CBCR 2023: il futuro della musica italiana in 15 nomi

Questi sono i quindici nomi su cui scommettiamo senza indugi per rendere sempre più bella la nuova musica italiana. Crescete bene che noi saremo sempre qua ad ascoltarvi, e raccontarvi

A cura della redazione di Rockit - artwork di Stefano Fiz Bottura (e con un aiutino dell'AI)
A cura della redazione di Rockit - artwork di Stefano Fiz Bottura (e con un aiutino dell'AI)

Come fosse un weekend di provincia degli anni '90, questo 2022 se n'è andato con i gol (qatarioti) in tele, i telegiornali ansiogeni e i nostri mal di testa regolari. Alla convinzione che il prossimo anno sarà il migliore, ormai, hanno abdicato in molti. Ma noi no. Irriducibili fondamentalisti del crederci sempre.

Quanto state per leggere è il nostro tributo di ottimismo nei confronti di un futuro che siamo certi di meritarci bellissimo. Affinché lo sia, la colonna sonora va scelta con cura. Per questo, come ogni dicembre, abbiamo stilato la lista dei nostri nomi per i prossimi 12 mesi. Artisti giovani, "piccoli" per dimensioni, non del tutto sbocciati o pronti a rimbalzare sul trampolino. Nomi incredibilmente diversi tra loro, legati dal talento. Da una scintilla che noi gli sentiamo dentro, e che ci auguriampo divampi presto.

La musica vive da anni una fase ambigua, accelerazionista e al contempo insopportabilmente conservatrice. Il dominio dei numeri e dell'immagine condiziona ogni scelta, ma a furia di "wrappare" ogni cosa rischiamo di rimanere arrotolati noi. Questi quindici ragazzi e ragazze, invece, seguono un altro percorso, e siamo felici di accompagnarli almeno per un pezzo. 

OKGIORGIO

Chi lo ha visto alla sua prima e unica volta dal vivo, lo scorso luglio, all'Ex Macello di Milano, è rimasto con un grande What The Fuck stampato sulla faccia. Sul palco c'era un ragazzo di 26 anni, con la faccia da uno che si sta per laureare con un paio d'anni fuori corso. Ha un nome strambo, e nulla caricato a suo nome sulle piattaforme. Ma quando prende il controllo delle macchine, quell'esordio live smette all'istante di sembrare insolito o naif. L'artista che si fa chiamare okgiorgio è un musicista e produttore come ce ne sono pochissimi in giro nella sua generazione. È nato a Bergamo ed è membro degli ISIDE, in cui suona un po' di tutto e si occupa delle produzioni. Che alle produzioni ci sappia fare lo hanno notato in parecchi: giovanissimo ha già lavorato i Pinguini Tattici Nucleari, suoi conterranei, con Loredana Bertè, Carl Brave, Tancredi, e molti altri. E ora l'attività solista, inaugurata con il brano okokok, un mix di suoni elettronici ricercati e goderecci allo stesso tempo, una specie di tango anabolizzato, il tutto tenuto assieme da un uso straniante delle parti vocali (i sample di voce sono sempre di persone con cui ha fatto musica o artisti che ha prodotto). All'estero sappiamo che lo hanno già notato, nell'attesa – non dovrebbe essere lunga – di nuova musica speriamo che lo notino in molti anche da noi. (DF)

TAMANGO

Quando suonano a Torino, la loro città, devono transennare la zona, oppure il traffico impazzisce e (considerato l'aplomb) i cittadini aggrottano un sopracciglio per l'indignazione. Il nucleo originale è stato composto nel 2018 da tre amici – Alberto, Federico e Marcello –, ma il gruppo si è allargato quasi subito, tanto che live di solito si presentano almeno in sei, con una sezione fiati a rendere il tutto più smooth. Il loro esperimento cerca un punto di equilibrio tra soul e cantautorato, un'entità sexy e retrò, alla cui edificazione contribuiscono tanto il groove quanto un'immagine molto ben riuscita. Dopo alcuni singoli, hanno pubblicato l'EP COME FOSSERO CAREZZE (2021), a cui hanno fatto seguito il singolo Baby Moon (2022) e l’EP Sirene e Pirati (2022). Brani e dischi, soprattutto l'ultimo lavoro, sono supportati da video dall'atmosfera sognante e di grande effetto, merito del collettivo che nel frattempo si è riunito attorno alla band, fatto di creativi, videomaker e fotografi. Di questi tempi avere le idee chiare in questo senso non è in alcun modo un optional. (DF)

