordi. Nada, andata in tour con gli Zen Circus e i Criminal Jokers, la leggenda più vicina alla musica indipendente. Nonostante durante i concerti canti ancora Ma che freddo fa e Amore disperato, finalmente una delle sue canzoni relativamente più recenti, Senza un perché del 2004, è diventata una hit per le nuove generazioni grazie a The Young Pope di Paolo Sorrentino, che nel 2016 l'ha inserita nella colonna sonora: "Non posso che essere felice, la canzone mi piace tantissimo, l'ho sempre fatta nei miei concerti anche se non era una canzone diventata popolare, ma io penso che le cose buone portino buono e grazie a Sorrentino che l'ha usata in maniera bellissima, ha avuto la vita che si meritava".

Altra popolarità, più recente, è arrivata con la fiction La bambina che voleva cantare, andata in onda su RaiUno a marzo del 2021, basata sulla vita di Nada dalla nascita al Festival di Sanremo 1969 in cui debuttò a soli 15 anni. Una storia delicata, segnata dal rapporto con la madre vittima di forti crisi depressive: "Fa un certo effetto vederti rappresentata sullo schermo. Io avevo scritto il libro (Il mio cuore umano), la regista Costanza Quatriglio aveva già voluto fare un documentario su quella storia e quando è uscito il film avevo già abbastanza elaborato questo aspetto, ma è stato bello vedere il film. Lei ha fatto un lavoro rispettoso, alla fine mi sono anche commossa".

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Poco tempo fa è apparso su You Tube il filmato dello spettacolo del 1976 con Piero Ciampi, Nada, Paolo Conte e Renzo Zenobi dal titolo Tre uomini e una donna. Una sorta di testamento artistico di Ciampi, un tour che oggi sembra mitologia della canzone italiana ma che ai tempi non andò molto bene: "Quello speciale era stato fatto per la tv ma non era mai stato mandato in onda quando lo registrammo. Per anni è rimasto fantasma. Non ricordo se sia mai uscito in tv, forse alle tre di notte dopo anni, forse quando è morto Piero. Lo bloccarono perché non era in linea con le cose che andavano. C'è sempre questo fatto che qualcuno pensa che le cose non siano in linea. Ma in linea con che? Chi decide questa linea? In generale trovo assurda questa idea: le persone hanno il diritto di poter vedere e ascoltare qualsiasi cosa. Chi stabilisce che uno spettacolo non sia popolare, adatto al pubblico, in linea? Le persone sono molto più aperte e intelligenti di quelli che decidono cosa debba vedere il pubblico, lo vedo anche nei miei concerti. Poi Piero dopo la morte è stato riscoperto dalle nuove generazioni, dai nuovi cantautori, ha avuto un piccolo spazio che forse lui neanche immaginava, che non aveva quando era in vita".

Tornando al presente, presto Nada partirà per il nuovo tour: "Ho una band con cui siamo molto affiatati, ho fatto qualche data durante la pandemia in duo ma non vedo l'ora di tornare col gruppo a suonare le cose nuove, che è sempre stimolante, per me e spero anche per chi verrà ad ascoltare. Suoniamo il disco e altre cose mie da tutti i periodi della mia carriera. C'è tanta musica in questo tour".

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Nada è un'artista più unica che rara, letteralmente. L'anima di una bambina saggia che grida, si diverte, entra direttamente dentro le viscere delle cose per analizzarle con la propria sensibilità oppure vola con la fantasia: "Non mi sento di avere confini, mi sento una persona piuttosto libera, faccio la mia vita e le mie scelte nel rispetto delle persone che mi circondano. Mi sono sempre sentita libera, un po' outsider. Mi rendo conto che sia difficile, il mondo ti impone un sacco di cose ma a me viene naturale provarci".

 

Queste le date del tour:

21 OTTOBRE - GENOVA - LILITH FESTIVAL

22 OTTOBRE – RAVENNA - BRONSON

09 NOVEMBRE – ROMA - MONK

25 NOVEMBRE – LIVORNO -THE CAGE 

03 DICEMBRE - SETTIMO TORINESE (TO) - COMBO CLUB / SUONERIA

16 DICEMBRE – BOLOGNA - LOCOMOTIV

14 GENNAIO 2023 - MILANO - ARCI BELLEZZA

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L'articolo Nada, outsider da leggenda di Simone Stefanini è apparso su Rockit.it il 2022-10-20 09:11:00

Tag: album

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