Spazio Giovani - Foggia



Un lungo racconto di una manifestazione, quella di “Spazio Giovani”, che non vuole essere la solita ‘recensione’ dell’evento musicale, ma anche il tentativo di rendervi partecipi di un’esperienza per molti versi assimilabile a quelle che avete vissuto (o vivrete) in gita ai tempi della scuola. Ciò nella speranza che anche voi riusciate a percepire la magica atmosfera di questa 3 giorni foggiana…

PRE
L'amico e collega Fiz ad “Arezzo Wave” ha ogni anno effervescenti incontri con il gentil sesso. Suppongo gli accada in maniera naturale, forse si inventa tutto o magari ci racconta la metà del tutto, ma a me piace credergli, anche perché stavolta, me lo sento, toccherà a me. Logico che il giorno prima della partenza, i pensieri volassero a presunti incontri in treno, a splendide pugliesi capaci di rapirmi e regalarmi chissà quali focose nottate. Sarò Fiz, ecco, mi sto fizzizzando, vedrai che accadrà…
Invece ero con Fausto Murizzi, anch'egli membro della giuria del concorso e “collega” di Rockit, ma a Foggia in veste di rappresentante de "Il Mucchio Selvaggio".

VIAGGIO
…In EuroStar, per nulla pesante - anche se continuo a chiedermi a che cacchio serva prenotarlo, specie se ti dicono che è tutto pieno e poi nessuno viene a cacciarmi dal posto che abusivamente occupo vicino a Fausti'ko. Questi, ha con sè in anteprima il nuovo cd di Mao e ne abbozza la prossima recensione: mi sforzo di salvare il povero ‘ex-rivoluzionario Mao’, vittima del rincoglionimento a forza di stare con Andrea Pezzi, di concedergli magari qualche ascolto futuro, ma la sentenza di Fausto va sposata: basta arrivare all'imbarazzante traccia sette… Verso Pescara ero ormai arreso, la stroncatura era giusta, il nuovo di Mao è una ‘fetecchia’.

Iniziamo bene.

FOGGIA
Alla stazione ci viene a prendere un'addetta del comune: quello con Ilenia, non è che il primo di una serie di piacevoli incontri. Con noi, anche il prode Mauro Missana, “la miglior voce di Radio Capodistria”: grande intenditore di musica, sorta di ‘quarantenne peterpan’ dalla voce davvero radiofonica, col quale poi avremmo legato molto. L'impatto con Foggia, per un veneto avvezzo a dimenticarsi i finestrini aperti o le chiavi nel cruscotto per intere mattinate, è abbastanza traumatico: onde evitare il furto, ad una ruota dell'auto si usa sovente fissare una specie di antiestetico tubo d'acciaio. Poi Ilenia sgomma e supera con striscia continua, si muove agile, tranquilla e spericolata col suo pandino - e penso che forse Mauro da qualche parte sta pregando, sgranocchiando un rosario di nascosto…
Sbagliavo: l'indomani si rivelerà ateo, e sarà curioso vederlo entrare con Fausto (altro miscredente) nella chiesa di San Giovanni Rotondo. Ma di ciò, più avanti.

Arrivati al Teatro Mediterraneo, che ospiterà la manifestazione, il colpo d'occhio è davvero stupefacente. Una grande arena, un anfiteatro che, gremito, può ospitare più di 6000 persone; un impianto di tutto rispetto e… l'organizzazione, che organizzazione. Conosciamo subito il direttore artistico Bruno Cavaliere, funzionario comunale dai modi squisiti che ci ha invitati in giuria. Per lui l'anagrafe non è che una formalità: è in gambissima, con lui scatta la prima birretta, la visita all'accogliente struttura che ospiterà la manifestazione, patrocinata dal comune di Foggia. Si conosce anche Luca Di Nicola, il presentatore delle tre serate nonché futuro compagno di merende nei pomeriggi foggiani. Signori miei: al di là dei colori e delle sfumature della politica, delle giunte che cambiano con gli anni, avercene di gente come Bruno in tutti i comuni d'Italia! Impeccabile, semplicemente.

15 i gruppi in gara: 7 la prima sera ed 8 la seconda. Di questi, solo otto avrebbero suonato il sabato della finale, e sarebbero andati a far parte del cd di “Spazio Giovani” che testimonia l'edizione 2001.

