Abbiamo chiesto a 300 studenti di scuola media come ascoltano la musica

Alcuni dati erano prevedibili, altri invece lo sono meno, ma i risultati si possono così riassumere: i ragazzi ascoltano poche canzoni per moltissime volte soprattutto dallo smartphone

- foto via indiewire.com
30/09/2016 - 14:04 Scritto da Eva Cabras

Abbiamo sottoposto ad alcuni studenti di scuola media di età compresa tra gli 11 e i 14 anni una serie di domande sul loro modo di fruire della musica: cosa ascoltano, quando, chi li aiuta a scoprirla, come ascoltano. Senza nessuna pretesa di validità scientifica o statistica, il nostro sondaggio ha restituito dei dati interessanti. Innanzitutto i consigli delle sorelle e dei fratelli non passeranno mai di moda, mentre persino Spotify è roba da grandi. Ecco cosa ci hanno risposto.

Stare a contatto con ragazzi dagli 11 ai 14 anni (meno della metà dei miei) mi ha immediatamente riportata con la mente indietro nel tempo e mi ha spinto più volte a pensare: che musica ascoltavo quando avevo la loro età? Ma soprattutto, come la ascoltavo?

La scoperta e la fruizione musicale dei preadolescenti di oggi è radicalmente diversa da quella dei preadolescenti analogici, ovvero coloro che hanno vissuto il momento della sperimentazione musicale quando ancora internet non esisteva, non esistevano (almeno nelle nostre case) i computer e tanto meno i cellulari multitasking di ultima generazione. Spinta da una curiosità irrefrenabile, ho deciso di sfruttare la mia permanenza come volontaria del Servizio Civile alla scuola media Galileo Galilei di San Pietro in Palazzi (provincia di Livorno) per indagare sulle modalità di ascolto e di scoperta musicale dei miei nuovi amici.

Ho preparato un questionario e l'ho distribuito in 14 classi, interpellando un totale di 264 alunni, divisi in cinque classi prime, cinque classi seconde e quattro classi terze. Il modulo da compilare era anonimo e composto da 9 domande, principalmente a scelta multipla, pensate per fare luce sui cambiamenti più evidenti nell'esperienza di scoperta musicale negli anni dell'emancipazione, della scoperta di sé stessi e del mondo. Molte delle conclusioni a cui sono giunta erano già parte delle mie aspettative di partenza, basate su presupposti storico-tecnologici evidenti, ma andare a chiederlo ai diretti interessati è stato divertente quanto illuminante. Ecco cosa sono riuscita a scoprire.

Chi è stato il primo familiare o amico a farti ascoltare musica?

Come prevedibile, l'inizio del percorso di scoperta musicale avviene in famiglia. La percentuale più alta di risposte, il 42,5%, è andata ai familiari che comprendono fratelli, sorelle, zii, cugini e quant'altro, ovvero i componenti della famiglia che non sono i genitori. Gran parte dei ragazzi intervistati ha rivelato, quindi, che ad avvicinarli al mondo della musica sono stati i componenti più giovani del nucleo abitativo, probabilmente più vicini e affini a loro per via del ridotto gap di età, per la maggiore dimistichezza con i mezzi tecnologici più evoluti e per l'aggiornamento più puntuale riguardo alle uscite discografiche recenti. Nonostante la supremazia numerica delle generazioni più giovani, un buon 22% attribuisce la propria epifania musicale alla mamma, mentre il 17,4% la attribuisce al padre. Gli amici si fermano all'8,7%, confermando che, almeno inizialmente, lo svezzamento musicale dei ragazzi avviene senza dubbio all'interno delle mura domestiche.


Quali sono stati i primi generi/artisti che hai ascoltato in vita tua?

Andando a effettuare un controllo incrociato sugli eterogenei generi o artisti indicati come primi ascolti, si possono riscontrare delle corrispondenze costanti tra familiare e materiale proposto: se le mamme prediligono il cantautorato italiano che ha accompagnato la loro giovinezza – Baglioni, Morandi, Battiti, Pausini – i padri sembrano invece orientarsi maggiormente sul rock classico internazionale – Beatles, Rolling Stones, Queen soprattutto. Ai fratelli spetta il primato della diffusione del rap e dell'hip hop, mentre le sorelle padroneggiano il settore del pop delle varie Emma, l'evergreen Pausini e Adele. Un aspetto che meriterebbe di essere approfondito a dovere è quello legato ai ragazzi provenienti da regioni o paesi diversi da quello di attuale residenza. Gran parte degli studenti che sono riuscita a identificare come emigrati (i questonari erano anonimi) indicano spesso come primi ascolti brani e artisti che suonano la musica dei loro luoghi di provenienza. Sebbene si tratti di dati parziali, una buona fetta dei ragazzi provenienti dal sud Italia hanno citato la musica partenopea o i canti popolari siciliani come precoci esperienze di ascolto infantile, così come alcuni dei ragazzi proventi dalla Cina, da Cuba o dal Nord Africa hanno inserito riferimenti alla musica tipica delle loro culture d'origine.

Quale piattaforma utilizzi più spesso per ascoltare musica?

