Cinque videoclip per raccontare il rap italiano

Il rap italiano visto attraverso cinque diversi videoclip che ne riassumono alcuni dei momenti più importanti

- Una scena dal clip di "Applausi per Fibra"

Prima dell'avvento degli smartphone e di internet, girare un video e renderlo accessibile a tutti non era così semplice. Serviva un budget considerevole per l'attrezzatura e un'emittente disposta a trasmettere il tutto. Posti come Mtv o Videomusic, per esempio.
Sono passati poco più di dieci anni dalla nascita di YouTube, anniversario che ha definitivamente segnato una svolta storica per lo sviluppo di internet come la conosciamo oggi. Tra video di gattini e uomini che vengono derubati mentre fissano la telecamera, è impossibile non notare che il colosso di video online è il terzo sito più visitato insieme a Facebook e Google. Al netto dei commenti d'odio che quotidianamente raccoglie e delle forme di meta-ironia del caso, YouTube ha avuto un impatto fondamentale anche per la diffusione di nuova musica: soprattutto le nuove generazioni ascoltano musica principalmente tramite la celebre piattaforma di video streaming.
Per gli artisti, invece, la situazione non è così rosea: senza voler toccare il discorso guadagni, la competizione è altissima e bisogna imparare a proporre dei videoclip efficaci per cercare di tenere il passo, di proporre qualcosa di nuovo. In questi anni, anche il rap italiano ha ovviamente subìto i limiti tecnologici prima e la fine di questi poi, tra artisti che si confrontano con video hard e pellicole spassionatamente ironiche, il materiale non manca di certo. Ecco alcuni esempi che tracciano bene la video-traiettoria del rap italiano, dentro e fuori da YouTube.

 

Neffa - Aspettando il sole

Tra i brani di rap italiano più belli di sempre, "Aspettando il sole" ha portato l'esordio solista di Neffa al disco d'oro. Un brano importante, di cui si è ampiamente discusso qui. Nel video, un ragazzo prende il disco di Neffa e scappa via dallo stesso artista. Neffa nel video fuma e colleziona foto e, in altri momenti dal sapore oggi decisamente retrò, sta con la sua "balotta".

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Bassi Maestro - Bang Ya Head

Estratto da "Hate", disco tra i più fortunati di Bassi Maestro, "Bang Ya Head" è l'anthem perfetto per rappresentare un certo tipo di rap e di attitudine ad esso collegata. Subito ci vengono date le coordinate: Bassi viene «fuori dalla scuola classica del rap grezzo, quello preso male che fa prendere peggio», qui si tratta di rap e di cultura Hip Hop e di farlo bene. Il ritornello ci descrive quel che si vede nel video: un microfono, un mc, un 1200, un Mpc, un fat cap. Un pezzo hardcore che è capace da solo di far intendere l'amore (e quella sorta di 'rispetto' misto a 'gelosia' nei confronti di chi iniziava a farne parte) che questo genere è stato capace di far nascere in quegli anni. Infine, il disco uscì per Vibrarecords, storica etichetta di rap underground da cui passarono proprio tutti, anche Fabri Fibra e i Club Dogo.

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Fabri Fibra - Applausi per Fibra

Primo videoclip girato da Fabri Fibra, con la regia di Cosimo Alemà (lo stesso di "Zeta", il rap-movie italiano uscito qualche mese fa), "Applausi per Fibra" è il vero brano che riapre l'attenzione sul rap italiano dopo quasi dieci anni di totale disinteresse. Le magliette "Io odio Fabri Fibra" e diciannove settimane in classifica. Da qui in poi, il rap guadagnerà sempre più visibilità fino ad esplodere nel 2012.

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Salmo - Yoko Ono

"Yoko Ono" è un brano estratto dal primo disco ufficiale di Salmo ed il video è del 2011. Gli strumenti per fare video sono ormai disponibili a tutti, esistono già gli iPhone che permettono di girare video di buona qualità in lowbudget e YouTube è decisamente una realtà valida per promuovere la propria musica. Scrivere una sceneggiatura per un video musicale è quasi alla portata di tutti e questo è solo uno degli esempi più celebri. Tra gli altri, bisogna ricordare "Cattive Notizie" dei Brokenspeakers, brano che vede il featuring di Danno ed è un vero e proprio cortometraggio. Non a caso il team Video Addicted (oggi "YouNuts!") è oggi tra i più capaci del settore e ha collaborato attivamente con Salmo per il video di Sabato, brano dello scorso anno di Jovanotti.

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Ghali - Wily Wily

Quest'ultima scelta forse farà storcere il naso ai puristi del genere, ma c'è un dato di fatto che va osservato. Se l'esempio perfetto del videoclip di rap italiano classico è appunto "Bang Ya Head" con i graffiti e il campionatore in bella mostra, è anche vero che l'immaginario rap degli ultimi anni è profondamente cambiato: si è iniziato dalle tinte viola e le riprese con il drone, ma ora si sta arrivando a delle atmosfere sempre più eterodosse per questo genere di musica.
Con più di 9 milioni di visualizzazioni dall'uscita del video, il ritornello in arabo di "Wily Wily", insieme alla particolarissima location e l'ottima fotografia rappresentano perfettamente l'uscita del nostro rap da tutta una serie di stereotipi che lo "intrappolavano", e che segue la scia già creata da Murdaca, Sfera Ebbasta e Charlie Charles (produttore anche di questo brano), spingendola ancora più in là.

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L'articolo Cinque videoclip per raccontare il rap italiano di Raffaele Lauretti è apparso su Rockit.it il 2016-10-14 12:00:00

Tag: storie

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