Sette non-classici di Natale che però dovrebbero esserlo

Con l’uscita di “Notte di Natale” di Lucio Corsi si rinnova un legame complicato e particolare: quello tra il canzoniere italiano e il periodo natalizio. Lo attraversiamo pescando qualche perla più o meno nascosta di questa stagione, da De Gregori a Elio

Lucio Corsi sulla copertina della sua  "Notte di Natale"
Lucio Corsi sulla copertina della sua "Notte di Natale"

Ma ci sono canzoni natalizie nel nostro canzoniere? L’altra sera stavo parlando con un mio amico all’uscita da lavoro e questa domanda è caduta, lieve, sulle nostre teste come una nevicata improvvisa. Tuttavia, a causa del riscaldamento climatico, ovviamente non è nevicata e quindi ci siamo potuti sedere sui gradini e stilare, mentalmente, una lista “di canzoni di Natale all’italiana”. Siamo partiti in realtà dall’ultima, ovvero da Notte di Natale di Lucio Corsi ma, per voi, si parte dall’inizio.

Renato Carosone – Mo’ viene Natale

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In realtà, tecnicamente, questo pezzo non è firmato da Carosone ma appartiene alla tradizione napoletana. Renato Carosone, con la sua formidabile band, rimpasta il ritmo, estremizza i punti di parodia del testo e dona un’anima rock ’n’ roll che è un po’ il suo marchio di fabbrica. Peraltro questa canzone è anche cristallizzata in una delle tante, come si diceva all’epoca, “pellicole” di successo degli anni Cinquanta, ovvero Maruzella, con quella divina creatura di Marisa Allasio (che forse avete visto in Poveri ma belli). Oggi il film si trova su RaiPlay https://www.raiplay.it/programmi/maruzzella e c’è proprio una scena con lo stesso Carosone, accompagnato dal fido batterista Gegè Di Giacomo, che suona proprio Mo’ viene Natale.

Mo' vene Natale

nun tengo denare

me leggio 'o giurnale

e me vado 'a cucca'.

Tony Dallara – Buon Natale

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Ora qui facciamo sul serio, con uno dei più famosi “urlatori” degli anni Sessanta, che fa esplodere l’atmosfera natalizia a piena potenza. Buon Natale è una ballad che è un concentrato di buoni sentimenti, richiami al periodo di pace e riposo natalizio e anche un po’ quella retorichetta da “film che finisce bene”, tipica dell’ottimismo schietto e genuino degli anni Sessanta. In realtà il pezzo, seppur nella sua semplicità, è arricchito dall’orchestra di Ezio Leoni e può sfoggiare un’interpretazione da vero crooner di Dallara, che tutte le volte che mi capita di vedere in foto, non so perché, mi mette allegria.

E sospirando canterà una ninna nanna

Con la tua mamma fai la nanna, bel bambin

Buon Natale, buon Natale a tutto il mondo

“Buon Natale” tutto il mondo canterà

Elio e le Storie Tese – Natale allo zenzero

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Divenuta popolarissima con Radio Deejay, che a un certo punto negli anni Duemila l’ha “eletta” a sua canzone del Natale, Natale allo zenzero degli Elio e le Storie Tese è una gran canzone anche dal punto di vista musicale, come spesso accade del resto al gruppo milanese. Anche qui l’intento parodico è predominante: vengono inseriti praticamente tutti i luoghi comuni natalizi per scaturire quel classico “effetto alla Elii” che conosciamo bene (anche prima dell’uso/abuso di X di uno dei suoi membri storici, il “buon” Rocco Tanica). Il ritornello è una roba che ti fa canticchiare ed essere stupidamente felice anche in mezzo al traffico di Milano o Roma nell’ora di punta: quindi il “miracolo di Natale” gli Elio e le Storie Tese diciamo che se lo sono portati a casa degnamente.

E chi non fosse ancora straconvinto che zenzero significa Natale

Provasse ad assaggiare un biscottino allo zenzero

Francesco De Gregori – Natale di seconda mano

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Questo pezzo di De Gregori non è proprio uno dei più conosciuti del cantautore romano, eppure, sin dalla sua uscita nel 2001 e inserito nell’album Amore nel pomeriggio, mi è sempre sembrata una gran canzone.
Un po’ perché riprende gli stilemi, anche e soprattutto di scrittura, di De Gregori, con quel passo “sghembo” tipico delle sue liriche, tra passaggi molto belli e poetici e altri più oscuri e profondi, che danno un’aura magica all’intera composizione.
Anche il significato del brano è interessante: una non troppo velata critica al Natale consumistico che, ormai, passato il Duemila, aveva finito per travolgere tutto e tutti.