ROSOLO ROSO

"Ha il mio rispetto chi è onesto e lavora, però mi rivedo più in chi vende droga". Un po' Massimo Pericolo e un po' Pippo Sowlo, Rosolo Roso ci è al 100% e ci fa nella stessa percentuale. Ed è questa la forza di Rosolo Roso Rosolino Armanno, rapper classe ʻ96 originario di Nola della scuderia di Bomba Dischi. Fa musica dal 2016, in orbita SoundCloud, ma è negli ultimi due anni che ha iniziato a fare davvero sul serio, grazie anche alla collaborazione con il produttore G Coal. Il processo è culminato nel suo disco Coniglio, con cui ribalta gli stereotipi del genere senza mai cadere definitivamente nel lol. Nei suoi pezzi – dal citato Pusher, Pusher a Sindaco e Ciao Sbirroprende per il culo tutto, i colleghi gangsta e Murubutu, sé stesso e l'Italia che non hai mai messo da parte il suo perbenismo d'accatto. Lo stile è forte, le rime sono provocatorie e intelligenti, sempre pronte a fornire una seconda lettura. Un po' di ossigeno per il nostro urban spompato e mitomane. (DF)

GUINEVERE

L'orizzonte che si inclina verso destra. Il sole che cerca un rifugio dietro le onde più distanti, per non farsi prendere dal buio. E in una grotta a picco sulla spiaggia, con la testa appoggiata sulle ginocchia, si mostra per la prima volta della 24enne Ginevra Battaglia, in arte Guinevere. Gli studi di pianoforte e violoncello da piccola, poi proseguiti come autodidatta, l'accademia teatrale, e ora l'ep in vista di un progetto di cui ci siamo innamorati sin dall'ipnotico Setting of the Sun, il suo primo singolo, della durata di oltre 7 minuti. Un'eternità, per i tempi della discografia di oggi, ma non che ce ne freghi qualcosa: una volta che si cade preda della musica di Guinevere, ci si dimentica dell'esistenza dell'orologio. Folk sofisticato, elegantissimo, seguendo quella linea sognante che parte da Nick Drake e arriva a Adrianne Lenker, in cui c'è spazio per gocce di psichedelia, passaggi jazz e l'intensità di un trio d'archi a impreziosire il tutto. Un incanto in cui perdersi è tanto facile quanto meraviglioso, dimenticando il brusio di fondo che si trova attorno. (VC)

PSEUDOSPETTRI

È partito tutto con un match, anzi sei, su Tinder. La carne è debole, si sa, ma quando ti trovi davanti gente con nomi tipo Ermete Diara, Kuzu o b.estye vuoi davvero swipare a sinistra e precluderti di esplorare un mondo virtuale così esagitato e delirante? Insieme sono Pseudospettri, un collettivo ectoplasmatico che con un’elettronica pulsante, tragicomica e scombinata riesce a raccontare gli aspetti più contradditori del presente e la cui casetta online ha una quantità di stanze che ancora non siamo riusciti a finire di contare (e probabilmente manco loro). Dopo Pseudotape vol. 1 e Summertape, in cui compaiono tantissimi amici e pure il padre putativo Pop X, sentiamo che il futuro deve seguire le traiettorie pazze che questi aruspici della Gen Z intravedono nelle viscere di una realtà assurda, ormai prossima a rivelarsi come una simulazione realizzata da una qualche divinità annoiata. (VC)

