Olly mette assieme le persone, e non potrà mai essere una colpa

Siamo stati al live del vincitore di Sanremo all'Ippodromo di Milano, pieno di gente e di emozioni forti. In un paio d'anni Olly è diventato grande e amato da tutti, se tutto questo sia solo figlio del momento storico è questione di scarsa importanza

tutte le foto di Comunicarlo
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Vicino all’Ippodromo di San Siro c’è un noto fast food. È uno di quei posti che, bene o male, vedo sempre pieni di gente quando ci passo: la domenica sera tardi, il lunedì a pranzo o il mercoledì pomeriggio dopo l’uscita da scuola. L’impero dei fast food, come ben sappiamo, è prima di tutto un impero edilizio, fatto di luoghi e delle persone che li frequentano: c’è chi ci mangia per gusto, chi per comodità, e chi — in alcune fasi della vita — li vive come semplici punti di ritrovo.Apprezzo il fast food nella misura in cui rimane un posto per tutti: la sua natura poco esclusiva la considero un valore, soprattutto di questi tempi. E poi è quasi sempre aperto, un piccolissimo punto fermo nel caos delle nostre giornate. Io al fast food non ci mangio quasi mai, anzi forse mai, ma stasera ci ho parcheggiato.

Mentre mi avvicino all’ingresso dell’Ippodromo per seguire il concerto di Olly, vedo un gruppo di addetti alla sicurezza che si godono un panino insieme a buona parte delle persone che, di lì a poco, affronteranno la fila interminabile per entrare. Intorno ci sono ragazzi tra i 16 e i 25 anni, ma anche persone nella fase post-adolescenziale, quella in cui ci si scontra con le prime vere insidie interiori, magari appena usciti dal lavoro. Famiglie e giovanissimi, invece, sono pochi.

Olly, al secolo Federico Olivieri, è genovese e ha appena compiuto 24 anni. È il vincitore del Festival di Sanremo 2025 con il branoBalorda Nostalgia. Un ragazzone alto, con la faccia buona e simpatica: divertente e mai banale nelle interviste. Dopo Sanremo si è scritto molto su di lui: che ha lasciato un locale con un tavolo pieno di bottiglie vuote e mozziconi (ci sta a 24 anni), che ha avuto qualche flirt con personaggi noti (ci sta a 24 anni), e che ha rinunciato all’Eurovision per concentrarsi sul tour (ci sta, sempre 24 anni ha). Qualche anno fa lo avevamo segnalato come CBCR per il connubio tra la penna riflessiva e un pop elettronico tamarro al punto giusto: un futuro hitmaker, dicevamo. E in effetti il percorso lo conferma, il futuro era imminente. Niente talent show per lui, due partecipazione a Sanremo e una vittoria. In mezzo, un cambio di management che aveva fatto discutere, ma la dietrologia spesso è solo un pretesto per clic e dibattiti inutili.

Le aspettative sono alte e la fila lo dimostra. Dentro l’Ippodromo non c’è spazio: il sold out di questa sera è quanto di più autentico ci possa essere. È settembre, la gente è ancora un po’ abbronzata: qualcuno parla dei prossimi ponti, altri delle vacanze appena finite. Accanto a me c’è anche Alessandro “Il Mitra” Matri, ex attaccante di Juventus e Milan e ora commentatore tv, che con i suoi amici aspetta solo l’inizio. L’attesa è scandita da brani che tutti conoscono: dalla vecchia scuola genovese a Vasco Rossi (cui Olly tende a somigliare sempre più), con Alba Chiara che in versione live fa impennare i decibel e il pubblico, ormai pronto.

Il palco è grande, le luci essenziali, i ledwall sobri: niente effetti speciali, solo parole — quelle più iconiche — proiettate sullo schermo. La band ha un suono che ricorda le rock pop band dei primi anni 2000: musicisti solidi, direzione chiara. Olly, inevitabilmente è soggetto a critiche. Quando raggiungi il grande pubblico, c’è sempre chi sostiene che non ti meriti quel posto. Ma Olly ha 24 anni, ha scritto canzoni che molti ricordano e altre — a mio avviso più interessanti — che la gente canta più sottovoce.È un cantautore, con un passato da rapper, figlio della sua città e consapevole del percorso che sta facendo.