Non c'è nessun perdono in tutta questa pietà

Non c'è nessun calore, nessuna elettricità

E oggi parlano i cani per sentirsi più buoni

Intorno al nostro fuoco cantano canzoni

Fabrizio De André – Leggenda di Natale

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Chiaro ed evidente che quando si parla di cantautorato è difficile non citare Fabrizio De André; tuttavia, forse, era meno scontato farlo in ambito natalizio. Eppure, dal disco seminale Tutti morimmo a stento, Leggenda di Natale- ispirata da Brassens - brilla nel firmamento del nostro canzoniere come una stella antica e lontana. Il testo è meraviglioso, quasi fantasy nel suo incedere (ammesso e non concesso che nel 1969 si potesse parlare di “fantasy”) e, nonostante un arrangiamento molto scarno, praticamente chitarra e voce, questo brano ci parla ancora e ci permette di trattare un’altra angolatura del Natale: quella del “rito di passaggio”, che affonda le radici nella notte dei tempi, tra l’anno vecchio che muore e quello nuovo che nasce.

E il vento era un mago, la rugiada una dea

Nel bosco incantato di ogni tua idea

Morgan – Canzone per Natale

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Non potevo non citare Canzone per Natale di Morgan. Pubblicata nel 2003 in Canzoni dell’appartamento, questa canzone è iconica fin dall’attacco, con quelle finestre accese, le ombre che conversano e l’ennesimo centro commerciale. Un intro che descrive una Milano dei primi Duemila ancora lontana dallo scintillio contemporaneo, ma dove gli scricchiolii del “futuro prossimo” già si potevano avvertire. Qui Morgan denuncia la trasformazione urbana e il consumo indiscriminato del territorio, con un realismo quasi politico che conferisce al Natale un tono insolito, più sociale che festivo. Umbratile più che pieno di luci. Il brano però ha anche una sua dimensione più intima: la visita al Museo di Storia Naturale, il temporale che coglie tutti all’improvviso e il racconto della “vera storia di Napoleone”, che conducono all’ammissione amorosa:

E anche se non fosse stato Natale

T’avrei amata uguale

L’epifania dell’amore, indipendente dalla ricorrenza ma in qualche misura amplificata da essa, è resa ancora più intensa dall’arrangiamento barocco, ricco ma misurato. In questa fusione di denuncia urbana, immaginazione e sentimento, Morgan trova una delle sue prove artistiche più alte.

Lucio Corsi – Notte di Natale

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In fin dei conti, questo pezzo non ci sarebbe potuto essere senza Notte di Natale di Lucio Corsi. Appena è uscita, questa canzone è parsa immediatamente un classico-non-classico di Natale. Il cantautore maremmano sceglie un approccio fiabesco e dolce, totalmente suo. La canzone inizia come una sorta di filastrocca contemporanea, donando un’atmosfera sospesa e infantile. È il preludio ideale al cuore pulsante del brano: un amore che nasce come una piccola lucina nella notte di Natale, capace di rompere la solitudine cosmica tipica dei personaggi di Corsi. Corsi affianca alla leggerezza uno sguardo più profondo sul tempo che passa, con versi come:

Tranne mamma e babbo

che continuano a invecchiare

E quando scrive “A Natale non si muore,” introduce una nota di candida speranza che rende la canzone sorprendentemente unica. Notte di Natale diventa così un momento sospeso tra fiaba, amore acerbo e malinconia sottile: uno dei brani più sensibili e maturi del cantautore.

Qui si conclude questo nostro viaggio nelle canzoni di Natale del cantautorato italiano, un viaggio che non voleva, mai nella vita, essere enciclopedico finale ma, piuttosto, sulla scia di Baudelaire “un invito al viaggio”. Già perché anche a, su e di Natale si è scritto e cantato bene. Non si vive di soli Wham e Mariah Carey.

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L'articolo Sette non-classici di Natale che però dovrebbero esserlo di Mattia Nesto è apparso su Rockit.it il 2025-12-19 14:41:00

Tag: natale

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