RICCHE LE MURA

In casa Boscacci, a Sondrio, ci dev’essere una collezione di vinili non da poco, visto quello che ne sta venendo fuori. Nel 2021 si è palesato Michele aka Merli Armisa, il fratello maggiore, scuotendo il piattume di un ottobre grigio con le atmosfere granulari del suo Lleb. Carlo, più piccolo di 3 anni, è ancora più sfuggente, ma è proprio il fatto che lui e i suoi compagni di viaggio non si siano ancora lasciati afferrare, se non in una manciata di concerti dalle loro parti, che ci ha folgorato. Nella filigrana dell’etere qualcosa abbiamo notato: un lampo, una molecola di energia che ci è balenata di fronte agli occhi per poi sparire di colpo. “Tutta la luce che ti serve è in una scintilla”. Tre parole sono rimaste, a lasciare una traccia da seguire: Ricche le Mura. Ricche nei versi, sognanti e ispirati dagli spazi incontaminati che circondano la città; ricche negli arrangiamenti, con un intreccio di iridescente psichedelia e pop raffinato che lascia spazio a deviazioni elettroniche e jazzy; ricche nell’animo, ancora tutto da svelare. (VC)

TRIPOLARE

Mentre i suoi soci del Thru Collected stavano realizzando Discomoneta, lui era preso con l'esame di maturità e non ha potuto dare il suo contributo all'album. Poco male: Gabriele Centurione, in arte Tripolare, sta avendo modo di recuperare alla grande, con una manciata di singoli e un ep usciti tra il 2021 e il 2022. E chissà cos'altro in arrivo per il prossimo anno. Se è vero che le coccinelle nere portano fortuna, come canta nel suo ultimo brano pubblicato, non avrà problemi a fare in modo che un pubblico sempre più ampio si accorga di lui, che ha le mani sugli strumenti da prima di saper scrivere e che produce da prima di iniziare le superiori. Difficile non notarlo, d'altronde: il suo è un pop liquefatto, in cui i generi si sciolgono come gli orologi di Dalì e vengono presi a calci da beat hypercore, fino a diventare una resina di energia rovente che va solo liberata. E da cui non vediamo l'ora di farci avvolgere. (VC)

OLLY

Se seguite le vicende della nuova scuola genovese, che negli ultimi anni è diventato uno dei poli centrali del rap nel nostro Paese, questo nome non vi sarà nuovo. Se non riuscite a resistere alla tentazione di seguire Sanremo, sapete che lo vedrete giocarsi un posto per accedere all'Ariston il prossimo 16 dicembre con il singolone L'anima balla (e non aggiungiamo altro che sennò portiamo sfiga). Se lo avete sentito anche solo di sfuggita una volta, vi ci sarà voluto un attimo per rendervi conto che sia un hitmaker pronto a spiccare il volo. Federico Olivieri, in arte Olly, ha solo 21 anni è la fame giusta per entrare nel mondo dei grandi: gli inizi col rap più puro, che poi si evolve lasciando entrare la melodia, fino a condensare il tutto in una formula super coinvolgente di pop elettronico, tamarro il giusto nei suoi momenti più sfrenati, ma sempre con una penna riflessiva e intima. Un gioco di chiaroscuri che oggi sta facendo impazzire il dancefloor, domani lo farà direttamente prendere il decollo. (VC)

WISM

No, non è che perché ci ha tagliato i capelli una volta – è la sua passione nascosta – allora dobbiamo rendergli il favore. È che WISM, acronimo di Winter in St. Moritz e nome d'arte di Gabriele Terlizzi, è proprio figo. Lui è nato a Molfetta 25 anni fa, fa musica da quando ne ha 12, a 14 ha fondato la band math rock dei The Pier e da quando ne ha 22 suona con Franco126. Ora c'è un disco, Pazienza, composto da 9 tracce dove l'arrangiamento è costruito mettendo insieme sample su sample, pescati con la stessa pazienza – appunto – di un mosaicista nel cercare i tasselli giusti. Forbici sempre in mano, che sia per sistemare le teste dei suoi amici o per affettare le strisce musicali con cui realizzare il vestito perfetto per i suoi brani. In questo taglia e cuci sonoro emerge la sua penna, spontanea e fresca nel raccontare sé stesso e l'umanità intera, riflessa all'interno delle sue relazioni con il mondo che lo circonda. E che gli auguriamo, ora, possa guardare da un gradino più alto. (VC)