Ma sto correndo: da un lato temo di annoiare, dall'altro la voglia di descrivere dettagli - di dire ad esempio dell'alloggiamento in camera in un Hotel 4 stelle appena fuori Foggia - potrebbe prendere il sopravvento. Ma non mi dilungo oltre e vi dico della giuria: oltre al sottoscritto, il Murizzi per il Mucchio e Mauro Missana per Radio Capodistria (ma anche Radio Onde Furlane, mitica radio udinese che trasmette in dialetto friulano), c'è Stefano Danza che scrive per il sito musicale AttikMusica e Renato Cavaliere, cantante e chitarrista (anch'egli diverrà poi compagno di merende…). Inoltre tre rappresentanti dell'amministrazione comunale: l'assessore alla cultura Nino De Rogatis, la Dott.sa Gloria Fazìa (con l'accento sulla i) e l'assessore per le politiche giovanili Umberto Candela.

Direte, che ci fanno quelli del comune in giuria? Se da una parte la cosa è comprensibile, se cioè non vi è nulla di male che assessori e funzionari entrino in giuria visto lo sforzo profuso dal comune, d'altro canto avevo un pizzico di timore circa la preparazione musicale e la competenza… Ancora una volta, che gioia ricredermi e sentire l'assessore Candela (presidente della giuria) che, sentita la sigla del concorso, esclama subito: "Jethro Tull!". Non era il flauto di Ian Anderson, erano i St. Germain, però di lì l'assessore s'è guadagnato la mia stima. Tant'è che poi ha votato davvero da esperto.

Ma veniamo alla…

MUSICA
Si parte maluccio. Anzi, si parte male, chè il foggiano Luciano Lembo proprio non rientrava nei (miei e personali) canoni di gradimento. Sia detto: non ero certo l'unico.

Esteticamente simile al cantante degli Stadio, il buon Lembo propina agli astanti un convinto poppettino cantautorale “loffio” e di maniera, qualcosa a metà fra Raf e Pino Daniele, che difatti è il suo grande idolo. Buona la band che lo accompagna, ma non ci siamo proprio: se su 15 gruppi ognuno di noi dovrà pronunciare 7 No ed 8 Sì, non esito a segnare sul blocco il mio primo “NO”.

Di fianco a me, vedo il resto della giuria concorde, solo gli amministratori non riesco a vedere, sarà mica che poi faranno quadrato a favore delle bands locali? No, i campanilismi - lo posso assicurare - sono rimasti ben fuori dal giudizio: ha vinto la musica!

Lo dico già ed anticipo un lembo di finale, dicendoVi che Luciano non sarà fra gli otto finalisti. Anzi, già che ci sono, decido seduta stante di scrivere man mano i gruppi che parteciperanno alla serata conclusiva.

Cenni di gradimento in giuria: convincente Luigi Barone & Trustlab, che propone un'elettronica chillout in maniera efficace e professional. Avvolgenti gli arrangiamenti, presente anche una tromba (a tratti) con sordina che colora un po' di La Crus. Dopo, due strumentali chiudono con un gran bel terzo brano à la Morcheeba cantato dalla pianista, quasi a spostare i riferimenti da degli Incognito (ma meno soul e funk) a certe arie bristoliane. Referenze buttate lì, forse fuori luogo, ma che servono a render l'idea della bontà della proposta, che difatti accederà alla finale senza sforzi eccessivi. Peccato per la freddezza con cui Barone affronta il palco, né un "ciao" e nemmeno uno straccio di "grazie" agli applausi del pubblico. Ma non importa.

Restiamo poi tutti di stucco con i De Void, di Formia. Non per nulla si aggiudicheranno il premio della critica, con un mix di etno-indie (?!!) intelligente e particolarissimo, certo non facile. Deludente il loro cd, ascoltato (troppo frettolosamente, ammetto) sulla via del ritorno verso Bologna ed incapace di rendere la loro carica live. Stacchi in abbondanza, una Stratocaster pulita che in certo modo rimanda al chitarrismo dei Police, non fosse che nel quarto d'ora in cui suonano il reggae ci passa di striscio. Assieme ad una marea di citazioni di altri generi e riferimenti, incluso un tratto trash metal ed una chiusura noise. La follia dei Primus a mollo nel Mediterraneo, con un cantato isterico che mescola italiano, inglese e spagnolo o forse mette in fila una serie di versacci musicali. Curiosi ed originali.

Da dimenticare i Cadabra con la loro algida wave. Un mito il bassista però, con un basso Gibson Explorer very brit-dark anni '80. Il problema forse è il cantante. Fortunatamente, va detto, il nostro Martin Gore convince di più col secondo pezzo… forse qualche coro rinforzerebbe la presa melodica, forse l'atteggiamento indisponente del cantante è voluto e… forse mi piglio una birra e segno sul foglio un bel “NO” cerchiato, chè ci sarà pur di meglio.