Il concerto è costruito con uno schema preciso: parlare a un pubblico trasversale, figlio dell’esposizione sanremese ma anche della profondità dei testi, capaci di diventare virali su TikTok. Parliamoci chiaro: Olly è funzionale, e in una società che invoca la meritocrazia — quando la meritocrazia è spesso solo l’idea che noi valiamo più di altri — il suo progetto, grazie al lavoro del team e alla sua penna, è riuscito a esplodere. Sul palco la sua presenza è forte e invidiabile. La gente lo percepisce come un poeta decadente dall’animo buono, che beve vino nelle osterie fino a tardi; con un tocco rock alla Ligabue, chitarre ruvide e cassa dritta che ti fa saltare anche sotto la pioggia.

Il progetto di Olly non è privo di insidie, ma la serata di oggi e il futuro aprono domande inevitabili: reggerà il peso di tutto questo o rischia di essere l’ennesimo prodotto troppo grande per le spalle del protagonista? Quello di stasera è il miglior concerto che potesse fare? E soprattutto: Alessandro “Il Mitra” Matri, che vedo gasato a ogni brano, domani se lo riascolterà in macchina?

Uno degli aspetti più interessanti dell’Ippodromo è che la birra costa 9€, ma se ti sposti di appena 30 metri, nell’area cani fuori dall’impianto, trovi una marea di persone con cani finti che riesce comunque a vedere il concerto. C’è questa dicotomia che rende gli eventi di massa, alla fine dei conti, alla portata di tutti: tante volte mi sono ritrovato anch’io nell’area cani e forse non mi fa onore dirlo, ma spesso il biglietto non l’ho trovato nemmeno cercandolo. È la vita.

Una delle ultime canzoni di Olly vista dall'area cani (sold out)
Una delle ultime canzoni di Olly vista dall'area cani (sold out)

Olly esalta e commuove il pubblico, che tu sia davanti al palco, nell’area ristoro o fuori dalle mura, nell’area cani.La gente si emoziona e manda video al proprio partner, perché la presenza maschile non è poi così distante da quella femminile, e non stento a credere che sia spesso lui ad averlo fatto scoprire a lei. Ma Olly è così: invidiato e invidiabile. Perché alla fine, cosa vuoi dirgli?Ha lavorato sodo, ha azzeccato tutte le mosse di una carriera breve ma intensa, e ora si ritrova qui. Forse nemmeno nei suoi sogni avrebbe potuto immaginare che accadesse tutto questo.

La musica, si sa, è soggettiva: permette a molti di criticare, a quasi tutti di non leggere davvero gli articoli e ad altri di dire semplicemente che “fa schifo tutto, cos’è questa roba?”. Ma una gran parte delle persone apprezza, ricorda, condivide momenti. Giudicare ciò che gli esseri umani provano quando sono felici è sempre stata per me un’operazione molto complessa, che spesso trovo persino troppo arida rispetto al mondo che ci circonda. Comprendere, invece, è difficile, ma fondamentale.

Olly stasera ha trionfato, perché dire il contrario significherebbe non saper leggere la realtà di una serata di settembre in cui le persone si ritrovano e fanno piani per una stagione che forse non manterranno, ma chissenefrega. Le domande su di lui sono molteplici, spero abbia spalle forti; il live è costruito bene, ma può crescere ancora, diventare qualcosa di “bellissimo”.

Mi dilungo nel tornare a casa perché le uscite non riesco mai a capirle. L’area cani è piena per il brano finale, e quello voglio ascoltarmelo lì. Al fast food, le forze dell’ordine fuori servizio mangiano un panino, qualcuno ritrova i genitori per tornare a casa e altri si radunano per commentare il concerto. Unire gli esseri umani non sarà mai una colpa, in un mondo così frammentato e diviso sulle complessità della nostra esistenza. Ma un concerto così resterà un ricordo indimenticabile per tutti?

Cala la notte e il traffico si fa più intenso. Domani condivideremo tutto questo e forse ci sentiremo meno soli, oppure realizzeremo che ci incontreremo di nuovo al prossimo fast food.

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L'articolo Olly mette assieme le persone, e non potrà mai essere una colpa di Teo Filippo Cremonini è apparso su Rockit.it il 2025-09-02 23:28:00

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