TENTH SKY

Se la freschezza avesse un’immagine nel vocabolario delle cose cool, sarebbe di sicuro la faccia pulita di Tenth Sky, vero nome Riccardo Mari, 17 anni quasi 18, che Ariete ha descritto come piccolo fenomeno, mentre ci parla delle cose stupide dell’adolescenza, che poi stupide non lo sono mai davvero e pesano come macigni in testa. Un ragazzo del 2005 alle prese col new pop, quel magma incandescente che fonde insieme la cultura urbana, l’autotune, le melodie della musica leggera e del nu soul. Viene da pensare a cos’abbiano dato da mangiare da piccoli a questi artisti della generazione Z che riescono a scrivere canzoni compiute con una maturità invidiabile e poi, quando cerchi di intervistarli, ti rispondono che non possono perché stanno a scuola. Se il buongiorno si vede dal mattino, Riccardo davanti a sé ha un futuro radioso che può portarlo a diventare un big del nuovo pop. Per lui, che già sta al decimo cielo, sarebbe di sicuro la cosa più importante. (SS)

MICHAEL MILLS

In 30 minuti e 37 secondi, il producer, cantante e compositore Michael Mills, classe 1996, parmense di origini ghanesi, ci mostra tutto il suo mondo, splendente e insieme oscuro, nell’album Acufene. Un ibrido assurdo in cui la musica viene scomposta e dilatata, dando all’ascoltatore un effetto straniante, che affascina e respinge, per un cut-up burroghsiano di parole e suoni. Insieme a Deepho, Deriansky, 9DEN e altri ha fondato il collettivo artistico TEAMCRO e ben presto si è messo in proprio per sviluppare i suoi sogni / incubi e farli diventare materia viva. Di base, quando ascolti Michael Mills ti sembra di essere fatto di un trip gigante che sale e scende come vuole lui, e rimani in balia della musica, di questo r’n’b fuori da ogni contesto, che non ha niente di commerciale e che, per assurdo, potrebbe diventare il tappeto sonoro di questo futuro che sembra insieme fantascienza e Medioevo. (SS)

ELE A

Al suo debutto al MI AMI Festival 2022 l’avevamo già definita “un Nokia 3310 lanciato nel futuro”: definizione fortunata che ora si trova pure tra le barre del suo ZERODUE DEMO, primo EP autoprodotto e distribuito solo in CD, solo in 200 copie. Come le vere old school. Da Lugano, classe 2002, occhialetti anni ’90, crop top, jeans a vita bassa, un talento spontaneo: Ele A ha appena 20 anni ed è già una dritta. Di quelle che le ascolti, le osservi, e capisci subito che di strada ne può fare tanta. Dalle raffiche di barre rilasciate a una a una sul suo profilo Instagram e su Youtube, a Mikado (l’ultimo conscious rap prodotto da Disse), passando dai freestyle veloci come macchine da corsa, verso altri lidi. Col suo rap crispy dalle basi solide, tanta coolness e un gusto street pop che cela, in realtà, un manifesto amore per l’estetica del rap, il suo è solo l’inizio. Un pezzo raro di naturale bellezza, ganza come una della golden age, ma a 20 anni. (CM)