Con questa domanda andiamo a toccare uno dei veri fenomeni di massa connessi al consumo musicale dei pre-adolescenti di oggi. Uno schiacciante 89% degli interrogati ha indicato YouTube come principale piattaforma atta all'ascolto quotidiano, lasciando i rimanenti Spotify, iTunes e i dischi a contendersi il misero 11% restante. Per riuscire a spiegare questa evidente supremazia è utile analizzare quali sono i punti di forza di YouTube rispetto alla concorrenza: innanzitutto, per ascoltare musica sul colosso di Google non c'è bisogno di alcun tipo di registrazione, fattore che specialmente per i giovanissimi costituisce un vantaggio da non sottovalutare. Altrettanto importante, se non cruciale, è la componente visiva costituita dai videoclip delle canzoni, un plus valore che i ragazzi sembrano apprezzare particolarmente, anche perché in questo modo possono tenere costamente a portata di mano l'eventuale fenomeno virale di turno, che vede in YouTube la sua patria incontrastata. Non avendo legalmente accesso a Facebook, riservato ai ragazzi con almeno 16 anni di età, YouTube rappresenta l'unica alternativa per rimanere connessi alle novità più popolari, da vedere e rivedere con costanza quasi maniacale. L'esempio più pertinente legato alla scuola media Galileo Galieli di San Pietro in Palazzi è quello di "Andiamo a comandare" di Fabio Rovazzi, scoperto dai giovani studenti ben prima del suo passaggio in radio e dalla consacrazione del disco d'oro. Questo brano comic-rap e il suo balletto hanno letteralmente fatto da colonna sonora incessante per tutta la mia permanenza nelle classi, da dicembre a giugno, e ha abbattuto tra i ragazzi qualsiasi tipo di differenza di età, classe, sesso o carattere. La supremazia di YouTube come piattaforma prediletta dai pre-adolescenti è connessa anche a un ulteriore fenomeno, già ampiamente riscontrato nelle nuove generazioni, di età anche superiore a quella delle mie "cavie": quasi nessuno sente la necessità di ascoltare per intero un disco, preferendo di gran lunga il singolo pezzo, possibilmente da ascoltare a ripetizione almeno una decina di volte nell'arco di una singola mattinata.

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Hai mai usato/comprato un cd?

L'82% dei ragazzi nati tra il 2003 e il 2005 ha avuto una qualche forma di contatto con un cd. Questo dato è sicuramente confortante per coloro che hanno iniziato ad acquistare musica proprio con i compact disc, se non con le vecchie audiocassette, ma il restante 18% ne è totalmente all'oscuro. In questa percentuale al momento esigua sono contenuti i nativi digitali radicali, coloro che o YouTube o la morte, concentrati prevalentemente nelle classi prime, quelle dei giovanissimi.

Hai mai usato/comprato un vinile?

Qui la situazione si ribalta, mostrando come il 75,7% degli alunni non abbiano la minima idea di che cosa sia un vinile. Come se le risposte nero su bianco non bastassero a chiarire il concetto, il numero impressionante di domande a riguardo hanno totalmente ribadito l'evidenza. Poco più del 20% dei ragazzi ha una qualche minima familiarità con il supporto, quasi esclusivamente grazie all'intervento dei genitori che hanno tentato in qualche modo di tramandare la propria eredità discografica.

Ascolti la radio?

Uno dei pregiudizi con il quale ero partita, e che si è rivelato essere clamorosamente errato, era che l'ascolto giovanile snobbasse il circuito radiofonico. L'abbondanza di mezzi con il quale è possibile ascoltare musica scegliendola in prima persona mi aveva tratto in inganno, portandomi a credere che l'autonomia decisionale di YouTube o Spotify avesse soppiantato la rotazione in radio. Non avevo però messo in conto l'evidente: le popolarissime canzoni che i ragazzi cercano sul web sono esattamente le stesse che verranno diffuse con capillare diligenza nelle principali stazioni radio italiane. Non importa che vengano trasmesse sempre le stesse 10 canzoni, perché una delle principali caratteristiche dell'ascolto nei pre-adolescenti è proprio la reiterazione compulsiva. Come nel sopra citato caso di "Andiamo a comandare", viralità e gradimento popolare concorrono nel definire un loop continuo basato sulle hit del momento, ricercato in radio dal 77% degli intervistati. I cosiddetti nativi digitali sono responsabili della creazione di un paradosso storico, per il quale più è ampio il raggio delle loro potenziali scoperte, più è limitato il numero delle loro effettive scoperte. Se la ricerca musicale analogica, tra le riviste specializzate e gli scaffali dei negozi di dischi paesani, aveva più a che fare con la speleologia, oggi l'infinita gamma di possibilità sembra aver mandato in corto circuito il pubblico più giovane, che si cristallizza su una manciata di singoli brani riprodotti senza soluzione di continuità.

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Dove trovi suggerimenti per la nuova musica da scoprire?

La spiegazione al paradosso della limitazione musicale nei preadolescenti digitali arriva dalla risposta a questa domanda. Il 60% dei ragazzi ha indicato negli amici la principale fonte di informazioni riguardo alla nuova musica da ascoltare. Il 47% fa affidamento sulla vastità di internet, con particolare amore per YouTube, ma il trionfo dell'elemento umano in un settore talmente pervaso dalla tecnologia costituisce un risultato interessante. La riappropriazione del passaparola tende però a configurarsi come passaparola virale, che assume a tratti le sembianze dell'isteria di massa, per cui una canzone può diventare vero e proprio inno, seppur per l'arco di pochi mesi.

Da quale dispositivo ascolti più spesso musica?

Il dispositivo prediletto dall'88,6% dei ragazzi delle scuole medie è lo smartphone. Il perfezionamento tecnologico dei dispositivi, che raccolgono al loro interno le caratteristiche precedentemente suddivise tra telefono, computer e lettore multimediale, ha determinato la loro schiacciante supremazia. Strettamente collegato alla viralità come fenomeno sociale, l'utilizzo dei cellulari per la fruizione musicale conferma come l'ascolto giovanile sia diventata un'attività di gruppo, condivisa nel senso classico del termine. 

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L'articolo Abbiamo chiesto a 300 studenti di scuola media come ascoltano la musica di Eva Cabras è apparso su Rockit.it il 2016-09-30 14:04:00

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