Sbaglio ancora, il meglio arriverà l'indomani, ora tocca ai Terran.i.gra. Consti che fra i giurati il più sprezzante era il sottoscritto, ma l'intruglio prog rock dei ragazzi di Nicolosi mi sembrava davvero privo di collante. Ora reading, poi cantautorato venato di sixties, poi ancora hard rock tamarro, tutto attaccato. Stacchi e parti incollate col Vinavil scaduto, 15 pretenziosi minuti costituititi probabilmente da un unico pezzo diviso in più "suite", quella che è parsa mancare era la coerenza. Fausto mi guarda storto, Mauro più in là non mi appoggia ma cazzarola di prog ne ho ascoltato, mi dico, qui manca l'organicità, ecco.

E' pop melodico quello degli Echo 24, beniamini del pubblico locale che addirittura osa assieparsi sotto il palco. Penalizzati dal mixaggio, con una chitarra assente e l'altra priva di basse frequenze e tanto alta di volume da disturbare: spiace, e resta segnato sul blocco un SI/NO che poi si tramuterà in no definitivo, supportato dal resto della giuria. Non mi sento granchè in colpa: abbiamo già i C|O|D, presto uscirà il loro nuovo album e chi ama certo pop (sottoscritto incluso) potrà rivolgersi a loro. Adios.

Chiudono la prima serata i Malata, di Angri. Saranno anche loro sul cd di Spazio Giovani 2001. Invitano all'acquisto di “Munnezz”, il loro demo-cd: simpatia debordante, adorabilissimi punkazzari alle prese con puro hard'n'roll in lingua campana, a scuotere di distorsioni un pubblico che si era sinora segnalato solo per il mancato rispetto della pregevole conduzione di Luca de Nicola.

Il buon Luca, uomo di spettacolo che ha già lavorato parecchio anche in Rai, scopre a Foggia la sua somiglianza con tale Rocco Siffredi, ed avrà il suo bel daffare a contenere i cori di una parte della platea, che avrebbero davvero indisposto chiunque. Eppure, dopo averli ignorati per un po', in tre serate Di Nicola arriverà quasi ad accattivarsi la simpatia dei più scalmanati; resta la tristezza nel sentire le bellissime vallette apostrofate dal solito gruppetto di ebeti (incentivi alla fellatio in foggiano, per intenderci). Irrispettosi. Ma i più fra il pubblico, sia detto, erano attenti.

Così è volata la prima serata, e sto scrivendo troppo ed ho saltato delle cose e ne vorrei raccontare mille altre.

LUCA DI NICOLA
…si rivelerà poi un ragazzo di grande cultura, a dispetto di un approccio iniziale che ci vedeva un po' troppo diversi. Ma è stato proprio lì il bello: metti assieme due rokkettari, fanzinari come noi di rockit, un (ex?) presentatore friulano intenditore di vini con una voce da sogno e la battuta pronta, ed affianca loro una persona di spettacolo, un quasi-fotomodello, un vulcano in costante eruzione che vive di una cosa schifosetta come la tv, in mezzo alla Carrà, Alda D'Eusanio e Cucuzza e financo Luca Giurato. Salvo poi stupirci per lucidità e spirito critico.

Beh… una figata: battute una dietro l'altra, curiosità e pettegolezzi sul mondo dello spettacolo, imitazioni e sfottò reciproci e via via la certezza che si stava vivendo un weekend memorabile.

Grande Luca, eccheccazzo!

Gli auguriamo sinceramente di spaccare tutto, di fare strada, perché se lo merita.

Sì, lo so, dovrei dirVi del concorso, non so scrivere come Fiz e non ho trombato nessuno.

Ometto quindi la ruota della Punto che si buca e noi giurati che la cambiamo, la gustosa pizza in un bel posto chiamato “Le Stelle”, dove ci ha portato Renato, l'omaggio a Padre Pio e la ricerca di vinello ed altro ancora.

VENERDI
La serata di venerdì inizia con un altro “NO”. Quello appioppato a L'officina dei Gemiti di Rosate (Mi): la cantante è proprio carina, ma inanella una serie di stecche per poi assestarsi sul basso, nel senso letterale: era calante rispetto a ciò che il gruppo faceva! Problemi con i monitor spia? A me gli arrangiamenti non dispiacevano, aspettavo il guizzo per difenderli, ma non è mai arrivato: all'inizio della seconda canzone, mentre il chitarrista sclerava con la pedaliera in tilt, quell'animale di Fausti’ko dice: "A questo punto, l'unica cosa da stabilire è se la cantante abbia il reggiseno o meno…". Annuncio subito ai giurati a me vicini l'arguta osservazione del critico Murizzi, che denota grande acume ed esperienza, unita ad una grande serietà e professionalità. Credo comunque che la cantante non avesse il reggiseno. :)
Da Lugo arriva poi un semi-clone di Samuele Borsani: Michele Fenati, che ci infila però delle belle note lunghe, come un Al Bano ma con meno vibrato: esagerazioni a parte, molto meglio del gruppo che l’ha preceduto. Ottima la backing band con tanto di violinista, si vede e si sente che Fenati è uno del mestiere, ha il suo buon (?) curriculum (Castrocaro nel '92 e nel '95 fra le altre nefandezze) ed una voce ben impostata. Resta che io ho vergato un bel “NO”. E non sono stato l'unico.