DELICATONI

25 anni o giù di lì, da Vicenza o giù di lì. Antonio, Giorgio, Ian e Claudio: quattro anime affini, quattro esseri umani che si incontrano, diventano amici, e formano una band. Li avevamo incontrati su un prato delle Dolomiti in tempi lontani, poco sospetti, quando ancora erano al primo EP autoprodotto, Margherita, avevano un forte bisogno di credere in sé stessi. E di qualcuno che facesse capire loro quant’è prezioso rimanere puri, oltre a quant’è rara e bella la loro musica. Da scapigliati e sparpagliati per il mondo com’erano, negli ultimi tempi i quattro hanno messo ordine al loro progetto e si sono fatti scoprire, in breve, dal resto. Jazz fresco, sperimentale, elettronico. Che sa di psych-pop, ma anche di soul. Delicatoni è un’esperienza, un’attitudine alla vita; un modo di essere, pensare, cantare; salire sul palco anche in dieci, con batteria, trio d’archi e altri musicisti a compiere un incantesimo. Cullati dalla voce morbida di Antonio, spruzzati dal sax di Giorgio, le tastiere e i synth di Claudio e Ian, dopo l’album di debutto omonimo, è certo. Delicatoni sono il nuovo jazz in Italia: vulnerabile, emotivo, dolce. Umano. (CM)

ANICE

La sua voce è potentissima, si insinua vellutata sui beat, volteggia decisa; gioca con le parole e le rime in una combinazione di soul, rnb e urban-pop. 26 anni, Anna in arte Anice (come l’aroma dell’assenzio bevuto dai poeti maledetti), mette in musica i pensieri di una giovane che dalla provincia di Imperia è scappata negli Stati Uniti, per atterrare a Milano e infondere all’Italia la sua passione per l’rnb, attraverso le canzoni. Ama il gospel, l’hip hop e le grandi voci femminili (prima fra tutte, quella di Amy Winehouse); nei suoi brani – guidati da un timbro scuro che fa luce tra preghiere e ninne nanne – c’è la notte e l’amarsi alla follia, fino a esplodere e brillare come una Supernova, il suo ultimo singolo. Talmente brava, unica, dall’identità precisa, che Night Skinny l’ha voluta in due tracce del suo BOTOX (insieme a Geolier in DEDICATION, e con Vettosi, J Lord e 2Rari in CHANGES). Anice, capelli lunghi neri corvino, è pronta a prendersi tutto con la sua voce. Mina, Carillon, Supernova: tre singoli all’attivo per prendere il volo, dalla provincia alla scena. (CM)

ANZJ

Quando a 15 anni droppa le prime strumentali su SoundCloud il suo nome è Anzy, l’abbreviazione fancy di Anzivino, il suo cognome. Nato nel ’99 a Milano e cresciuto tra le valli piemontesi, nei dintorni di Vercelli, da adolescente impara a suonare la batteria, il pianoforte; crescendo musicista e amante del suono in ogni sua forma. A 17 anni comincia a cantare sopra le sue basi con un nome diverso. Anzj, lo stesso, ma con quella j finale che sarebbe diventata il suo marchio di fabbrica – messa ovunque, in ogni suo titolo. Poi, il rientro a Milano dopo gli anni solitari e introspettivi di provincia, e l’inizio vero e proprio della sua carriera. Il debutto con SPAZJO, la militanza col collettivo Misplaced Fam, Young Miles, Estremo; Adidas (con cui produce Cloud Love, piccolo ep di quattro tracce dolci e disperate); Jack Sapienza. Fino a CAMMJNO, l’ultimo lavoro con 8 tracce e un feat. con Camilla Magli. Tante persone, tanto talento. Perfezionista, emo rap, trap, lo-fi, elettronico, indie pop a infusione tra thasup, Blanco e Massimo Pericolo, Anzj si è preso il futuro. E lo sentirete sempre più forte. (CM)

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L'articolo CBCR 2023: il futuro della musica italiana in 15 nomi di Redazione è apparso su Rockit.it il 2022-12-05 12:00:00

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COMMENTI (1)

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  • luca.spolaor.7 2 anni fa Rispondi

    Mi auguro veramente che siano i veri protagonisti del futuro della Musica italiana. Ce n'è di bisogno urgente.