E' giuria invece concorde, ma in senso positivo, per i successivi Cinemavolta. Con poca luce, scrivo sugli appunti un precipitoso "simil-Ustmamò", ammaliato dalla voce di Bianca e dalla sua gestualità. Campionamenti non invadenti, la chitarra purtroppo annullata da un fonico che forse voleva fare il torero (ma nella finale tutto procederà per il meglio!), penso assieme a Fausti’ko che questo è "un-gruppo-da-Fiz".

Non è che sono fissato con fiz (fizzato), è che credo che lui impazzirebbe per il pop intelligente dei Cinemavolta, e che diamine, ne avrebbe ben donde: ascoltato a casa, il loro cd denota una grande maturità, e lei sul palco, con le movenze da Antonella Ruggiero periodo wave, ha fatto sentire una gran bella voce, ben padroneggiata e ricca di sfumature. Da dimenticare invece il solito coglione che dagli spalti le ha urlato in foggiano "ciotta!". Ancora più convincenti nella sera della finale, cui hanno avuto accesso senza problemi. Bravi insomma.

I ritmi in levare sembrano avere buona presa anche in Puglia, a giudicare dagli applausi dedicati ai Barmagrande di Ventimiglia. Buon reggae, cantato in ligure e suonato con dovizia, senza fronzoli dub o raggamuffin ma arricchito dai cori e da calde tastiere vintage. Risultato: alla finale dell'indomani anche i Barmagrande.

Cercavo una guardia del corpo per paura delle ritorsioni di Dario Dust, qui a Foggia coi suoi Elettrodust ed in precedenza ‘stroncati’ dal sottoscritto su queste stesse pagine (ma si dice "pagine" anche se scrivi su un sito?). Invece non sono nemmeno riuscito a conoscerlo, il bravo Dario. Sì, gli ascolani Elettrodust sono bravi, dal vivo hanno convinto più che su cd, tant'è che il Vostro cronista aveva deciso (inizialmente) per un bel pollice verso. Sconfessare la mia rece? No, artisticamente parlando restano derivativi (ma chi non lo è?), troppo legati ai Bluvertigo. Però hanno fatto sussultare un po' più del previsto il mio microchip emozionale. Purtroppo in sede di voto, nonostante partecipassero alla fase finale per il secondo anno consecutivo, gli Elettrodust non sono entrati nel novero degli 8 gruppi vincitori. Avrei voluto comunque incontrare Dario, il quale, per amor di cronaca, è stato il primo a baciare la soubrette-bambola del sabato.

"Guadagnano poi il proscenio" (Di Nicola docet) i leccesi Evagarde, già visti a Bracciano e nell'edizione di quest'anno di Feedback. Partono con l'assalto di "Antiproiettile", primi ad osare un po' di rock duro (duretto, suvvia) nella seconda serata del concorso.

Qui a Rockit, il nostro Remitti non ha avuto parole tenere per loro: il demo devo ancora sentirlo bene, ma in ambito live non sfigurano affatto. Specie nella sera della finale, ho avuto modo di "entrare" nell'idea degli Evagarde, o così m'è parso (intanto ho già detto che sono passati e li ritroverete sul cd). La stessa "Antiproiettile" - ad esempio - parte veloce e giunge al ritornello in un battibaleno: grande ‘radiofonicità’ quindi, che non guasta di questi tempi, supportata da un cantato quasi sanremese, ma a rendere il tutto gradevole stanno gli arrangiamenti ruvidi, più vicini ai nostri gusti. Meno convinti di me gli altri giurati: bisogna ammettere che ci si trova di fronte ad una ricetta un po' ruffiana, per quanto simpatica. Chessò, una major, se rischiasse un po', gli Evagarde potrebbe filarseli, e loro avrebbero tutti i numeri… ma resta tutto da vedere se un discografico gli lascerebbe delle chitarre così piene e corpose.

Finalmente qualcuno che gironzola per il palco ed ostenta un minimo di presenza scenica: è la volta dei vicentini Etabeta. Roba da primascelta. Si consulti all'uopo il nostro database. Roba che poi c'è poco da dire "sono veneti e tu sei di parte"… Un bel niente: sono certo che se me ne fossi rimasto a casa gli Etabeta avrebbero comunque vinto l'edizione 2001 di Spazio Giovani.

Perché, ladies & gentlemen: hanno vinto gli Etabeta. In entrambe le serate hanno fatto registrare una partenza in sordina, con una canzone che non ha convinto, per poi uscire di brutto con la loro esaltante miscela di rock e suoni campionati.

I migliori.

Unico gruppo capace di far vacillare il verdetto della giuria, i Chio & the Clockwork, di Foggia. All'inizio, sull'onda dell'entusiasmo lasciato dagli Etabeta e mezzo cotto di Dionisia, la loro splendida cantante, fatico ad immergermi nel (buon) inglese di Chio, il quale mi sembra ammiccare troppo all'inarrivabile Jeff Buckley. Però più li senti più convincono, e sono andati vicini alla vittoria.

Ricordo che il pomeriggio della finale Mauro Missana mi ha detto che, eliminando il cantautore Lembo e premiando il lavoro di Chio "abbiamo fatto un servizio alla città di Foggia", dando spazio ad una proposta interessante e con parecchio carattere a scapito del solito cantautore stile D'Alessio (diciamolo chiaramente, è quello il genere che fa sfracelli nel Sud!).

La voce di Chio mi ricorda - falsetti a parte - quella del grande Paul Weller, anche se lui probabilmente si sente più vicino a Dave Matthews. Una grande sorpresa.

Mia (personalissimissima) opinione su Chio & the Clockwork: i brani sono ben strutturati, lui ha personalità e carattere, solo gli arrangiamenti sono ancora un po' grezzi, c'è ancora qualcosa da sistemare e… dai, per dirla tutta, Luciano… liberati di quel chitarrista, delle sue eccessive influenze metal, con quello che fai devi trovarti uno che ci metta meno plastica, meno piroette e più valvole, più calore, più sofferenza… più soul in una parola!

Cosa utopica per parecchi concorsi in giro per l'Italia: la serata finale è stata anche ripresa in diretta da una rete locale (che ha anche intervistato i giurati!!).

I VINCITORI
La giuria si riunisce e non c'è neanche bisogno di discutere tanto, ma mentre il verdetto è in itinere, i Malata fanno gli esagerati - che si sono fatti cacciare dal palco perché stavano sforando il tempo consentito, ma loro sono così, esuberanti, che volete farci…
Ricapitolando, gli otto gruppi che troveremo nel cd di quest'anno (nell'ordine di esibizione della serata finale, non come appariranno sul cd) sono:

L. Barone & Trustlab
Evagarde
Chio & the Clockwork
Barmagrande
De Void
Cinemavolta
Etabeta
Malatja

Il premio della critica è andato ai De Void, i vincitori sono stati invece - come già detto - gli Etabeta.

Ne uscirà un dischetto vario e di ottimo livello, ne sono fermamente convinto. Se le cose vanno come devono andare, non è escluso che parecchi lettori della fanza se lo ritrovino fra le mani.

Per le selezioni, sono arrivati a Foggia qualcosa come OLTRE 250 demo, e questo la dice lunga sul successo della manifestazione. Due-cento-cinquanta-due spedizioni, è non è una cifra gonfiata ad arte: l'elenco di tutti i cd pervenuti è qui di fianco a me!

Bellissimo fine settimana più “considerazione sociologica”: la scoperta di una città in cui le donne escono molto più numerose rispetto al nord, e sono anche più carine…
L'organizzazione – ripeto - davvero encomiabile.

L'augurio, è che l'evento possa crescere ancora, che possa richiamare ancora più gruppi, più pubblico e calamitare maggiormente l'attenzione dei media. L'augurio, infine, è che le amministrazioni comunali continuino a crederci, supportando il lavoro di Bruno Cavaliere, magari saltando qualche serata ‘Gigidalessio’ o ‘Pinodaniele’: so che fanno il pienone, e che una giunta deve garantirsi un rientro, sia in termini d'immagine che economico, ma una serata di Spazio Giovani vale ben più che la solita minestra riscaldata di ‘Antonellovenditti’.

So che sarete d'accordo con me, altrimenti non mi spiego come mai siete finiti sulle pagine di Rockit.

Lunga vita a “Spazio Giovani”!



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L'articolo Spazio Giovani - Foggia di Enrico Rigolin è apparso su Rockit.it il 2001-09-08 00:00:00

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